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Pescara, fallimento Mospeca, Pd: nessun allarme per il Ponte del Mare

Pescara. Il fallimento della Mospeca, l’impresa capofila dell’Associazione temporanea d’impresa che ha realizzato il Ponte del Mare di Pescara, è notizia di ieri. Oggi, invece, arrivano gli atti difensivi del Pd comunale, accusanti l’assessore ai Lavori Pubblici, Alfredo D’Ercole, di aver diffuso notizie allarmiste presso la cittadinanza.

“Devono mettersi l’anima in pace, il Ponte del Mare è, ormai, il simbolo di Pescara e non possono accanirsi ad ogni minima occasione per screditarlo”, esclama il capogruppo Moreno Di Pietrantonio in conferenza stampa. Tranquillizza i pescaresi il Pd, precisando che nonostante il fallimento della Mospeca la manutenzione andrà avanti e il ponte resterà sicuro. Secondo il Pd, D’Ercole avrebbe mal illuminato la firma definitiva necessaria per certificare il collaudo della struttura, e su chi dovrà incaricarsi, ora che la prima ditta incaricata viene meno, della futura manutenzione e chi dovrà pagarla. Enzo Del Vecchio si difende con alla mano un contratto ‘di ferro’: “Gli articoli 5 e 8 del contratto di appalto dicono che la Mospeca garantisce la manutenzione gratuita del ponte per 24 mesi; fallita la capofila Mospeca restano le altre due componenti l’Ati, ovvero De Cesaris e Solisonda, le quali hanno già dato la loro disponibilità per la manutenzione. In ogni caso è prevista una clausola fideiussoria assicurativa che garantisce una cauzione di 315mila euro per pagare la manutenzione. Questa critica di D’Ercole è solo uno sproloquio”.

Resta, ancora, da risolvere il dubbio sulla firma del collaudo, reso più torbido ora che manca uno dei soggetti che ha realizzato il ponte . E Del Vecchio tira le fila cronologiche per difendere il gioiello di ‘casa D’Alfonso’: “Appena realizzato il ponte, è stato effettuato un collaudo amministrativo, dal risultato positivo; venne poi fatto il collaudo statico, con il passaggio dei famosi 43 furgoncini, anche questo positivo. Il procedimento prevede, infine, un terzo collaudo tecnico-amministrativo, nient’altro che l’assemblaggio delle carte dei due precedenti collaudi, al quale manca solo la restituzione vidimata della documentazione da parte del genio civile. Ora che manca un mandatario, ci penserà il curatore fallimentare. Questa amministrazione avrebbe dovuto solo consultare le procedure fallimentari, e non lanciare l’allarme. I cittadini possono stare sicuri”, conclude.

