Montesilvano, dimissioni sindaco Cordoma: scambio di accuse nel centrodestra

pasquale_cordomaMontesilvano. E’ il momento delle accuse e tra chi, fino a ieri l’altro, almeno formalmente, faceva parte della stessa coalizione di centrodestra, eletta alla guida della città nel 2007. Le dimissioni di Pasquale Cordoma dal sindaco di Montesilvano, a meno di clamorosi dietrofront (allo stato attuale da escludere), aprono le porte ad una nuova gestione commissariale e a nuove elezioni, a distanza di quattro anni dalla precedente tornata elettorale.

Se l’esperienza amministrativa è finita, o almeno sembra essere conclusa, non sono finite le accuse di natura politica. Oggi, in rapida sequenza, sono tornati a parlare della crisi al Comune di Montesilvano il consigliere comunale Oscaro Biferi (Udc) ed Ermanno Falco, vice-coordinatore cittadino del Pdl, che naturalmente offrono analisi e valutazioni diverse su quello che è stato il tribolato epilogo della giunta Cordoma.

Oscaro Biferi: “In politica la coerenza paga sempre”. “Chi è il traditore in politica? Traditore non è chi resta coerente con quanto enunciato in un programma elettorale o nell’incontro con i propri elettori rimanendo fedele al proprio mandato con tutta la propria onestà intellettuale”, scrive Biferi in una lunga nota. “ Traditore, in politica, è chi modifica il proprio modo di agire e di pensare nel tempo magari perdendo di vista gli obiettivi primari per abbracciarne di altri.

In politica la coerenza a quanto enunciato si vede con i comportamenti e con i fatti. Fatti che mi hanno visto molte volte critico nei confronti di certe scelte del sindaco. Basta ricordare alcune delle mie battaglie quali quella contro  la costruzione di un edificio dentro il parco Le Vele o la dura presa di posizione contro il posizionamento di un lunapark all’interno di un centro abitato o ancora contro lo sperpero di denaro pubblico grazie ad alcune elargizioni mirate in “ipotetici gemellaggi” o “ ad associazioni vicine” o quella per la difesa del posto di lavoro di una psicologa licenziata senza giusta causa. Purtroppo altri ben noti comportamenti ci dimostrano che la politica del centrodestra montesilvanese è cambiata in questi ultimi 3 anni.

Il sindaco, per poter continuare a governare, ha preferito, piuttosto che confrontarsi con chi aveva condiviso con lui una battaglia elettorale per il cambiamento, imbarcare soggetti del passato che già erano stati compromessi nell’amministrazione Cantagallo. Concludo affermando che il mio voto libero, sereno, cosciente e non vincolato ad ordini di scuderia, in merito alla  verifica dell’equilibrio finanziario ed economico del bilancio 2010 deriva dalla convinzione di essermi trovato di fronte a dati non chiari tanto da indurmi a scrivere al Presidente del Collegio dei revisori dei conti e al dirigente del settore finanziario per avere maggiori delucidazioni. Naturalmente a tali lettere, di cui allego copia, non ho mai avuto risposta. In aula al momento del voto è stato chiaro a tutti che dal saldo finanziario risultante dal monitoraggio semestrale del patto di stabilità questo non è stato rispettato”.

Ermanno Falco: “ episodio di alta indegnità politica”. “Le prese di posizioni arroganti e irresponsabili oggi dettate alla stampa dai consiglieri Catone, Cilli, Di Nicola Tocco e Biferi”, afferma il vice-coordinatore del Pdl, “ fanno finalmente piena luce sul grado di credibilità e coerenza che tali soggetti hanno avuto nel corso di questi tre anni e quattro mesi di esperienza amministrativa. Coloro che oggi affermano di “sentirsi distanti dal modus operandi di gran parte dell’amministrazione” dovrebbero spiegare ai cittadini come mai per tanto tempo non hanno aperto bocca per lamentarsi di una situazione che li ha visti assumere incarichi di grande rilievo in seno alla rappresentanza consiliare, come la presidenza di commissioni e la stessa presidenza del consiglio. Quando si è trattato di “acchiappare” questi signori non si sono fatti scappare la più lieve delle critiche nei confronti di sindaco e assessori fino a quando, evidentemente telecomandati dall’esterno, hanno cominciato a vomitare veleno sul sindaco e sui propri compagni di cordata. Quanto a Biferi, non si è mai fatto scrupolo di attaccare a mezzo stampa presidenti di commissioni, assessori e sindaco della propria coalizione, determinando spesso e volentieri situazioni di grande tensione, utilizzando la propria carica di presidente della commissione bilancio per coprire di astioso rancore l’assessore di riferimento ed esprimendosi a più riprese anche in aula contro provvedimenti assegnati al vaglio della propria commissione.

