L’Aquila. “Viene rabbia (civica) leggendo le ultime dichiarazioni del sindaco Cialente in merito agli sfratti dei morosi dei progetti ‘C.a.s.e.’, in particolare quando si va ad analizzarne alcune”.
Cosi’ in una nota gli attivisti del Movimento 5 Stelle L’Aquila.
I pentastellati ricordano, quindi, alcune dichiarazione che rilasciò il sindaco quando disse, ad esempio, “Ho annunciato al prefetto, il quale mi ha detto che è mia competenza, che mi rifiuto di trovare una soluzione per i disperati che verranno sfrattati dal Progetto C.a.s.e., venga il governo. Se vuole, mi sospenda lui e poi proponga la misura al consiglio dei ministri. Mi caccino, sono pronto ad andare via”.
“Ma come? Cialente annuncia al Prefetto che si rifiuta di trovare una soluzione?. Fosse anche vero (e non lo e’) che il problema lo avrebbe generato qualcun altro – osserva il Movimento – e’ questa la sua posizione da Sindaco? Ancora il vecchio trucco del carnefice che si autoproclama vittima?. E ancora: ‘Ci sono alcuni morosi senza scrupoli che, pur potendo pagare, non lo fanno trincerandosi dietro motivazioni risibili, al contrario ci sono molte situazioni di disagio sociale impossibilitati a pagare anche canoni molto bassi perchè non sono in grado, dopo aver perso il lavoro subito dopo il sisma, quindi da 6 anni’.
Quindi apprendiamo, di conseguenza, che Cialente sappia di situazioni differenti; ma questa è una frase di comodo oppure la sua Amministrazione e’ puntualmente riuscita ad identificare gli uni e gli altri? Non e’ che tra le motivazioni ‘risibili’ c’e’ anche, per caso, il fatto fatto di dover pagare consumi mai effettuati?”, si chiedono gli attivisti del Movimento Cinque Stelle che ricordano ancora altri passaggi del sindaco quando affermò: “Lo sfratto in questo caso non è conseguenza di una scelta politica, ma di una scelta tecnica imposta dalla Corte dei Conti con una sentenza nella quale si dice che non abbiamo richiesto i canoni con l’assurda motivazione del mero calcolo elettoralistico, una decisione che opera una gravissima sottovalutazione della problematica”.
“Ora, se la Corte dei Conti sbaglia, forse, – sostengono i pentastellati – è quasi per fare proprio un favore alla sua Amministrazione in quanto il calcolo elettorale e’ stato l’unico riuscito alla perfezione. Di certo non ha avuto la medesima sorte il calcolo delle bollette! La Corte dei Conti non è di sicuro un’amministrazione dedicata alla valutazione delle problematiche bensi’ si occupa della valutazione delle soluzioni e degli impatti sui conti pubblici che dette decisioni determinano; dare la colpa a loro ci sembra l’ennesimo tentativo di mistificazione della realtà delle cose.
Se non fosse abbastanza chiaro – prosegue la nota – la sentenza afferma che la situazione è stata gestita male, anzi malissimo e la conseguenza di dette decisioni sbagliate ricade sui cittadini furbi o meno che siano. Vogliamo ricordare ai nostri concittadini che il problema di oggi è figlio delle scellerate scelte politiche di ieri. Che motivo c’era di non installare o non attivare o non far funzionare oppure non aggiustare i contatori delle utenze delle singole abitazioni?
Se pure, inizialmente, a pagare era la Protezione Civile un amministratore ‘esperto’ quale lei si dichiara – aggiungono i pentastellati rivolgendosi al sindaco – non doveva essere ben cosciente e consapevole che prima o poi le utenze sarebbero passate in capo ai singoli cittadini e quindi predisporre il necessario per quel momento?. Certo, forse qualcuno dovendo pagare una bolletta in più avrebbe storto il naso e non vi avrebbe votato”, concludono gli attivisti.