La posizione del Presidente della Commissione consiliare Lavori pubblici Armando Foschi. “Come sempre la sperticata autodifesa del Pd si trasforma in un boomerang per lo stesso Partito Democratico: nessuno ha ovviamente accusato il Pd del fallimento della Mospeca, la ditta capofila dell’Ati che ha realizzato il Ponte del Mare. Non si comprendono dunque le ragioni dell’ennesima requisitoria odierna dei consiglieri Del Vecchio e Di Pietrantonio che hanno accusato di allarmismi l’assessore D’Ercole il quale si è limitato a ufficializzare la notizia e a rendere nota la necessità di effettuare alcune verifiche circa le competenze sulla manutenzione dell’opera, che per due anni doveva essere garantita dalla stessa Mospeca come da contratto, e sulla firma del certificato di collaudo. Nessuno sta screditando quel ponte che però, è evidente, rappresenta una ferita aperta per il Pd, una ferita che suscita una fibrillazione a ogni notizia circa l’assenza di un certificato o di una firma e non ne comprendiamo le motivazioni. Né ritengo che oggi il Pd dovesse ‘rassicurare’ la città sulle condizioni di ‘salute’ del ponte del mare, città che riteniamo abbia dormito sonni tranquilli”. Lo ha detto il Presidente della Commissione consiliare Lavori pubblici Armando Foschi replicando all’odierna conferenza stampa “vuota di senso e inopportuna del Pd”.
“Nella giornata di ieri l’assessore D’Ercole – ha spiegato il Presidente Foschi – si è limitato a ufficializzare la comunicazione ricevuta dal curatore fallimentare della Mospeca che ha reso noto l’avvio delle procedure fallimentari per la ditta di Pordenone che ha guidato l’Ati, che comprendeva anche le ditte De Cesaris e Solisonda, Ati che ha curato la costruzione del Ponte del Mare. Il curatore ci ha inviato la nota per invitarci eventualmente a rendere noti eventuali crediti da esigere o altre eventuali pendenze. L’assessore D’Ercole, per quanto di competenza, ha poi ufficializzato che nei prossimi giorni i nostri uffici prenderanno subito contatto con il curatore per accertarci della situazione e capire cosa sia accaduto visto che per il Ponte del Mare c’è ancora in sospeso la procedura del terzo collaudo: la struttura, inaugurata l’8 dicembre 2009 ha già subito, prima dell’apertura del manufatto al pubblico, due collaudi, il primo amministrativo, relativo al controllo della regolarità dei documenti, il secondo tecnico, inerente la resistenza della struttura, con l’utilizzo degli oltre 40 furgoncini saliti sul ponte per testarne la portata massima, due esami entrambi superati. Per lo scorso 14 settembre, dopo alcuni lavori di manutenzione richiesti dallo stesso collaudatore l’ingegner Luciano De Gregorio, si è svolto il terzo collaudo ma anche in questo caso il collaudatore, ha manifestato la necessità di implementare ulteriormente la documentazione disponibile”. In particolare, come si legge nella lettera inviata dal collaudatore, sono stati richiesti “la dichiarazione di conformità urbanistica dell’opera progettata o, in alternativa, qualora si sia proceduto in variante agli strumenti urbanistici vigenti, gli atti relativi al compimento dell’iter di tale variante; per l’impianto di pubblica illuminazione del ponte, è stata richiesta l’autorizzazione regionale in deroga alle disposizioni previste dalla legge regionale del 2005 come previsto nel progetto impianti; per le opere strutturali è stato richiesto il Certificato di collaudo statico munito di visto di deposito agli atti del Servizio Interventi sismici (Genio Civile) della Provincia di Pescara e il Certificato di conformità delle opere ex articolo 28. Per quanto attiene ai lavori relativi alle ‘Opere complementari’, oggetto di separato affidamento alla Ditta esecutrice, ma strettamente connessi ai lavori principali – si legge ancora nella lettera – al fine di poter estendere agli stessi le operazioni di collaudo in corso, sono richiesti il progetto completo degli atti di approvazione, gli atti di affidamento nonché la documentazione contabile completa”. Il collaudatore ha poi precisato che “lo stesso collaudo potrà essere espletato solo ad avvenuta produzione di tutti gli atti ritenuti necessari e richiesti, tenuto conto della indubbia particolarità delle opere oggetto di controllo, ricordando che le richieste rivestono carattere d’urgenza anche in considerazione della tempistica imposta dalla normativa di settore per l’espletamento delle operazioni di collaudo tecnico-amministrativo”. “I certificati inerenti la pubblica illuminazione e le opere strutturali sono stati subito consegnati – ha ancora ricordato il Presidente Foschi – e di fatto manca ancora oggi solo il certificato di collaudo  statico munito di visto di deposito agli atti del Servizio Interventi sismici (Genio Civile) della Provincia di Pescara, certificato che stiamo attendendo dal Genio Civile. Con il fallimento della Mospeca si è posto il problema di chi controfirmerà il certificato di collaudo, e infatti il contatto con il curatore sarà utile per capire se potrà subentrare egli stesso nella firma, mentre dovremo verificare chi dovrà occuparsi ora della manutenzione del ponte nei due anni successivi alla sua apertura al pubblico. In assenza della Mospeca dovremo verificare se per affrontare le spese dovremo rivalerci sul 10 per cento della polizza fideiussoria versata per i lavori di costruzione del Ponte o se comunque lo stesso onere dovrà essere sopportato dalle altre due imprese per non far ricadere sulla città tali spese. Nessuno ha lanciato ‘allarmi’ inerenti il Ponte, né critiche sui contratti precedenti, dunque non comprendiamo perché la notizia del fallimento della Mospeca abbia fatto sobbalzare dalla sedia i consiglieri Del Vecchio e Di Pietrantonio che si sono profusi nelle loro solite e inutili offese nei confronti dell’attuale amministrazione comunale. Comprendiamo l’imbarazzo del Pd per aver legato il proprio nome a opere tanto ‘sfortunate’ in città, ma quell’imbarazzo non giustifica la rabbia dimostrata oggi solo per aver detto che l’impresa che ha costruito il ponte è fallita e che dovranno essere verificati i documenti come sempre accade negli enti pubblici. La reazione spropositata del Pd ci induce sicuramente ad approfondire il ‘caso’”.

Daniele Galli