Montesilvano. Interviene sulla questione relativa al depuratore del fiume Saline il Pd di Montesilvano, che con una nota stampa ha comunicato:
“Ci spiace constatare che l’attenzione alle acque superficiali che in questi giorni sta mobilitando associazioni ambientaliste e di categoria, forze politiche, ACA e la stessa Regione anche in vista della stagione estiva, non si riverberi sul degradato fiume Saline”.
“Ricordiamo che il depuratore manca da anni del sistema di trattamento terziario per la riduzione dei solidi disciolti e delle sostanze nutrienti, causa principale dell’eutrofizzazione del corpo idrico. Infatti stando ai risultati dell’ultimo monitoraggio delle acque superficiali dell’Arta nelle due stazioni di campionamento, i dati non sono di certo confortanti, in particolar modo in riferimento alle cariche batteriche superiori ai limiti tabellari e i conseguenti indicatori di qualità biologica. Eppure sono circa 34 i milioni di euro previsti nel piano di efficientamento dei depuratori della Regione”.
Viene affrontata anche la questione relativa al Contratto di fiume ‘Tavo-Fino-Saline’, firmato lo scorso aprile dai Comuni di Montesilvano, Città Sant’Angelo, Collecorvino, Moscufo e Cappelle sul Tavo: contratto che ha l’obiettivo di siglare accordi con partner pubblici e privati, al fine di provvedere alla manutenzione del territorio e ad un corretto uso del suolo.
“Avevamo colto con soddisfazione l’adesione al contratto di fiume, quale strumento di programmazione strategica e negoziata per la salvaguardia e riqualificazione fluviale del bacino, proposto dal Partito Democratico prima ancora che subisse un accelerazione (da tre a otto) grazie al lavoro che sta portando avanti il nostro Assessore regionale Pepe”.
“Tuttavia, se è pur vero che è stato sottoscritto a dicembre del 2014 un manifesto d’intenti tra alcuni sindaci del sottobacino, a più di un anno cosa ha comportato in termini di progettualità condivise?”
“Dunque, ci saremmo aspettati che alla carta d’intenti fosse seguita l’attivazione di un concreto processo partecipativo non solo per l’identificazione delle ben note criticità, attraverso una caratterizzazione ambientale, territoriale e socio-economica, ma soprattutto la definizione di azioni condivise e di un documento strategico di programmazione integrata e multidisciplinare con un orizzonte temporale ben definito finalizzato al raggiungimento degli obiettivi della direttiva 2000/60/CE (direttiva quadro sulle acque). In questo modo avremmo potuto concorrere a risorse importanti disponibili nel FESR, in finanziaria, e nell’ambito dei bandi europei Horizon 2020 e Life 2014-2020”.