Teramo, la maggioranza perde pezzi: via Micheli e Sbraccia

Teramo. Consiglio Comunale dai colpi di scena questa mattina: i consiglieri di maggioranza, Raimondo Micheli e Mimmo Sbraccia, aderenti al partito Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, hanno infatti annunciato il loro addio alla maggioranza.

Lo strappo, di cui si aveva sentore da tempo ma a lungo rimandato, si è consumato qualche minuto prima della votazione sui lavori di Villa Pavone, che prevedono la realizzazione di una rotonda che eliminerà i passaggi a livello, sulla quale, tuttavia, i due consiglieri non hanno fatto mancare il proprio sì.

“Il nostro voto”, ha spiegato Micheli, “vuole essere di appoggio ai provvedimenti che riteniamo utili per la città. Ma dal punto di vista politico non ci riconosciamo in questa amministrazione che non si può più definire di centrodestra”.

Per il consigliere, dunque, non è affatto una questione di ripicca, come qualcuno aveva alluso vista la mancanza di cariche o incarichi assegnati a componenti del partito, ma è una questione di stile e di modo di fare politica.
“Non abbiamo visto da parte del sindaco”, continua Micheli, “una volontà di confronto, condivisione con il nostro partito che, come abbiamo testimoniato con i fatti, ha cercato sempre di dare il proprio contributo in termini di idee e di responsabilità. La sensazione è che le decisioni più importanti, quelle che riguardano anche il modo di pensare una città più a lungo termine, vengano prese dentro l’ascensore di un condominio, senza il necessario coinvolgimento ad esempio dei sindacati o dei comitati di quartiere e questo non ci può più andare bene”.

Micheli lamenta anche il fatto di aver appreso dalla stampa alcune delle scelte più significative portate avanti dall’amministrazione, vedi il polo scolastico o la questione dei disabili, senza che il sindaco, cui si deve aggiungere anche il ruolo di vice coordinatore regionale di Forza Italia, si sia posto il problema di chiedere a Fratelli d’Italia cosa ne pensasse.

Dal canto suo, Maurizio Brucchi ha accolto senza troppi drammi questa scelta, limitandosi a commentare con un “cercherò di capire meglio le motivazioni” e apprezzando il fatto che, al di là dell’atto politico di grande forza, si sia mostrata una grande responsabilità votando comunque un atto amministrativo fondamentale per l’amministrazione.

E dal Pd arriva l’ennesima conferma di come la maggioranza continua a mantenersi a galla a stento e di come sia evidente un malessere generale, con un epilogo ormai vicino per un progetto politico fallimentare. “A questo punto il sindaco, che si avvicina sempre più alla temuta anatra zoppa”, continua Maurizio Angelotti, segretario dell’Unione comunale del Pd, “dovrebbe riflettere e fare un passo indietro nel bene della città di Teramo”.

“Ebbene alla fine è successo”, scrive in una nota Fabio Berardini del Movimento 5 Stelle, “la giacca del Sindaco Brucchi è giunta al punto di lacerarsi tante sono state le tiratine che ha ricevuto durante questo primo anno di mandato, evidenziando concretamente l’assoluta instabilità della propria maggioranza. Non si pensa più alla Città, non si pensa più ai cittadini, alle manutenzioni od ai servizi essenziali: ormai si pensa solo ad interessi personali ed ai grandi appalti che rischiano di essere sempre di più una ghiotta occasione per sprecare milioni di euro”.

E, tornando a chiedere le dimissioni del sindaco, così come è successo di recente a Roma, i pentastellati si dicono pronti a guidare la prossima amministrazione.

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