Pescara, la Consulta studentesca scrive a Testa

 

testaPescara. Momenti di rivolta, questi, in ambito accademico. Non sono secondi nemmeno gli studenti delle superiori, seppur con toni meno accesi. Il Presidente della Consulta Provinciale, Luca Gabriele Rossi, scrive al Presidente della Provincia, Guerino Testa, più che per protestare, per evitare di arrivare come lo scorso anno, quando 3500 studenti del pescarese manifestarono sotto il palazzo di piazza Italia contro il Piano di riordino scolastico.

“Credo sinceramente che i fatti accaduti lo scorso anno scolastico, quando la componente studentesca è stata del tutto esclusa dalla discussione sul piano di riordino scolastico fino alla deliberazione della giunta e le conseguenti lotte portate avanti da noi studenti fino ad arrivare in 3.500 sotto la sede della provincia debbano essere serviti a qualcosa”, scrive Rossi, ribadendo che la risposta dell’epoca dell’Ente si espresse in: “parere positivo alla nostra richiesta di confrontarci in un discorso più ampio, con i sindacati, i presidi i docenti, il personale Ata, i genitori, la cittadinanza in genere  per dare anche noi un contributo al piano che decideva sul nostro presente, sul nostro futuro e su quello di tanti altri ragazzi che adesso mi trovo a rappresentare”.

Risposta che si trasformò in una illusione poi dissolta: “Uscito da quelle stanza mi ero a questo punto illuso, di aver raggiunto insieme agli altri studenti e alla Giunta Provinciale che Voi rappresentate, un traguardo di democrazia e partecipazione, includendo anche gli studenti nei processi decisionali che li riguardano da vicino”, racconta Rossi. “Dico di sentirmi illuso perché anche in quest’anno scolastico la storia è la stessa: Vi accingete ad approvare un nuovo piano di riordino e ancora una volta senza che gli studenti vengano ascoltati o quantomeno portati a conoscenza del suddetto piano. Vorrei ricordare che le decisioni che lo Stato, la Regione e la Provincia prendono in ambito scolastico dovrebbero essere a vantaggio degli studenti che la scuola la frequentano e la vivono giorno dopo giorno, la Scuola Pubblica è e deve rimanere un servizio di interesse generale per l’appunto pubblico che formi i cittadini di domani! Se concordate con me in questo punto non riesco a capire perché sistematicamente ci escludete da ogni processo decisionale”.

Ordinaria voglia di partecipazione di un ragazzo, nel fiore della formazione del propri senso civico e che dimostra come, raramente, gli anni della scuola non siano fatti solo di pallone e Play Station. Parla da ‘grande’ Rossi, di fronte ad un problema dalle dimensioni non minori: “Il Piano di Riordino scolastico provinciale può essere paragonato al Piano Regolatore generale di una città, che come voi ben sapete viene discusso per mesi nei consigli e coinvolge tutti gli attori della vita cittadina. Possibile che la scuola, l’istruzione, la formazione delle future generazione è argomento clandestino, discusso nelle segrete stanze dai soli addetti ai lavori? Per fare una città, una comunità civica non bastano strade, case, infrastrutture, zone artigianali, spazi verdi, ecc. sono necessari cittadine e cittadini consapevoli dei propri diritti e doveri, con aspirazioni,  desiderio di futuro e  partecipi della vita pubblica, e la nostra Costituzione affida proprio alla scuola questo compito”.

Una richiesta epistolare chiara e concisa: “Vi chiedo, viste anche le recenti tensioni provocate proprio dall’applicazione della riforma Gelmini in tutta Italia, di rivedere i vostri progetti e di farci avere per tempo una copia di quella che è l’idea di piano che avete e in data precedente alla deliberazione e di convocare tutti quei soggetti sopracitati che interagiscono quotidianamente con la scuola per rendere tutti partecipi di questo importantissimo atto. Se mi posso permettere credo che la stessa Giunta Provinciale possa trarne vantaggi in termini di contenuti perché a mio modo di vedere il confronto può solo migliorarCi”, conclude Rossi.

Daniele Galli

 

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