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‘No al centro d’accoglienza’ striscioni di CasaPound in provincia di Chieti contro il business dell’accoglienza immigrati

Chieti. ‘No al centro di accoglienza’ è questo il testo degli striscioni affissi in nottata da CasaPound Italia a Fara Filiorum Petri e Torino Di Sangro, nei pressi dei luoghi preposti all’accoglienza dei ‘richiedenti asilo’, per protestare contro la possibilità di un costante arrivo di immigrati irregolari in provincia di Chieti.

“Con questa azione vogliamo esprimere un sentimento diffuso nella popolazione e condiviso anche da alcune autorità locali nei confronti della situazione che si sta venendo a creare per via delle politiche nazionali sull’immigrazione”. Così Nico Barone, responsabile CasaPound per la provincia di Chieti, in una nota.

“La scelta da parte di cooperative ed albergatori di piccoli centri quali Fara Filiorum Petri o Torino Di Sangro di rispondere ai bandi per l’accoglienza – prosegue Barone – sta portando allo stanziamento di un numero sempre maggiore di immigrati in aree del nostro territorio dove non esistono minimamente le condizioni per reggere l’impatto di questi flussi migratori. Se infatti l’accoglienza è una risorsa per i pochi che partecipano alla sua gestione, finanziata da fondi europei, per tanti significa dover fare i conti con i problemi e le incognite del fenomeno. Chi garantirà in merito agli atteggiamenti assunti dagli immigrati, specie quando come è altamente probabile le loro domande di asilo saranno respinte? Quale sarà l’impatto della loro presenza sul turismo, tenendo conto che difficilmente la situazione si risolverà in tempi brevi, e che la stagione turistica è ormai prossima? Se l’Europa, il governo centrale ed i pochi che traggono profitto dalla gestione del fenomeno non sembrano porsi questi quesiti, tocca a noi farci portatori dei sentimenti degli italiani in merito. Come CasaPound, non cesseremo la nostra mobilitazione, arrivando se necessario a presidiare le strutture individuate per l’accoglienza come è già avvenuto a Chieti, finchè non otterremo un cambio di rotta da parte delle istituzioni sul tema”.