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Nuova Pescara, Melilla “Iter lento, già persi 8 milioni e 700 mila euro di finanziamenti”

Pescara. Sui rallentamenti dell’iter che porterà alla nascita di Nuova Pescara è intervenuto Gianni Melilla, deputato Sel e Si, due giorni dopo il Consiglio regionale svoltosi a L’Aquila, che tra gli argomenti all’ordine del giorno ha vagliato nuovamente i due progetti di legge presentati dal presidente D’Alfonso.

“La Regione Abruzzo sta scherzando con la democrazia, perdendo tempo per non istituire Nuova Pescara dalla unificazione delle tre città di Pescara , Spoltore e Montesilvano”, è stato il commento di Melilla riguardo alla poca operatività dell’iter, che si prevede lungo: stando al contenuto delle due proposte di legge regionale (n. 206 e 207) infatti, l’istituzione di Nuova Pescara è prevista non prima di gennaio 2019.

Intanto, “Si calcola che la Nuova Pescara ha già perso 8 milioni e 700 mila euro di finanziamenti nazionali e altre svariate decine di milioni di euro dai fondi europei, che privilegiano giustamente gli interventi nelle grandi città metropolitane”, ha sottolineato Melilla. “E si badi bene: questi fondi sono aggiuntivi a quelli che la Regione prende e che potrebbe destinare alle zone interne. Qualcuno si preoccupa dei delicati equilibri istituzionali tra le province abruzzesi, sorvolando sulla circostanza che le province sono state abolite. Mi sembrano solo anacronistiche lotte di campanile tipiche di una vecchia mentalità dura a morire”.

I due disegni di legge, depositati da D’Alfonso lo scorso 5 febbraio, prevedono inoltre che per rendere effettiva la fusione del 2019, sarà necessario che tutti e tre i sindaci dei Comuni coinvolti, cioè Pescara, Montesilvano e Spoltore, approvino l’Atto costitutivo di fusione.

Il programma che s’intende adottare, inoltre, prevede una collaborazione istituzionalizzata per la gestione dei servizi essenziali (quali traffico, rifiuti, trasporto pubblico ecc) ed è stato definito da un Comitato di fusione, costituito con delibera di Giunta regionale, di cui fanno parte il presidente D’Alfonso e i tre sindaci dei rispettivi Comuni.

Un iter dalla tempistica piuttosto lunga, tant’è che anche in sede di Consiglio è stata richiesta un’accelerazione, sollecitata dal direttore del Cna di Pescara, Carmine Salce, sostenuto dal dirigente di Confindustria Chieti-Pescara, Teodoro Ivano Calabrese, e dal presidente della Fondazione Pescarabruzzo, Nicola Mattoscio; Salce è intervenuto in merito ai lavori della commissione ‘Bilancio, Affari generali e istituzionali’ del Consiglio regionale.

L’istituzione del Comune di Nuova Pescara, che prevede la fusione amministrativa dei Comuni di Pescara, Montesilvano e Spoltore è stata votata con referendum del maggio 2014, che ha portato il 70% dei cittadini alle urne e ha determinato la vittoria schiacciante del ‘Si’ con il 64% dei voti.

“Da allora assistiamo ad un balletto indecoroso, soprattutto da parte di chi dovrebbe semplicemente recepire la volontà dei cittadini”, ha commentato Melilla. “Non è semplice eliminare 3 sindaci, 3 consigli comunali, 3 apparati comunali, 3 corti che girano inevitabilmente intorno a 3 comuni cosi grandi. Ma in democrazia contano i cittadini che si sono già pronunciati a grande maggioranza”.

In effetti, i sindaci di Montesilvano e Spoltore non hanno accordato il proprio plauso al progetto di fusione: a Montesilvano è stata presentata una mozione di contrarietà al progetto e il sindaco di Spoltore ha espresso perplessità in merito alla gestione comune dei servizi, quello della raccolta dei rifiuti in primis.

Tra l’altro, lo stesso disegno di legge prevede che per procedere alla futura fusione amministrativa è necessario che i sindaci approvino l’Atto costitutivo, cosa che al momento non sembrano propensi a fare. Come sottolineato dallo stesso Salce, che ha rilevato l’atteggiamento improntato a scarsa collaborazione da parte di alcuni consigli comunali interessati, “senza la previsione di un obbligo specifico e di relative sanzioni, si rischia di contravvenire a quanto manifestato dalla volontà popolare”.

“Mi aspetto dunque da parte della Regione e in particolare dal presidente D’Alfonso un comportamento corretto dal punto di vista istituzionale”, ha concluso Melilla. “E ognuno si assuma le proprie responsabilità”.

