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Teramo, D’Alberto (Pd): “Consiglio comunale ridotto ad un’assemblea di condominio”

All’indomani del consiglio comunale che ha approvato l’assestamento di bilancio, torna a chiedere la fine dell’agonia per l’attuale giunta teramana, il Pd che, per voce del suo capogruppo Gianguido D’Alberto, non lesina critiche ad una maggioranza che, nei fatti, pare non esserci più.

“Nel giorno stesso in cui la maggioranza di centrodestra, per le residue manifestazioni di un dovere di appartenenza sempre più sbiadito, approva un assestamento di bilancio che conferma la disastrosa situazione delle finanze comunali con un incremento delle spese correnti di ulteriori 500 mila euro e con l’azzeramento del fondo di riserva”, scrive in una nota il capogruppo, “si consuma un ulteriore atto che testimonia il dissesto politico dell’Amministrazione Brucchi, ormai assolutamente incapace di esprimere un benché minimo indirizzo politico-amministrativo condiviso con e dalla sua maggioranza”.

Oltre al ritiro della delibera sulla concessione dei parcheggi in piazza del Carmine e in via Savini ai Carabinieri, il riferimento è alla proposta non inserita all’ordine del giorno, fatta dalle opposizioni, per ritirare l’incarico al presidente del Consiglio Comunale, Milton Di Sabatino, che ha mandato nel panico la maggioranza, costringendo il sindaco ad una imprevista riunione con la sua coalizione.

“Un Consiglio comunale”, scrive ancora D’Alberto, “che viene ormai mortificato nella sua interezza e trattato alla stregua di un’assemblea di condominio, esautorato e costretto a ratificare decisioni prese nelle stanze della Giunta dei Nove Assessori, ormai lacerata e che, navigando sempre più a vista, sta facendo pagare quotidianamente ai cittadini le sue inefficienze. Una mortificazione dell’Assise civica che colpisce non solo la minoranza, il cui lavoro viene ormai da tempo costantemente ostacolato, ma anche e soprattutto quel che resta dei gruppi di maggioranza in Consiglio che finalmente cominciano a manifestare opportuni scatti di autonomia e significativi segnali di distinguo rispetto a scelte amministrative sempre più autoreferenziali sotto l’aspetto politico e fallimentari dal punto di vista amministrativo”.

Per questo D’Alberto invita Maurizio Brucchi a prendere atto della situazione e a trarne “le inevitabili scontate conclusioni”.