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Chieti, Team Extra su gestione acqua pubblica

Chieti. Il 28 Dicembre 2015, in seconda convocazione, il Consiglio Comunale di Chieti ha deliberato, con 27 voti favorevoli (unico astenuto dei presenti Luigi Febo), di concedere in uso gratuito la gestione del Servizio Idrico Integrato a favore del soggetto individuato dalla legge regionale n.9 del 2011.

 “Tale soggetto – si legge in una nota del Team Extra – non potrà che essere l’ERSI (Ente Regionale Sistema Idrico Integrato), visto che la norma regionale dichiara la costituzione di questo organo, che prende in carico tutte le competenze degli ex ATO (Ambito Territoriale Ottimale) Acqua, compresa la garanzia di efficienza del servizio e oculatezza nella gestione delle risorse economiche correlate. Nel Decreto legge 133 del 2014 art.7 2bis si sottoscrive che dove necessario (e quindi non sempre) per una maggiore efficienza e qualità di servizio all’utenza, è consentito l’affidamento del servizio idrico ad un ente che copra l’intera Regione. Nella delibera comunale teatina si vota a favore di un maxi-emendamento, con cui si vanno ad eliminare alcune diciture, come l’affidamento all’ERSI, senza però proporre una alternativa di gestione, dando l’impressione di assumere un atteggiamento ambiguo. In tale delibera il Comune di Chieti sottoscrive che la tariffazione della bolletta dell’acqua resterà invariata, ma dichiara, allo stesso tempo, che appena questo “famigerato” soggetto, gestore delle acque, sarà ufficializzato, il calcolo del costo della bolletta diverrà unico per l’intera Regione. Quindi risulta difficile pensare che, una volta definita una tariffa unica regionale, i costi rimangano invariati. Inoltre, considerando che la maggior parte degli enti, i quali gestiscono attualmente il servizio idrico nei vari comuni abruzzesi, hanno palesemente i propri bilanci in rosso, pare scontato un aumento della bolletta. Uno di questi enti è proprio ACA spa, il quale, secondo l’accusa della Procura di Pescara, avrebbe accumulato passività per circa 120 milioni di euro. Nel testo originale della delibera si evince come debba essere ACA spa l’azienda incaricata a prendere in affidamento il servizio idrico, nonostante il maxi-emendamento rimuova il riferimento ad ACA spa, rimandando la trasmissione della delibera semplicemente agli uffici competenti della regione Abruzzo. Se si tiene conto, tra l’altro, che in passato, molte società di gestione idrica hanno applicato incrementi tariffari su servizi di fognatura e di depurazione anche a chi non ne usufruiva, non pare così ovvio credere nei concetti di efficienza e oculatezza. A tal proposito è doveroso ricordare che in Abruzzo la quasi totalità degli impianti di depurazione sono fuori norma: in base ad uno studio regionale gli investimenti necessari per le opere di adeguamento dovranno essere di circa 1 miliardo di euro, e per trovare tale copertura finanziaria si ricorrerà inevitabilmente alle tasche dei consumatori”.

 “Le poche risorse che la Regione Abruzzo potrebbe ricevere tramite i fondi FAS – conclude la nota – sono stati messi in discussione, dato che l’Italia, grazie anche alla nostra regione, ha subito una condanna dalla Corte Di Giustizia dell’Unione Europea nel luglio 2012 per il non rispetto delle norme di depurazione e per il mancato adeguamento alle norme che regolano il trattamento delle acque reflue. Fra gli interventi aperti che sono bloccati ci sono: il fiume Pescara, la rete fognaria di Chieti, i collettori fognari di Brecciarola e l’adeguamento del depuratore di San Martino. Infine risulta del tutto incomprensibile come tale delibera sancisca l’istituzione di uno sportello informativo e di sostegno per la cittadinanza, visto che essendo a spese del soggetto gestore, si rischia che sia l’utente stesso a sostenere questo servizio praticamente inutile”.