“Sono molto preoccupato per ciò che sta accadendo, con gli assegnatari di alloggi Case e Map che, fuorviati da prese di posizione politiche sconsiderate da parte di alcuni consiglieri o da nobildonne, e guidati dall’avvocato Corti, si avviano verso una sorta di sciopero fiscale. Mi rivolgo a loro ma, soprattutto, a tutti i cittadini aquilani, ribadendo e spiegando, per l’ultima volta, come stanno le cose”. Esordisce cosi’, in una nota, il sindaco dell’Aquila Massmo Cialente. “Le recenti sentenze della Corte dei Conti e del Tar – spiega – costringono i dirigenti comunali a riscuotere canoni e utenze, nelle forme previste dalle leggi dello Stato, che ha detto basta all’assistenzialismo, nonche’ in base alle norme dettate dal Consiglio comunale. Per quanto riguarda gli affitti, coloro che erano affittuari in case classificate E, rispetto a cittadini affittuari in Case B e C, hanno la fortuna di pagare canoni irrisori, posto che questi sono di 2,60 euro al metro quadro, arrivando a 1,5 euro al metro quadro a Bagno o ad Arischia (prezzi che non ti farebbe neanche la mamma!). Inoltre la giunta comunale, per andare incontro alle situazioni piu’ difficili, ha previsto, per le fasce reddituali piu’ basse, fitti di 15- 25 o, al massimo, 50 euro al mese, indipendentemente dalla cubatura dell’appartamento, costo minore quindi di tre pacchetti di sigarette. Non pagare questi affitti, con i cui ricavi si coprono le spese per le manutenzioni dei 5mila 600 alloggi del complesso Case e Map – osserva il primo cittadino – vuol dire pretendere che tutti gli altri cittadini aquilani, che si pagano i propri affitti e la gestione dei propri appartamenti, si debbano far carico di assistere altri cittadini. Quindi si deve pagare, anche perche’, tranne pochissimi reali indigenti totali, credo che tutti possano arrivare a 15 euro al mese. Ripeto ancora una volta che, per tutti gli altri, pagare al massimo per 100 metri quadri 260 euro al mese, nel quartiere di Sant’Antonio, e’ un privilegio raro rispetto alle altre famiglie, non assegnatarie di alloggi Case e Map, che ne pagano fra 600 ed 800. Quanto al canone condominiale o di compartecipazione, la gestione ordinaria di questi 5mila 600 alloggi, tra Case e Map, si aggira intorno ad una cifra superiore ai 2 milioni l’anno, che il Governo ha deciso di non tirare piu’ fuori, dicendo: ‘adesso basta’”. “Lo scorso anno solo per gli interventi sui Map – ricorda il sindaco – il Comune dell’Aquila ha speso oltre 300mila euro, soldi di tutti i cittadini aquilani, ai quali non intendo chiedere di assistere 1.114 nuclei familiari. Anche in questo caso le quote sono peraltro bassissime. Trovo pertanto pretestuoso ed inaccettabile, ed il Comune infatti non lo accettera’, che non si paghino queste somme, come peraltro previsto dalla legge. Basta con questo assistenzialismo preteso da alcune persone che scambiano la solidarieta’ con un privilegio!. Per quanto riguarda i pagamenti delle utenze, alla luce della sentenza del Tar, i cittadini devono pagare le bollette, sino al 2013, sulla base dei consumi individuali. Non vi sono scusanti, dunque, per le morosita’, se non quella di volerci marciare. Gli altri 58mila aquilani si pagano, sin dal 2009 quelli rientrati nelle case A e successivamente gli altri, il loro riscaldamento. Perche’ dovrebbero pagare anche quello dei residenti nel progetto Case? Il pagamento a metri quadri e’ stato deciso dal Parlamento italiano dopo una lunga discussione della Commissione parlamentare competente, alla luce del dato obiettivo, pubblicato sul sito del Comune dell’Aquila, che 1.350 nuclei familiari che occupano gli alloggi al piano terra pagano il doppio