Ma, al di là di tutto ciò va sottolineato come il trenta giugno 2010, in occasione del famoso “conclave” di Carpineto della Nora venne sancito un impegno d’onore inerente il proseguimento dell’attività amministrativa che a distanza di meno di tre mesi oggi viene clamorosamente calpestato da alcuni dei sottoscrittori. Quando a maggio 2011 si tornerà alle urne, i cittadini di Montesilvano dovranno ricordarsi di questa storia, separando doverosamente la zizzania dal grano, bruciando la prima e riponendo la seconda nel granaio, altrimenti poi sarà del tutto inutile lamentarsi del livello della classe politica cittadina. Quanto a chi ha votato contro, si è astenuto o si è assentato, essi dovranno spiegare alla città perché mai si sono resi responsabili dell’interruzione di una esperienza amministrativa che ha azzerato i debiti fuori bilancio ereditati dalle passate amministrazioni e avviato la riqualificazione di urbanistica, opere pubbliche, sociale, sicurezza, turismo e cultura. Chi invece è rimasto fedele all’impegno preso con gli elettori può continuare a girare a testa alta e a guardare al futuro con fiducia, perché sa che solo attraverso la propria coerente determinazione propositiva è possibile tentare di dare risposte adeguate e concrete ai bisogni della nostra grande comunità cittadina”.

Ottavio De Martinis (assessore alla politica della casa): quella di Biferi è un’azione politica confusa”. “Biferi, isolandosi nei suoi pensieri, non si è mai confrontato con la sua ex maggioranza”, spiega De Martinis, “ ma al contrario si è distinto sempre per la famosa capacità di chiedere. L’ultimo episodio, risale proprio a qualche giorno fa, quando ha chiesto la presidenza del Cda dell’Azienda speciale per il suo amico Augusto Lino. E’ questo il modo di far politica di Biferi: la politica del chiedere, del tradire persino la minoranza, quando lui candidamente aveva proposto di stare dalla loro parte e poi così non fu. Persino il consigliere del Pd Bratti, nella seduta del Consiglio comunale dell’8 luglio definì Biferi come “voltagabbana”, esortandolo a “pensare alla città” e rivelando con le seguenti parole di aver tramato contro la maggioranza e il sindaco: “Perché hai parlato con me, non con la Segretaria o con il Sindaco, hai parlato con me, mi hai invitato a fare la Mozione, la volevi anche firmare! Io ero uno di quelli che ha detto no!”. Biferi però – continua De Martinis – è stato quello che nella stessa seduta dell’8 luglio ha dichiarato: “La mia appartenenza alla maggioranza è sul programma e non su dove va posizionato il Luna Park”. Inoltre il consigliere dell’Udc, lo stesso che martedì non ha votato  l’equilibrio finanziario, dimentica di aver alzato la mano contribuendo alla votazione favorevole del bilancio nella seduta del 27 aprile 2010 proclamando: “Stiamo affrontando oggi un bilancio e stiamo valutando un bilancio dove stiamo lavorando per il bene della nostra città. Quindi non stiamo di fronte ad una porcata… Siamo in Consiglio comunale dove si tirano le somme di fronte ad un bilancio che finalmente è un bilancio pulito, un bilancio che è senza zavorre perché oggi noi approviamo un bilancio dove diremo: faremo questo con questi soldi Cerchiamo però di essere sereni perché stiamo votando qui serenamente il Bilancio proprio perché, ripeto, noi ci assumiamo le nostre responsabilità”. Questa è la coerenza sbandierata da Biferi, che come Penelope era sempre pronto a tessere la tela di giorno, ma a sfasciarla di notte”.

