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Tribunale Chieti, Alfano presenta provvedimento legislativo per fondi ristrutturazione

Roma. Trovata questo pomeriggio presso il Ministero di Grazia e Giustizia la soluzione per la ristrutturazione del Tribunale di Chieti. Attorno al tavolo delle trattative si sono ritrovati il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, il presidente del Tribunale di Chieti, Geremia Spiniello, il Procuratore della Repubblica, Pietro Minnini, il presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio e il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Chieti, Pierluigi Tenaglia.

Sarà  un provvedimento legislativo, che il ministro Angelino Alfano porterà  in Consiglio dei Ministri, a reperire gli oltre 6 milioni di euro necessari per la ristrutturazione del Tribunale.

Dopo un’ampia analisi del problema relativo ai lavori da realizzare è  stato, infatti, presentato il progetto messo a punto dall’Ufficio Tecnico della Provincia, che prevede una spesa di 6,7 milioni di euro per la messa in sicurezza totale dell’intero edificio. In questo modo la sede potrà tornare ad ospitare tutti gli uffici giudiziari, molti dei quali ora sono dislocati in via Arniense, nella sede concessa dalla Provincia all’amministrazione giudiziaria.

 

Al termine della riunione, Chiodi, Di Giuseppantonio e Di Primio hanno incontrato il ministro Alfano, che ha confermato l’ipotesi di inserire il finanziamento necessario ai lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza all’interno di un provvedimento legislativo ad hoc, un progetto di Finanza per aumentare le superfici utilizzabili per il Tribunale di Chieti.

“Un concreto spiraglio di sole”. Così ha definito la soluzione trovata il presidente della Provincia di Chieti. “Siamo ottimisti sulla definizione in tempi ragionevoli della situazione del tribunale di Chieti, che presto potrà tornare nella sua sede storica di piazza San Giustino. L’impegno e la tenacia di tutte le istituzioni in questa occasione è riuscito a raggiungere un obiettivo fondamentale che per me era prioritario sin dal giorno del mio insediamento, in considerazione della massima disponibilità della Provincia a venire in contro alle esigenze degli uffici giudiziari”.

Nei prossimi giorni Birritteri rimetterà al Ministro della Giustizia Alfano una relazione che consentirà al governo di ricercare i fondi per finanziare i lavori di ripristino e messa in sicurezza del Tribunale di Chieti.

La replica del Pd. “Tribunale: altro che soldi subito. Si tratta di una nuova promessa e nulla di più, la stessa che il Governo aveva formulato un anno fa subito dopo il terremoto. La nostra iniziativa in Parlamento”, hanno dichiarato l’onorevole Tenaglia e il Senatore Legnini, “ha consentito di accertare come stanno effettivamente le cose sul recupero del Tribunale e ha  finalmente posto le autorità locali di fronte all’urgenza di attivarsi con la sollecitudine che le esigenze poste dagli operatori richiede. Dopo 15 mesi dal sisma il Governo ha dovuto ammettere nell’incontro di ieri a Roma ciò che noi avevamo sostenuto già durante la discussione del decreto Terremoto e cioè che occorre una specifica disposizione normativa con un ben individuato stanziamento perché Chieti, come è noto, è fuori dal cratere e per gli edifici pubblici fuori cratere non sono previsti interventi nella legge sulla ricostruzione. Tale tema fu posto con specifici emendamenti sia al senato che alla camera sin dai mesi di giugno e luglio del 2009 ma allora il Governo e la maggioranza, con i voti anche dei parlamentari abruzzesi del pdl, rigettarono le nostre proposte. Solo adesso, dopo le nostre interrogazioni, il Governo afferma ciò che un anno fa negò e cioè che occorre, appunto, una specifica norma di legge. La promessa di ieri non è altro che la reiterazione dell’impegno,  assunto in forma ben più solenne, che il Governo ebbe ad assumere alla Camera con l’approvazione dell’odg proposto dall’onorevole Tenaglia. Per fare una legge occorre tempo e altro tempo ancora occorrerà per ottenere le risorse e avviare i lavori, con il rischio che prima di un anno non si riesca neanche ad aprire il cantiere. Se si vuole una procedura veloce l’unica soluzione è quella di approvare la legge nelle commissioni parlamentari competenti senza passare in aula, procedura che richiede il consenso espresso dei gruppi di opposizione. Noi siamo disponibili a fornire il nostro consenso e a votare a favore del provvedimento. Il Governo ce lo chieda, nei modi che i regolamenti delle camere richiedono, e la smetta di rinviare un problema che va affrontato e risolto con urgenza”.