di quelli che abitano al primo e al secondo piano. Sul quotidiano Il Messaggero di oggi sono riportate le dichiarazioni della signora Luciana, residente a Bazzano, che afferma di vivere in un secondo piano e di non aver mai acceso il riscaldamento ma di avere una temperatura di 22 gradi anche d’inverno. Poiche’ non credo ai miracoli – osserva Massimo Cialente – e’ chiaro che la signora viene scaldata dagli altri inquilini. Persino un ragazzino di scuola media, che ha appena letto un libro di fisica, capirebbe infatti che se la signora fosse l’unica residente in quella piastra dovrebbe accendere il riscaldamento al massimo. Credo che la dichiarazione di questa inquilina sia la riprova che il Parlamento abbia fatto una scelta giusta, dal momento che non avrebbe potuto accettare che 1.300 nuclei familiari, con appartamenti al piano terra, pagassero il doppio di quelli che abitano al primo e secondo piano. Vorrei ricordare, come risulta dagli atti parlamentari, che quando la parlamentare Pelino si batte’ contro il calcolo del costo per il riscaldamento in base ai metri quadri, definendolo incostituzionale, il vice ministro all’economia Morante affermo’ candidamente: ‘qual e’ il problema’? Da sempre io pago in base ai millesimi calcolati sui metri quadri'”. “Per i morosi delle spese di riscaldamento, per i quali ricordo, tra l’altro, che il Comune dell’Aquila ha accettato anche una rateizzazione – torna a ribadire il primop cittadino – scatteranno dunque tutte le procedure per il recupero dei crediti, previste dalla legge, nonche’ gli sfratti. Su questo aspetto non ho alcuna remora. Se qualcuno intende ricorrere alla Corte di Giustizia europea lo faccia pure ma, intanto, paghi. Ogni mese, infatti, arrivano le bollette di Enel Gas, il Comune dell’Aquila sta anticipando le somme, ma le messe in mora che questi signori, non pagando, fanno scattare, fanno maturare interessi che pagano tutti i cittadini aquilani. Intendo dire basta! Per questo motivo saremo costretti a sospendere i pagamenti, con il conseguente distacco dei contatori. Mi spiace perche’, nel tempo che impegneremo per sfrattare queste persone, anche coloro che hanno pagato si ritroveranno senza acqua calda ne’ riscaldamento. Provvederemo comunque a spostarle in piastre ‘virtuose’. Sia ben chiaro pero’ – ammonisce il sindaco – che, con Equitalia, recupereremo tutto, compresi gli interessi. A questo punto e’ un fatto di equita’ e giustizia fra tutti i cittadini. In questo modo, soprattutto, intendo difendere l’immagine dell’Aquila da chi ritiene che, nel post sisma, la citta’ si sia adagiata sulla pretesa dell’assistenzialismo. La sentenza della Corte dei Conti e quella del Tar impongono ai nostri dirigenti di applicare le leggi. Ebbene, le applicheremo. Soprattutto perche’ non intendo far pagare a tutti gli aquilani le pretese o gli alibi di un migliaio di nuclei familiari che ci stanno marciando. Chi si dovrebbe sentire particolarmente vessato puo’ fare quello che hanno dovuto fare centinaia di famiglie aquilane: trovarsi una casa in affitto. Ma, a questo punto, pagherebbero molto di piu’, sia di condominio, sia di riscaldamento. Mi piacerebbe, in ogni caso, sapere quanto pagavano questi signori per scaldare le loro case prima del sisma. Soprattutto chi abitava in prestigiosi palazzi nobiliari e ci fece impazzire per passare da un piano terra un primo piano, adducendo le motivazioni piu’ strampalate. Questa persona aveva evidentemente capito che, stando al piano terra, avrebbe scaldato la famiglia a quello di sopra. Furbescamente, cosi’ – svela infine Cialente – ha chiesto di salire al primo piano ed ora fa la pasionaria ‘con le Hogan'”.