Vasto. “No al Parco se la proposta è un cattivo Parco”. Lo ha ribadito a gran voce da Vasto Forza Italia nel corso di una conferenza stampa convocata da Fabrizio Di Stefano alla quale hanno partecipato sindaci, amministratori e dirigenti locali del partito del territorio.
Le ragioni sono sintetizzate in un manifesto che spiega le ragioni di una contrarietà al Parco della Costa Teatina, che forse darebbe stato meglio chiamare dei Parco della costa dei trabocchi, che non è ideologica perché: disegnato tenendo conto di una cartografia del Genio militare del 1958; individuando un territorio senza alcun tipo di criterio scientifico; realizzato senza sentire i cittadini e gli amministratori locali.
“Vogliamo fare definitivamente chiarezza – ha esordito Di Stefano – in particolare sulle vicende di questi ultimi mesi”. Il parlamentare ha ricordato l’interrogazione al ministro Galletti dello scorso 9 aprile in un question time. In particolare sulla nomina del commissario Pino De Dominicis e sui requisiti che avevano portato alla sua nomina, sui compiti assegnati e gli strumenti che aveva per realizzare questo compito e su eventuale elemento ostativo tra la il Parco e le strutture performative della costa di questa provincia come Ombrina Mare.
Di Stefano ha ribadito che le decisioni del commissario De Dominicis non hanno potere derogatorio rispetto al parere della Regione e della Conferenza unificata.
“Questa perimetrazione è assurda – ha sottolineato Di Stefano – perché è stata fatta su una carta geografica che risale al 1958 tanto, solo per fare un esempio, che a Ortona l’ospedale diventa così un bene da vincolare questo perché nel 1958 stava in un’altra zona». Una dimostrazione di insipienza, superficialità e chissà quali logiche hanno fatto inserire porzioni di territorio della provincia di Chieti all’interno del Parco. A tal proposito Di Stefano annuncia che potrebbe presto presentare un esposto alla Procura della repubblica per porre tutti i dubbi che si stanno ponendo «perché non c’è una linearità nella definizione dei confini ma ci sono curve e rientranze con terreni che entrano ed escono come d’incanto, insomma un tracciato poco definito. C’è stato qualche intervento specifico atto a valutare in maniera differente il territorio”.
Il centrodestra aveva già presentata la sua proposta di inserire nel nascente Parco solo i siti delle aree tutelate non accettata per far partorire a De Dominicis, che deve giustificare lo stipendio che percepisce, una proposta che uccide la costa dei trabocchi.
“Adotteremo qualsiasi strumento per fermare questo Parco. Cosa intendiamo fare? Ciò che finora non ha fatto il commissario: convocheremo i soggetti attivi del territorio, tutte le categorie che hanno competenze su questo territorio per capire cosa ne pensano, non si può vincolare un territorio così antropizzato da Ortona a San Salvo senza rendersi conto delle realtà esistenti».
Il sindaco di San Salvo Tiziana Magnacca ha esternato la preoccupazione degli amministratori locali: «De Dominicis ha avuto un grande pregio quello di mettere d’accordo tutti i sindaci, di destra e di sinistra». Abbiamo invitato De Dominicis a desistere perché è pericolosissima per il nostro territorio perché illogica, fuori da ogni dettato normativo oltre a essere scriteriata. Perimetrazione che ci è stata consegnata nel corso di un incontro in regione su un cd in maniera tale che non potessimo nemmeno commentarla in quell’occasione. Operazione che è passata sulle teste degli amministratori locali dando una falsa rappresentazione della realtà come ad esempio inserendo addirittura parti del porto di Vasto”.
Il sindaco di Villalfonsina Mimmo Budano è dispiaciuto per essere stato inserito nell’attività propedeutica all’elaborazione del Piano per poi non aver avuto la possibilità di dare il proprio contributo: “Una contrarietà per le decisioni prese dal commissario. Non c’è stato alcun confronto né alcuna risposta su: perimetrazione, governance e gestione della struttura Parco. Questo non è il Parco della costa teatina ma il parco a tutti i costi”.
Lorenzo Staniscia, vicesindaco di San Vito Chietino, ha ribadito la contrarietà del proprio comune e di Rocca San Giovanni a questa ipotesi di parco: “Il territorio che vi è compreso è stato delimitato dai tecnici dell’ufficio urbanistico della Provincia di Chieti e De Dominicis non ci ha messo nemmeno mano. Se ci si limiterà alla sola adozione del Parco per mancanza di fondi per anni non si potrà toccare nulla nelle parti comprese nel parco”.
Guido Giangiacomo, consigliere comunale di Vasto, ha evidenziato come l’amministrazione comunale vastese è contraria a questa perimetrazione, ma non alla istituzione Parco anzi accelereranno la sua istituzione in quanto strumento di valorizzazione moderna del turismo. Qui a Vasto non hanno nemmeno capito l’impatto negativo che potrebbe avere.
Nino Di Fonzo, consigliere comunale di Torino di Sangro, ha ricordato il personale impegno in Consiglio con l’approvazione all’unanimità di un documento contro il Parco.
Era presenti gli ex sindaci di Vasto Tonino Prospero e Giuseppe Tagliente, il consigliere comunale di Vasto Antonio Monteodorisio, il consigliere comunale di San Salvo Stefano Battista, l’assessore comunale di Scerni Daniele Carlucci.