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Ortona, Coletti sulla vicenda dell’Asilo Nido

Ortona. “Ormai non ci si meraviglia più di niente. Figuriamoci se la nostra comunità, dopo mesi di assenza dell’amministrazione comunale e di improvvisazione nell’affrontare le questioni importanti per i cittadini ortonesi, si meraviglia di fronte alle dichiarazioni del Sindaco e del suo assessore in merito alla vicenda dell’asilo nido. Ma non è immaginabile che di fronte a tanta approssimazione si possa far finta di niente. Abbiamo sempre e comunque rispetto per il pensiero di tutti e, quindi, anche di quello del Sindaco Vincenzo d’Ottavio e del suo assessore in merito al nido d’infanzia comunale, ma, purtroppo per loro, le cose non stanno come hanno tentato di raccontarle. Al riguardo sarebbe stato sufficiente andare a studiare l’ottima relazione del 17.07.2014, a firma del dirigente del settore politiche sociali del Comune, inviata al Sindaco e contenente il dettaglio sulle attività del Nido d’infanzia A. Gramsci svoltesi nell’anno educativo 2013 – 2014 e la previsione per quello 2014 – 2015, per comprendere da soli l’infondatezza di certe affermazioni”.
Così in una nota il capogruppo del Pd in Consiglio Comunale a Ortona, Tommaso Coletti, che aggiunge: ““Per quanto riguarda la possibilità delle assunzioni a tempo determinato l’art. 36 del d.lgs 165/01 consente per esigenze di carattere eccezionale di procedere con l’assunzione delle educatrici d’infanzia mediante l’utilizzo della graduatoria tutt’ora vigente e valida, come d’altronde è stato fatto nei giorni scorsi per l’assunzione di alcuni agenti di polizia municipale. La proroga per 36 mesi e l’anzianità di servizio di tre anni sono requisiti previsti per le procedure di stabilizzazione che non c’entrano niente con le assunzioni a tempo determinato. Per quanto riguarda la spesa si è omesso di dire che fino all’anno educativo 2012 – 2013 il personale esterno dipendente dalla ditta che aveva vinto un appalto simile a quello che vorrebbe fare l’amministrazione non era composto da educatrici d’infanzia ma da animatrici e, purtroppo, così non si rispettavano i rigidi criteri imposti dalla normativa nazionale e regionale in materia. Dopo un’approfondita analisi condotta dal dirigente e dalla struttura comunale si è valutato che la gestione diretta, come in effetti è stato, a parità di qualità del servizio e di rispetto delle norme, senza far ricorso all’esterno abbia garantito la presenza di educatrici preparate che hanno integrato l’organico comunale, nonché un’elevata qualità del servizio con costi inferiori di circa 50 mila euro rispetto ad un eventuale affidamento all’esterno attraverso l’appalto. Pensare di risparmiare su un servizio essenziale per la nostra comunità come l’educazione e la formazione dei bambini è un fatto che si commenta da solo e che non appartiene ai nostri valori e ai nostri principi. Per quanto riguarda la sede di Fontegrande, anche qui la semplice lettura della relazione del dirigente avrebbe chiarito ogni dubbio. Il Comune di Ortona, con un atto unilaterale d’obbligo, si è obbligato nei confronti della Regione Abruzzo, per la durata di venti anni a decorrere dalla data di inizio dei lavori (12.04.2007), a mantenere la destinazione d’uso della struttura di Fontegrande ad asilo nido, pena la decadenza dal finanziamento regionale di 112.500 euro a fondo perduto. Ogni anno, infatti, la Regione Abruzzo verifica che presso la struttura di Fontegrande vi sia il servizio del nido d’infanzia comunale attivo e funzionante. Presso la struttura di via Berardi, come suggerito da tempo, si potrebbero sistemare tutti gli uffici del settore politiche sociali e destinare la struttura del polo eden a centro di ricerca e documentazione sulle politiche sociali, integrando il centro di ricerca, documentazione e promozione interculturale divenuto ormai anch’esso un’eccellenza. Per quanto riguarda il polo dell’Infanzia 0-6 anni ringraziamo l’assessore per aver inviato alla Regione il progetto nato da una brillante intuizione del dirigente Domenico Galanti, del responsabile dei servizi culturali Tito Viola e della precedente amministrazione, che ha portato alla redazione del progetto agli inizi del 2014. Infine, come si legge nella relazione del dirigente in merito alla competenza a decidere sulla eventuale esternalizzazione del servizio o di una diversa modalità di organizzazione, la competenza è del Consiglio comunale ai sensi dell’art. 42 del decreto legislativo n.267/2000. Ci si chiede, al contrario, cosa c’entri la riorganizzazione delle Prefetture disposta dall’art. 10 del D.L. 95/2012 con l’organizzazione del servizio del nido d’infanzia!” .

“Ancora una volta – conclude Tommaso Coletti – consiglio, quindi, a chi vuole avvicinarsi all’amministrazione della cosa pubblica un maggiore impegno nello studio e nell’approfondimento delle questioni. Solo così chi è eventualmente chiamato a responsabilità pubbliche può essere utile alla comunità. Ribadiamo il fondato timore che un’eccellenza del genere come il nido d’infanzia comunale, che eroga un importante servizio alla nostra comunità, possa essere messa a rischio, oltre che dall’immobilismo, anche da un certo agire dell’Amministrazione Comunale. Cercheremo, come sempre, di fare il nostro dovere e con il solito senso di responsabilità di continuare a lavorare nell’interesse dei cittadini ortonesi”.