L’Aquila. Da L’Aquila a Piazza del popolo la bandiera di Arcigay “M.Consoli” sventolerà alla manifestazione nazionale prevista per sabato 5 Marzo a Roma.
‘Il nostro circolo sarà presente per sostenere il riconoscimento e l’uguaglianza di tutte le famiglie, la cui esistenza non può essere messa in discussione dallo squallido gioco politico che in queste settimane si sta consumando in Parlamento.
Quanto avvenuto in Senato, ha messo in luce una volta per tutte quanto sia pericolosa la povertà valoriale del Movimento 5 stelle, che anteponendo il giustizialismo al risultato democratico, ha fatto sì che nel ddl Cirinnà venissero lasciati indietro i figli delle coppie omogenitoriali, mettendo a rischio una legge che il movimento omosessuale chiede da decenni’.
Lo sostiene il presidente dell’Arcigay L’Aquila Leonardo Dongiovanni.
‘Alla fine di questa faccenda chiederemo il conto anche alla Senatrice Blundo, che in queste travagliate settimane non si è mai degnata di rispondere al telefono, se non per interposta persona ed in barba agli slogan della sua campagna elettorale; questo è bene che gli aquilani lo sappiano.
L’imposizione dei simboli religiosi e della tradizione poi, non rende onore neppure ai credenti. Chi brandisce il crocifisso come fosse un’arma nei luoghi della democrazia, non è diverso dai fondamentalisti islamici, così come chi vorrebbe farci vivere i nostri diritti come una mera concessione, dovrebbe andare a vivere nel deserto del Kalahari. La settimana scorsa al Consiglio Comunale si è consumata una scenetta fantozziana degna della migliore commedia all’italiana. Offensivo pensare che fosse tutto estremamente reale
Ma la nostra indignazione va soprattutto ai “Lancillotto” dell’ultima ora che vorrebbero insegnare a noi omosessuali il rispetto per il corpo della donna, senza avere la benché minima consapevolezza di cosa sia il diritto all’autodeterminazione per cui il grande Movimento Femminista lotta da decenni. La liberazione degli omosessuali passa attraverso le medesime finalità che condussero le donne a dire “basta” alle imposizioni dettate dalla famiglia patriarcale, che per secoli è stata uno paravento per tutti quegli uomini deboli a cui serviva un’istituto per giustificare l’esercizio del proprio strapotere.
E’ ora che tutti i pruriginosi d’Italia la smettano di sbirciare sotto le lenzuola altrui e ci permettano di vivere le nostre esistenze facendo fare un salto evolutivo al nostro Paese.
Per tutti questi motivi saremo a Roma sabato a gridare per noi stessi e per chi non può ancora farlo la fine delle vergognose limitazioni alla piena cittadinanza delle persone gay e lesbiche in Italia ed è bene che tutti prestino ascolto’, conclude Dongiovanni.