Pescara. Presentate le controproposte per la modifica del Piano sanitario regionale che riguarda i Comuni della provincia di Pescara nel corso di una conferenza svoltasi questa mattina con il capogruppo regionale di Forza Italia, Lorenzo Sospiri; gli amministratori della Provincia; i sindaci dei Comuni di Pianella, Collecorvino, Scafa, Moscufo, Elice, Catignano, Montesilvano; vicesindaci e assessori dell’area vestina, di Cepagatti e degli altri territori.
“Con una lettera indirizzata al Governatore D’Alfonso, Commissario ad acta per la sanità, e all’assessore delegato Paolucci abbiamo presentato le nostre controproposte” ha illustrato Sospiri. “In prima ipotesi, riconoscere anche alla nostra provincia il diritto a 1 Dea (Dipartimento d’emergenza e accettazione) di primo livello, a Pescara, e a 2 ospedali di base, Penne e Popoli, al pari di quanto previsto, per esempio, per Teramo, tenendo conto del bacino di utenza di 350mila abitanti e dei 121mila accessi l’anno ai tre Pronto soccorso; o, in seconda ipotesi, riorganizzare il sistema Pescara con una rete di ‘Ospedali Riuniti Pescaresi’ in modo da poter comunque spalmare le emergenze-urgenze nei tre nosocomi”.
Il documento è stato sottoscritto da molti amministratori locali della provincia”.
“Partiamo dai numeri: il Decreto prevede la riorganizzazione dell’offerta sanitaria sulla base di tre parametri: l’utilizzazione dei posti letto per ciascun abitante; gli accessi alla rete dell’emergenza-urgenza; i reparti di grande rilevanza, sempre considerando il bacino d’utenza. Sulla carta vengono riconosciuti i Dea di primo livello tra i 150mila e i 300mila abitanti; ospedale di base tra gli 80mila e i 150mila abitanti; deroghe per aree svantaggiate sempre con un bacino di utenza tra gli 80mila e i 150mila abitanti. E come primo atto si impone la riduzione dei Pronto soccorso”.
“Ora: la provincia di Pescara ha un bacino di 350mila abitanti censiti, ma, dal Piano di riorganizzazione predisposto oggi, questo dato appare del tutto insignificante a discapito del nostro territorio. E infatti sono previsti 7 Dea di primo livello, ossia Pescara, L’Aquila, Chieti, Teramo, Avezzano, Lanciano e Vasto; 4 ospedali di base, ossia Sulmona, Atri, Giulianova e Sant’Omero; 1 area svantaggiata a Castel di Sangro. Scompaiono i Pronto soccorso di Penne, Popoli, Ortona, Atessa e Guardiagrele. Solo in seguito alle proteste si è avanzata l’ipotesi di chiedere una deroga come ‘area svantaggiata’ per l’ospedale di Penne, ma anche quest’ipotesi sembra destinata a fallire, visto che il riconoscimento di ‘area svantaggiata’ è già stato respinto lo scorso luglio”.
“E comunque Penne non sarebbe mai un ospedale di base, ovvero avrebbe diritto solo a qualche ambulatorio e un Pronto soccorso sino ai codici verdi. A questo punto, fuori da ogni campanilismo, che però neanche intendiamo subire, si chiede perché la provincia di Pescara debba essere vittima di una evidente penalizzazione rispetto a un Piano che mostra delle palesi incongruenze rispetto ai trattamenti riservati alle altre 3 province: su L’Aquila verranno comunque garantiti 2 Dea di primo livello e 1 ospedale di base; su Teramo 1 Dea di primo livello e 3 ospedali di base; su Chieti 3 Dea di primo livello; su Pescara 1 solo Dea, prevedendo, chiaramente, di dirottare su un unico Pronto soccorso 150mila accessi annui (dato facilmente stimabile dopo la chiusura di Penne, Popoli, e Ortona)”.
“E questo nonostante la Asl pescarese sia in perfetto pareggio di bilancio; non abbia eccedenze di posti letto, e per i Lea, ossia le eccellenze, siamo a metà classifica. Due, a questo punto, le nostre controproposte: prima ipotesi, il riconoscimento per Pescara, ossia per un bacino di 350mila abitanti, di 1 Dea di primo livello e 2 ospedali di base, Penne e Popoli, esattamente come per Teramo”.
“In seconda istanza, si chiede di predisporre che l’intera rete della sanità pescarese venga organizzata come ‘Ospedali Riuniti Pescaresi’ e che i 121mila accessi annui minimi nei tre Pronto soccorso (dato 2014: 95.696 Pescara; 14.415 Penne; 11.718 Popoli) siano pensati come ‘spalmati’ sui tre territori”.
“Chiediamo ufficialmente che le nostre proposte siano inserite a modifica del Piano di riorganizzazione dell’assetto della sanità pescarese, da presentare e difendere dinanzi al Governo Renzi, sanità, quella della nostra provincia, che non accettiamo venga strumentalmente ‘sacrificata’ in nome di logiche estranee al buon governo di un territorio”.
“L’idea di Sospiri sulla sanità pescarese declassa l’ospedale di Pescara – che è il più utilizzato in Abruzzo – per lasciare uno status quo non più sostenibile economicamente e giustificabile organizzativamente”. Risponde così il coordinatore della maggioranza in Consiglio regionale Camillo D’Alessandro a proposito della proposta di riorganizzazione della sanità in provincia di Pescara formulata oggi in conferenza stampa dal consigliere regionale Lorenzo Sospiri.
“La classificazione degli ospedali – spiega D’Alessandro – non deriva da una rigida applicazione del decreto Lorenzin. La verità è che bisogna costruire una rete che preveda la specializzazione di ciascun presidio, e la Asl unica serve proprio a questo. Penne avrà la rete di emergenza-urgenza e Popoli sarà centro riabilitativo dotato di un punto di primo intervento h. 24 che mira a escludere il sovraffollamento dell’ospedale di Pescara. Se lasciassimo tutto come è ora, avremmo tanti doppioni e molti reparti con poche prestazioni; dobbiamo invece elevare la qualità delle prestazioni di ogni presidio”.