Dimissioni in un Pd frammentato
Quattro correnti sembrerebbero farsi avanti, con quali idee? Una politica di squadra che sembrerebbe vacare, le redini tenute da troppe persone che non conducono ad un’unione: D’Ambrosio-Dipetrantonio, De Dominicis-D’Angelo sulla scia di D’Alfonso, Castricone e Dimatteo, quanti nomi che vanno solo a generare una grande divisione interna, portando a ben poco.
Ed il capogruppo non può che annunciare così le dimissioni impellenti, un congedo che arriva puntuale dopo le ultime polemiche generate dal consigliere comunale Pd Antonio Blasioli, che per far fronte alla crisi che il partito sembra attraversare aveva scritto una missiva al segretario generale, Pierluigi Bersani, in cui lamentava la lontananza della rappresentanza romana dal pd pescarese. “Un sostegno mancato in seguito alle vicende giudiziarie, quasi un imbarazzo”, questo quanto Blasioli dichiarava. Quel sostegno che sembrerebbe esser venuto meno proprio ad Alessandrini. Neanche l’incontro avuto a Roma, nei giorni scorsi, con il parlamentare Angelo Orlando , responsabile della giustizia non lo ha convinto a tornare sui suoi passi: “nell’incontro ho chiesto anch’io una presenza maggiore del partito e mi hanno detto che verranno a Pescara il prima possibile”, dice Alessandrini, ma il suo lavoro sembrerebbe essere giunto ormai al capolinea.
Le motivazioni di Alessandrini
Per evitare ulteriori stappi, Alessandrini giustifica il passo con un lavoro che gli richiederebbe un impegno troppo grande, soprattutto ora che il partito gli ha affidato anche l’incarico di responsabile giustizia e legalità: “non posso più ricoprire l’incarico di capogruppo perché ho troppi impegni. Ho deciso di lasciare più spazio a chi ha meno impegni di me”. Entro l’estate il Pd sarà costretto dunque, a cercarsi un degno sostituto. I nomi non tardano a venire, la corsa alla successione è appetibile più che mai.
Il nuovo capogruppo
Chi raccoglierà il testimone di Alessandrini come capogruppo del Pd? La rosa dei nomi, ovviamente, è ristretta tra i consiglieri eletti. Ed in testa spunterebbero candidature di veterani Pd: in pole position Moreno Di Pietrantonio, anche se molti consiglieri non sembrerebbero condividere la decisione, a conferma della frammentata situazione interna al partito. Si fa largo così anche il nome dell’ex vicesindaco nella giunta D’Alfonso, Camillo D’Angelo. “Quanto più conta però è che il mio successore, -dice il quasi-ex capogruppo- possieda tre requisiti fondamentali che portino ad un rinnovamento: passione, interesse e disponibilità”.
In attesa che a giugno Pescara accolga parlamentari ed europarlamentari Pd, come recentemente annunciato dal segretario cittadino Castricone, la riorganizzazione non sembra poter più aspettare.
Monica Coletti