Emilio Di Fede, assessore alle finanze. “Sia io che il dirigente Ambrosini – spiega l’assessore – siamo stati accusati dal consigliere Biferi, di non aver fornito, alcuna delucidazione alle sue richieste di chiarimento riguardo l’equilibrio finanziario ed economico del bilancio 2010. Forse lo stesso non ricorda che per ben due volte abbiamo partecipato, sia io che il dirigente, alle sedute della commissione Bilancio, da lui presieduta, per fornire tutte le delucidazioni possibili, ma da parte di Biferi non c’è stata mai nessuna domanda, né durante le commissioni, né durante il Consiglio Comunale di martedì scorso. Inoltre, durante il Consiglio del 24 agosto, il dirigente Ambrosini produsse tutte le spiegazioni riguardo il consuntivo di bilancio e proprio in quell’occasione Biferi, nel suo intervento, appoggiò pienamente lo stesso bilancio e l’azione della maggioranza. Ora mi chiedo da un mese a questa parte cos’è cambiato per Biferi? Dal 24 agosto scorso ad oggi cosa potrà essere mai accaduto, se non sono mai prodotti atti deliberativi o apportate modifiche ai documenti finanziari? Forse i soliti atteggiamenti altalenanti del consigliere vanno interpretati in altro modo, la serietà che in questi tre anni ci ha contraddistinto, non è mai andata d’accordo con la questua continua del caro Biferi”.

Udc: chiesta l’espulsione dal partito per Biferi. Oscaro Biferi viene sospeso dal gruppo consiliare dell’Udc e gli oramai ex colleghi di partito, nel chiedono l’espulsione agli organismi provinciale e regionali dello Scudo crociato. E’ oramai partita la resa dei conti nel centrodestra a Montesilvano, e soprattutto nei confronti  di chi, con il voto contrario, ha prodotto le dimissioni di Cordoma. Emblematica, al riguardo, è la nota al vetriolo che i consiglieri comunali dell’Udc hanno diffuso per censurare sia il comportamento di Biferi, che le successive analisi politiche. “Il recente voto in aula del consigliere Biferi, che si è schierato con l’opposizione, “ si legge in una nota, “ e le sue esternazioni sulla stampa contro la maggioranza ci lasciano a dir poco interdetti e non riteniamo che si possa consentire oltre. Abbiamo finto di non vedere, nei mesi scorsi, il progressivo avvicinamento del consigliere ai partiti di opposizione e ai cosiddetti ribelli, e abbiamo preferito non credere alle voci di Palazzo che volevano Biferi alle riunioni promosse dai partiti del centrosinistra per stringere chissà quali accordi sottobanco. Siamo stati molto permissivi, poi, di fronte alle continue assenze di Biferi agli incontri dell’Udc e abbiamo sempre ritenuto di poter contare sulla correttezza del consigliere, considerato che nell’ultima campagna elettorale ha assunto un impegno preciso di fronte ai cittadini. Riteniamo, però, che Biferi abbia dimenticato questi impegni e la correttezza che il mandato elettorale gli impone. Nei giorni scorsi abbiamo avuto la dimostrazione concreta che il rapporto di fiducia e di stima nei confronti di questo esponente della maggioranza sia irrimediabilmente compromesso. Non solo si è schierato contro la maggioranza ma ha accampato una serie di scuse di fronte alle quali non possiamo rimanere in silenzio. Dopo aver mostrato di apprezzare il lavoro degli uffici in merito alla variazione di bilancio ed essere stato consenziente su tutta la linea, mostrando addirittura apprezzamento, ha accampato all’ultimo momento dei banalissimi pretesti, ha protocollato una lettera per chiedere chiarimenti di cui non aveva affatto bisogno e poi, arrivato in Consiglio, si è trovato perfettamente in linea con la minoranza. Non possiamo pensare che sia accaduto tutto per caso, che Biferi sia vittima di una serie di coincidenze. Riteniamo, invece, che con la sua condotta abbia non solo danneggiato la maggioranza ma, cosa ancora più grave per il partito, abbia leso l’immagine dell’Udc. Inutile dire che non ci saremmo mai aspettati comportamenti così infantili dal consigliere, pur essendo un tipo solitario e non sempre avvezzo a partecipare alla vita di partito.  Non potendo più tollerare questo stato di cose abbiamo deciso di sospendere Biferi dal gruppo consiliare ma chiediamo che il caso venga esaminato in maniera approfondita dagli organismi di partito affinché si valuti l’espulsione del consigliere dall’Udc, coinvolgendo eventualmente il livello nazionale”.

 

 

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