Pescara, Sanità: Pd provinciale protesta contro il Piano di riordino

Pd_Protesta_SanitPescara. Diciotto sindaci, da Popoli, Penne, Bussi, Alanno, Manoppello, Lettomanoppello, Abateggio e altri undici Comuni del pescarese, con al seguito autobus carichi di manifestanti, sono scesi questa mattina davanti alla sede della Regione a Pescara, in viale Bovio, per protestare contro i tagli che il Piano di riordino porterà alla sanità pubblica della provincia di Pescara. A guidare amministratori e popolazione c’erano gli esponenti provinciali e regionali del Pd, organizzatori della manifestazione.

“Una manifestazione che risponde alle esigenze delle istituzioni e dei sindaci del territorio. La Giunta regionale aveva preso l’impegno, a fine luglio, di istituire 4 tavoli provinciali per discutere la rimodulazione dei tagli con i territori: ma l’impegno non è stato rispettato”, spiega il segretario regionale Pd, Silvio Paolucci, che spiega così le motivazioni di una protesta mossa contro dei metodi decisionali poco aperti al dialogo e, apparentemente, solo in fase d’avvio: “con questo Piano continuano ad esautorare i territori, continuano a lavorare con un assessore che deve dimettersi, mentre la gente vede ridimensionare il servizio pubblico e raddoppiare le liste d’attesa in pochissimi mesi. Così si affossa la sanità pubblica ed è evidente che la protesta popolare monterà”, afferma.

Tra striscioni, fasce tricolori e megafoni, spunta un documento che spiega nel dettaglio le ragioni del Pd provinciale per opporsi alla rimodulazione della sanità operata da Venturoni e Baraldi. Ragioni che, in vari punti, svelano una ‘rivalità’ nei numeri e nei servizi, tra il pescarese e il teramano. ‘Bufale’ e contraddizioni, questo si legge nero su bianco nel volantino distribuito ai manifestanti: “Dopo mesi di annunci e presunti confronti, dunque, la sub-Commissaria Baraldi ha reso noto il suo Piano per il riequilibro dell’offerta ospedaliera regionale dal quale si evince, ad esempio, che il parametro dell’offerta ospedaliera regionale di 3 posti letto per degenti acuti, viene articolato in maniera difforme nelle diverse provincie, meglio viene trattata quella di Teramo, forse per compiacere il Presidente in carica ed il suo Assessore”. Una contraddizione che il Pd quantifica, parlando di “clamorose e palesi contraddizioni tra le affermazioni di metodo e scelte attuative”, in questo modo: a fronte di un taglio di 839 posti letto, Chieti e Pescara perdono il 27% contro il 4,35% di Teramo.

Vengono, poi, le ‘bufale’ che riguardano la sanità privata: “Altra bufala è l’attribuzione, in aggiunta all’offerta ospedaliera pubblica, dei posti letto delle cliniche private accreditate operanti tutte nel territorio della ASL di Pescara (402 posti letto), come se questi posti letto fossero tutti nella disponibilità della ASL di Pescara. Non poteva sfuggire al sub-commissario”, si legge ancora nel volantino del Pd, “che oltre il 50% dei servizi sanitari privati erogati sono stati utilizzati dagli utenti delle altre ASL, Teramo compresa, visto che le funzioni di autorizzazione, accreditamento e controllo di tali strutture sono attribuite alla Regione e non alla ASL di Pescara”.

Oltre ai molteplici problemi che ricadono sui distretti sanitari di base, ai tagli e alla riconversione dei presidi ospedalieri di Popoli, Penne, Scafa e tanti altri, i numerosi tagli (rianimazione, rianimazione pediatrica, terapia intensiva neonatale, geriatria, psichiatria) all’ospedale di Pescara, forse il più grande ed affollato dell’intera Regione, il Pd lamenta una mancata partecipazione alla stesura e attacca il Piano per il “grave difetto nella totale mancanza di concertazione con le istituzioni e le parti interessate”.  Il primo dicembre Chiodi ha convocato i sindaci per un audizione: “ma noi volevamo essere sentiti prima”, sottolinea la consigliera regionale Marinella Sclocco, “sebbene l’Italia è il Paese in cui tutto si può cambiare, volevamo essere considerati prima che la normativa fosse emanata. Avremmo voluto che i sindaci, che già in primavera hanno abbandonato per protesta le loro fasce nell’aula del Consiglio Regionale, fossero presi in considerazione e non solo ascoltati inutilmente dalla commissione Sanità”, prosegue la Sclocco.

Le proposte dei democratici sono riassumibili nelle parole della Sclocco: “La chiusura dei piccoli ospedali non porta grandi risparmi, siamo d’accordo sul riconvertire e modificare la precedente situazione, ma non in questo modo e con questi tagli”. Per il Pd, occorrerebbe dotare i presidi ospedalieri con piattaforme tecnologicamente avanzate, in grado di fornire i servizi di diagnosi, per evitare l’affollamento, e quindi la moltiplicazione delle liste d’attesa,  nei centri ospedalieri di maggiore dimensione oltre che per garantire la loro sopravvivenza quali fornitori di servizi di medicina generale per i pazienti acuti. “Investimenti e programmazione anziché mettere solo le pezze all’emergenza”, conclude la consigliera regionale.

“Quella di oggi è stata una manifestazione di popolo e di Sindaci, ben 18, che non si arrendono di fronte alle gravi scelte del commissario Chiodi e che lottano per difendere i propri cittadini. Non ascoltare questa protesta civile e ferma significa aver paura del confronto e mancare di rispetto alle istituzioni che i sindaci rappresentano. Fino ad oggi non è stato possibile nessun tipo di dialogo, ci auguriamo che qualcosa cambi. Il Pd è pronto a raccogliere la sfida della riorganizzazione della Sanità ed è pronto a confrontarsi, ma certo non può accettare le attuali indiscriminate chiusure. C’è bisogno di una sanità che tuteli i cittadini”, è stato, invece, il commento del segretario provinciale Antonio Castricone.

Daniele Galli

 

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