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Ordine del giorno su accorpamento Camere di Commercio di Chieti e Pescara: le reazioni di Febo, Di Primio e Marcotullio

Chieti. Il neo presidente della Camera di Commercio di Chieti, Roberto Di Vincenzo, ha indetto per il prossimo 11 maggio un Consiglio Camerale, al punto 6 dell’Ordine del Giorno è previsto “Accorpamento della Camera di Commercio di Chieti con la Camera di Commercio di Pescara”.

Su questo punto il candidato sindaco del centrosinistra, Luigi Febo, ha scritto una lettera al presidente della Camera di Commercio nella quale dice: “L’eventualità che si possa addivenire così burocraticamente all’ambizioso accorpamento, considerato il Suo recentissimo insediamento alla guida dell’Ente, ma soprattutto tenuto conto dell’imminente rinnovo dell’amministrazione comunale di Chieti, riteniamo sia doveroso un confronto di merito con la nuova amministrazione cittadina. Sarebbe il caso, quindi, che prima di procedere ad una così importante scelta, che certamente investe e coinvolge anche la città di Chieti, si avviasse una dovuta fase di interlocuzione con le istituzioni locali ed in particolare con la neo eletta amministrazione comunale di Chieti. Ferma restando la Sua riconosciuta autonomia circa le migliori scelte da intraprendere per il futuro della Camera di Commercio di Chieti, ci preme sottolinearLe che l’Ente Camerale teatino produce il 70% dell’export abruzzese e conta circa 11.000 imprese iscritte in più rispetto ad una qualsiasi delle altre camere abruzzesi.
Alla luce di quanto detto, considerato il breve lasso di tempo che intercorre dalla data odierna a quella di insediamento della nuova amministrazione civica teatina, Le rivolgiamo il nostro esigente appello a non voler intraprendere in maniera affrettata una decisione importante quale l’accorpamento della Camera di Commercio di Chieti con quella di Pescara, rinviando dunque la scelta a data idonea a consentire un approfondito confronto con le istituzioni locali, ivi compreso il sindaco nuovo di Chieti”.

Il sindaco Umberto Di Primio “L’iniziativa del candidato del Pd, circa l’accorpamento della Camera di Commercio di Chieti con quella di Pescara, che si discuterà con un odg il prossimo 11 maggio alla Camera di Commercio è inutile e strumentale.
Si tratta di una iniziativa dal solo valore propagandistico, attraverso la quale, chi si è sempre disinteressato delle vicende della nostra città, cerca di ottenere oggi visibilità, dimenticandosi di appartenere a quella parte politica, il centrosinistra, che voleva ieri la cancellazione della provincia di Chieti e oggi gli immigrati a piazza Garibaldi e l’ospedale a Sambuceto. Da quando i Governi Monti, Letta e Renzi hanno deciso di tagliare ed accorpare Enti ed Istituzioni piuttosto che concentrarsi su un reale taglio della spesa e degli sprechi pubblici, ho iniziato una battaglia, sia a livello nazionale, quale vicepresidente dell’Anci, sia a livello locale, quale Sindaco di Chieti, per difendere i Comuni italiani ed in particolare la mia città dalla furia barbara degli amanti della spending review. Non potendo, né io né l’Anci, impedire l’accorpamento di Enti quali le Camere di Commercio, negli ultimi mesi ho più volte incontrato il presidente Di Lorenzo della Camera di Commercio Chieti e il presidente Becci della Camera di Commercio di Pescara, per tutelare i diritti, le specificità e le eccellenze della nostra Cciaa. Da ultimo, anche con il neo presidente Roberto Di Vincenzo abbiamo condiviso l’idea ed il progetto che, pur nel necessario accorpamento delle due Camere di Commercio, veda Chieti sede dell’Ente riformato e lo stesso assumere il nome di “Camera di Commercio di Chieti e Pescara”. A tal proposito ricordo una mia lettera del luglio 2014, indirizzata alla Camera di Commercio e alla Giunta Camerale di Chieti, nella quale, ricordando il ruolo di prim’ordine della Cciaa della nostra città “per imprese iscritte, servizi erogati ed iniziative sul territorio […] per la prestigiosissima sede di Piazza Vico, per la moderna e funzionale sede di Madonna delle Piane posta al centro della mobilità/intermodalità dell’Abruzzo (Interporto Manoppello, porto Pescara, porto Ortona, snodo autostradale A24-A25-A14, snodo ferroviario Pescara-Roma/Adriatico, aeroporto d’Abruzzo)” suggerivo alle governance delle Camere di Commercio “la sede teatina come migliore base per erogare servizi a tutte le imprese, sia chietine che pescaresi”.
Con la delibera che verrà discussa nel prossimo CdA della Camera di Commercio saranno ufficializzati questi due fondamentali obiettivi per la nostra città: la individuazione di Chieti quale sede del rinnovato Ente Camerale e la denominazione dello stesso come “Camera di Commercio di Chieti e Pescara”. Agitare oggi, in campagna elettorale, la bandiera della difesa della città, chiedendo la complicità degli altri candidati, è un esercizio inutile e strumentale al quale non intendo iscrivere il mio nome e quello del centrodestra. Se l’obiettivo era mantenere la sede della Camera di Commercio a Chieti questo è stato raggiunto e ciò anche grazie all’attività di diplomazia amministrativa ed istituzionale compiuta dalla mia amministrazione. Un eventuale quanto inutile blocco di questa procedura potrebbe esporre la nostra città ad un rischio di non poco conto rappresentato dalla eventuale fusione delle Camere di Commercio di Teramo e Pescara che relegherebbero la pur importante nostra Camera ad un ruolo di comparsa”.

Sulla stessa linea d’onda di Luigi Febo, il candidato sindaco di ideAbruzzo, Donato Marcotullio, ha detto: “Oggi in qualità di candidato sindaco per le elezioni comunali a Chieti, come anche altri colleghi candidati, ho apposto la mia firma all’appello inviato al nuovo Presidente della Camera di Commercio di Chieti, Dott. Roberto Di Vincenzo. La firma di tale appello per richiedere che il primo consiglio camerale, in cui è all’ordine del giorno la fusione con la Cciaa di Pescara, già convocato per il prossimo 11 maggio, giorno del festeggiamento del Santo Patrono di Chieti, venga spostato ad una data dopo le elezioni del nuovo sindaco di Chieti. La richiesta è stata formulata ribadendo la piena autonomia dell’ente camerale e dei propri rappresentanti. La firma di questo appello è avvenuta tenendo conto solo ed esclusivamente delle condivise motivazioni esplicitamente addotte e non con spirito consociativo con altre forze politiche o per particolari risvolti futuri e tanto meno la firma di tale documento è da ritenersi di fatto una sorta di riconoscimento implicito di una prevalenza o preminenza di alcun candidato alla carica di sindaco di Chieti. La firma di tale appello tende esclusivamente a manifestare una richiesta di attenzione e considerazione per la città capoluogo della provincia con i maggiori valori sia in termini di iscritti che in termini di export e siamo convinti che Chieti debba veder riconosciuto questo valore unitamente al valore derivante dalle strutture dell’ente camerale stesso”.