“Ci aspetteremmo che un deputato esperto e autorevole come l’on. Gianni Melilla, che a livello regionale sostiene la maggioranza di governo, non partecipasse alla gara della disinformazione sul tema della Nuova Pescara”, ha replicato Andrea Catena, consigliere regionale. “Il Presidente della Regione Luciano D’Alfonso ha pienamente rispettato l’impegno assunto nella seduta di consiglio regionale del 24 novembre scorso, ovvero: presentare entro il mese di gennaio una sua proposta per l’istituzione della Nuova Pescara. Ne sono state presentate ben due, presentate pubblicamente il 2 febbraio e formalmente depositate il 7 febbraio, su cui adesso la Commissione consiliare competente sta discutendo e confrontandosi, così come anche sul testo di cui è firmatario il consigliere Mercante, secondo un iter che il deputato Melilla, in qualità di Presidente del Consiglio regionale emerito, dovrebbe conoscere bene”.

A questo proposito, Melilla ha specificato “Il consigliere del Presidente della Regione Abruzzo, dott. Andrea Catena non ha evidentemente letto bene la mia nota sui ritardi della Regione Abruzzo nel recepimento della volontà dei cittadini di Pescara, Montesilvano e Spoltore di dar vita a Nuova Pescara. I ritardi del Consiglio Regionale sono evidenti essendo passati 2 anni da quel referendum”.

Riguardo ai finanziamenti persi, inoltre, Catena ha affermato: “Non corrisponde al vero, inoltre, che si stiano perdendo i finanziamenti nazionali ed europei per le città metropolitane, poiché le città metropolitane sono quelle previste dalla legge 56/2014 (legge Delrio) ovvero Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria, a cui possono aggiungersi altre città metropolitane adottate dalle Regioni a Statuto Speciale, e dunque anche dopo l’eventuale fusione non vi rientrerebbe la Nuova Pescara”.

“I testi delle proposte di legge presentate dal Presidente della Giunta D’Alfonso, che sono stati elaborati con l’apporto del docente di diritto costituzionale dell’università di Teramo, prof. Romano Orrù, prevedono l’istituzione del nuovo Comune a partire dal 1° gennaio 2019. Non ci sono precedenti in Italia di comuni di 200mila abitanti nati da fusione e non esistono precedenti nel mondo di fusioni di comuni con queste dimensioni complessive sorti in meno di due anni: sfido l’on. Melilla, come altri che hanno in queste settimane evocato la necessità di tempi più stringenti, a citare un solo caso nel mondo. Non lo troverà, perché non esiste”.

“Al dott Catena dico che ho mai parlato di città metropolitana”, ha ribattuto Melilla, “anche se in modo lungimirante, ben 23 anni fa, presentai alla Camera dei Deputati una proposta di legge (è agli atti) per la istituzione della Citta metropolitana di Pescara: naturalmente quella proposta non fu approvata”.

“Tutti conoscono gli incentivi che vanno non solo alle Città Metropolitane , ma anche alle grandi Città e gli aiuti finanziari dello Stato per la fusione dei comuni. Il fatto poi che questa fusione riguardi 3 grandi Comuni sarebbe un fatto inedito di straordinario valore nazionale”.

Ultimo punto, la collaborazione dei Comuni interessati, in merito alla quale Catena ha sottolineato “Dovranno essere sentiti anche i Comuni interessati, il cui coinvolgimento è necessario, perché appartiene al mondo delle fantasticherie pensare che si possa fare la fusione senza la loro partecipazione attiva. Tutto ciò, fermo restando che per il nostro ordinamento è il Consiglio regionale che dovrà fissare la data di scioglimento dei Comuni preesistenti e di istituzione del nuovo Comune.
Non esiste dunque alcun elemento fattuale che possa avvalorare una volontà dilatoria della Giunta regionale”.

Su questo aspetto, Melilla ha replicato “Le ostilità interne ai consigli e alle giunte comunali interessate sono spiegabili. Bene avrebbero fatto però quei sindaci e consiglieri comunali oggi contrari, se si fossero impegnati di più e meglio nel referendum per il no alla fusione: magari il risultato sarebbe stato diverso”.

E conclude “Svolgo la mia funzione di parlamentare abruzzese nel chiedere al Consiglio Regionale ( non alla Giunta, non essendo nei suoi poteri) di fare una scelta, e mi rivolgo a tutte le forze consiliari, perché un ridisegno così ambizioso dell’assetto territoriale regionale non può essere una questione di maggioranza”.

“Respingo quindi ogni intento polemico e mi auguro che prevalga una cultura istituzionale e soprattutto il rispetto della volontà del referendum istitutivo di Nuova Pescara. Questa è la mia volontà: rispettare quel referendum oppure dire apertamente che lo si vuole ignorare”.