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Mucci, D’Ercole e Caravaggio sulla questione depuratori: ‘Di Rito risarcisca Rocca’

Rocca San Giovanni. “Sulla questione, grave, dei depuratori posti sottosequestro dalla Procura di Lanciano abbiamo presentato un’interrogazione in consiglio comunale per chiedere se il Sindaco era a conoscenza della grave inefficienza dei depuratori e cosa avesse fatto nei suoi lunghi mandati amministrativi per sollecitare la SASI per lo spostamento e la costruzione di nuovi depuratori più moderni e con tecniche più funzionali”.
Così in una nota i consiglieri comunali di Rocca San Giovanni, Fabiana Mucci, Silvino D’Ercole e Emilio Pio Caravaggio, che aggiungono: “Naturalmente la risposta in consiglio è stata sconcertante; dall’amministrazione comunale solo una lettera di sollecito di spostamento datata 10 dicembre 2010 e poi 5 anni di silenzio-assenso, delle politiche della SASI.
Già perché mentre oggi il Sindaco denuncia e chiede rimborsi alla SASI per il danno cagionato all’immagine di Rocca, in questi lunghi anni (15) ha approvato tutti i bilanci della SASI, non risulta a verbale sui bilanci alcuna dichiarazione per interventi di spostamento e costruzione di depuratori nel nostro Comune. Non solo, egli, in qualità di principale rappresentante dell’allora UDC, ha partecipato alla divisione delle poltrone SASI inserendo un suo rappresentante politico all’interno del Consiglio d’amministrazione. Si è fatto un gran parlare di carrozzoni, a proposito del parco della Costa Teatina, in questi mesi ma quando servono per occupare le poltrone sono decisamente utili. Quindi riteniamo che la SASI deve giustamente risarcire il nostro Comune per il danno di immagine cagionatoci, deve immediatamente provvedere a sostituire tutti i depuratori del nostro paese visto che non svolgevano, non svolgono, a non svolgeranno affatto la funzione per cui sono preposti, ma riteniamo altresì che il nostro Sindaco sia anch’egli corresponsabile sia per l’inerzia dimostrata nel sollecitare la soluzione del problema, che è stato tenuto nascosto all’opinione pubblica e che è venuto a galla solo per l’intervento della Procura, sia per aver avallato e condiviso per 15 anni le politiche della SASI”.

“Chiediamo il risarcimento economico – concludeono i consiglieri – e un maggiore impegno politico in favore del nostro paese sulle questioni importanti e meno propaganda sterile, in poche parole, meno propaganda e più fatti”.