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Radioterapia fuori uso all’ospedale di Pescara, l’indignazione di Acerbo

Pescara. “La situazione che si è determinata nella Asl di Pescara con il guasto all’apparecchiatura per la radioterapia e i disagi enormi che ha provocato ai malati oncologici rappresenta una vicenda vergognosa e avrebbe meritato un immediato intervento da parte della Regione”. E’ quanto denuncia Maurizio Acerbo, esponente di Rifondazione Comunista, il quale si chiede “se Asl e Regione hanno fatto tutto quanto era possibile per alleviare disagi e garantire trattamenti: la mia risposta – dice – è no. D’Alfonso aveva promesso coccole ai malati e che la Regione sarebbe stata dovunque. Non mi pare proprio”.

Le condizioni di “degrado” in cui versa l’ospedale di Pescara erano stata denunciata già nei giorni scorsi dal consigliere regionale Domenico Pettinari (M5s), che ha parlato di “situazione raccapricciante”.

“Proviamo solo a immaginare il calvario di chi, già alle prese col terribile male – sottolinea Acerbo – ha dovuto interrompere i trattamenti o non li ha potuti iniziare o  è dovuto andare fuori Regione. Non si può far finta di niente o attribuire la colpa solo a un guasto tecnico. L’accelleratore si è rotto da tempo, cosa naturale visto che ha circa 20 anni, e pare che ci siano stati problemi da parte del fornitore a procurare il pezzo di ricambio. Emerge chiaramente un deficit di programmazione perché una cosa del genere non era certo imprevedibile essendo la macchina vecchia”.

“I pazienti – prosegue Acerbo – stanno subendo disagi enormi e solo una parte di loro è stata dirottata a Teramo e Chieti. Mi piacerebbe proprio sapere se sulla base di criteri medici o di conoscenze, relazioni, raccomandazioni come accade di solito nella nostra regione. Per avere una macchina nuova operativa tra gara e lavori non semplici ci vorrà sicuramente più di un anno. Circola voce che forse entro ottobre la macchina vecchia sarà di nuovo funzionante ma, considerata la tradizione a cui siamo abituati, i tempi potrebbero dilatarsi”.

Ironizzando sulle “coccole” promesse “ai malati” da D’Alfonso in campagna elettorale, Acerbo afferma che “malati e familiari che attendevano di iniziare o riprendere trattamenti si son sentiti dire che non c’era posto sufficiente negli altri ospedali. Purtroppo la cosa non è vera, nel senso che era ed è possibile fare qualcosa che non è stato finora fatto. La Regione, che dovrebbe coordinare le Asl di fronte a un’emergenza di questo tipo – dice ancora – avrebbe dovuto riunire le Asl abruzzesi e intervenire subito per aumentare la possibilità di utilizzare le macchine in dotazione delle Asl di Teramo e Chieti. La cosa non sarebbe particolarmente difficile. Stanziando le adeguate risorse aggiuntive il personale delle Asl di Chieti e Teramo potrebbe fare un turno giornaliero in più (cioè far lavorare le apparecchiature anche di sera) e aumentare quindi il numero dei pazienti assorbendo quelli provenienti dalla Asl di Pescara”.

“Faccio notare, tra l’altro – afferma ancora l’esponente di Rifondazione – che se non si aggiungono turni i malati pescaresi tolgono posto  a quelli delle altre Asl e quindi la cosa migliore nell’immediato e quindi l’intervento che proponiamo andava immediatamente predisposto. Si tratta di un intervento che avrebbero dovuto predisporre in anticipo per affrontare situazioni come questa. La cosa grave è che l’assessore regionale Paolucci e/o il presidente D’Alfonso non abbiano convocato, né immediatamente appena l’apparecchiatura si è rotta e neanche nelle settimane successive, un tavolo di emergenza con le ASL e il subcommissario alla sanità per predisporre tutti gli interventi possibili”.

“La Regione evidentemente è ovunque, ma non dove serve e dove dovrebbe stare. Come si può giustificare che a fronte di centinaia di malati oncologici disperati non si sia immediatamente intervenuti nell’ambito del possibile per porre riparo alla situazione? Invito la Giunta Regionale a darsi una mossa – conclude Acerbo – e a prendere in considerazione la proposta avanzata di Rifondazione Comunista”.