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Matteo Salvini contestato a L’Aquila

L’Aquila. Dopo la sua visita nella frazione di Paganica, Matteo Salvini, e’ giunto nella piazza Duomo del capoluogo abruzzese per tenere una conferenza stampa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Arrivato dopo centinaia di metri sotto la sede del Comune, il leader della Lega Nord e’ stato contestato da un gruppo di persone, soprattutto giovani, al grido di “vattene, vattene”. Gli insulti non sono mancati e ad attendere l’arrivo di Salvini anche uno striscione con la scritta ‘L’Aquila non ti vuole, vattene’. Mentre i sostenitori di Salvini lo applaudivano il presidente del Movimento ha mandato un bacio all’indirizzo dei contestatori che, a loro volta, lo hanno apostrofato con l’epiteto “sciacallo”. La protesta, comunque, non e’ andata oltre le parole di offesa.

 

 

 

“Del passato mi interessa relativamente. L’Italia muore di commissioni di inchiesta. Vorrei che ci fosse una commissione per il domani, non per vedere di chi e’ stata la colpa di ieri perche’ qua a furia di guardare al passato non andiamo avanti”. Lo ha detto il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, nel corso della conferenza stampa tenuta stamani a L’Aquila per fare il punto sulla ricostruzione post terremoto a sette anni dal tragico sisma. “Oggi ho incontrato tantissime persone per bene: parroci, mamme, insegnanti, artigiani. E’ una vergogna – ha affermato Salvini – che dall’inizio di quest’anno non lavorino per la ricostruzione gli artigiani di questa citta’ perche’ qualcuno a Roma o in comune ha deciso di privilegiare le grandi aziende che arrivano da altre parti. L’Aquila deve essere ricostruita con la gente del posto. E’ indegno di un Paese civile – ha proseguito – che a sette anni dal terremoto ci sia gente che vive fuori di casa mentre qua qualcuno si preoccupa di chi arriva. Ora – ha detto senza mezzi termini il leader della Lega – io mi incazzo come una bestia per il fatto che ci siano aquilani ed emiliani fuori di casa loro dopo anni dal terremoto e ci sia tutto per chi sbarca domani mattina a Lampedusa”.

“Il Comune non è neanche lontanamente in grado di gestire una roba del genere. Inutile uscire dall’emergenza se non sei in grado di farlo”. Così il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, parla della situazione dei puntellamenti nell’ambito della ricostruzione post sisma visitando Paganica, la frazione più popolosa dell’Aquila. Sorpreso Salvini quando il segretario regionale della Lega in Abruzzo, Paolo Arrigoni, gli ha spiegato che “alcuni professionisti hanno in mano oltre 700 progetti”. “Ma quante vite ci mettono!” ha esclamato Salvini. “Il corso principale del paese sarà l’ultima parte a partire con la ricostruzione” ha fatto notare a Salvini durante la visita il consigliere comunale Daniele Ferella.

 

La mia presenza qua vuole risolvere qualcosa. Se possiamo essere utili in Comune come al Parlamento, alla Regione Abruzzo come al Governo, noi ci siamo. Non ci interessano i diversi colori politici, le beghe politiche, non mi interessa litigare. Mi interesserebbe che riaprisse qualche negozio sul viale centrale de L’Aquila, che i bimbi delle fazioni potessero giocare a pallone sotto casa loro senza farsi chilometri, mi interesserebbe che tornasse ad esserci un tessuto sociale dove i giovani non siano costretti a scappare per lavorare in un’altra parte”. Lo ha detto il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, nel corso della conferenza stampa tenuta oggi al Comune de L’Aquila, in cui e’ tornato a fare il punto sulla ricostruzione post-sisma. “Dico tutto questo – ha osservato il presidente di Noi con Salvini – al di la’ dei fronti politici: se il sindaco non ha pregiudizi e non ha parrocchie e ha quindi bisogno di aiuto, noi ci siamo. Se Renzi o Maria Elena Boschi hanno bisogno di aiuto noi ci siamo perche’ non e’ possibile che la burocrazia blocchi centinaia di progetti. Quello che mi fa imbestialire – ha aggiunto il leader della Lega Nord – e’ sapere che ci sono i soldi ma manca la firma da parte di istituzioni o di burocrati che non hanno voglia e tempo. Questo non esiste.

“Non vorrei che ci fosse qualche fenomeno, tornando alla polemica con Mattarella sui confini e le frontiere che non esistono, che nei prossimi mesi pensasse di riutilizzare le strutture del dopo terremoto a L’Aquila per portarci qualche centinaia di immigrati. So che e’ un business che fa gola a molti – ha osservato – pero’ ritengo si debba prima ricostruire fino all’ultimo mattone e poi preoccuparsi del resto del pianeta. Ricordo sottovoce che come è sacrosanta ed è un dovere l’accoglienza per coloro che scappano dalla guerra, i numeri però ci ricordano che stando alle commissioni prefettizie del governo Renzi coloro che sono riconosciuti come davvero in fuga dalla guerra non sono più del 5% di quelli che stiamo mantenendo negli alberghi di mezza Italia. Per quel 5% – ha infine affermato Salvini – le porte di casa mia sono spalancate, per gli altri biglietti di sola andata da dove sono venuti”.