Pescara. Torna al centro delle polemiche l’ormai prossima Tassa di soggiorno, che sarà introdotta anche a Pescara, come in altri Comuni italiani, ed è pari ad un euro al giorno.
Il Contributo Unico per il Turismo riguarderà i villeggianti ospiti di alberghi e strutture ricettive della città e gli introiti derivanti saranno resi pubblici e impiegati nel rilancio del settore turistico, in vista del quale è stato recentemente approvato il Piano marketing, elaborato e proposto dal DMC Terre del Piacere.
Intanto, la proposta è stata ‘bombardata’ di emendamenti in sede consiliare.
“Siamo alle prese da ormai una settimana con un atteggiamento che non è né costruttivo, né migliorativo da parte della minoranza sulla delibera consiliare che introduce la tassa di soggiorno”, hanno comunicato dalla maggioranza.
Con una nota stampa a firma di Marco Presutti (Pd), Daniela Santroni (Sel), PiernicolaTeodoro (Scegli Pescara-Lista Teodoro), Gabriella Lola Berardi (Pescara Insieme Bene Comune) Giuseppe Bruno (Liberali Centro Democratico), Riccardo Padovano (PSI), viene espressa solidarietà al presidente del Consiglio, Antonio Blasioli:
“Il presidente Blasioli, a cui va la nostra piena solidarietà e sostegno, non ha fatto altro che applicare il Regolamento. Semmai andrebbe ripreso per il suo comportamento troppo democratico che ha permesso la discussione di centinaia di emendamenti sicuramente emulativi e seriali, com’è possibile verificare leggendoli sul sito del Comune”.
“Nel testo degli emendamenti e sub emendamenti presentati non ci sono elementi che modifichino o migliorino l’atto in discussione. Anzi. Nei fatti si cerca solo di paralizzare l’attività deliberativa del Consiglio e governativa della maggioranza con: 670 emendamenti circa, per ognuno dei quali sono stati presentati dai sei agli otto sub-emendamenti; dichiarazioni di voto all’interno dello stesso gruppo consiliare tra favorevoli, contrari e astenuti e sedute fiume che da una settimana si protraggono fino a tarda notte”.
“Una situazione che non consente affatto alla città di “risparmiare” alcunché, anzi, cumula costi che potevano essere evitati: perché oltre all’intento di dire no agli introiti del tributo che consentirebbero di rilanciare il settore turistico senza gravare sulle tasche della comunità, la pratica ostruzionistica ha delle spese imponenti per l’Ente, sopratutto per il personale: costi che pagano tutti i cittadini”.
“Perché c’è una differenza sostanziale fra l’intento di migliorare un testo in discussione, intento a cui la maggioranza peraltro non si è mai sottratta, e invece mettere in piedi, anche espressamente, una strategia per impedire che la maggioranza di cui sopra, eletta dai cittadini, governi e assuma provvedimenti a favore della città. La logica è solo ostativa e punta a non far pronunciare l’organo stesso, per evitare che il testo venga licenziato, come alcuni degli oratori hanno anche dichiarato celebrando l’ostruzionismo che il centrodestra stava facendo in questi giorni: bene, cosa c’è di democratico in questo?”
“Pescara non è un’eccezione, capita così in tutti i Comuni d’Italia e da noi è accaduto anche nel dicembre 2014, allorchè il Consiglio comunale con delibera consiliare n.165 aderì al piano di riequilibrio. Nulla di nuovo sotto il sole”.