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Copagri sul Parco della Costa Teatina

Chieti. La Copagri all’interno del percorso di consultazione con i vari portatori d’interesse avviato per la perimetrazione del Parco Nazionale della Costa Teatina e nella stesura delle proposte intende esercitare una concreta promozione e tutela del settore agricolo allo scopo di capire e comprendere quanta, quale e che tipo di agricoltura ci sarà all’interno del Parco.
“Questa – si legge in una nota della Copagri – è la fase in cui non sono più attuali le discussioni dei favorevoli e/o contrari all’istituzione del Parco ma è il momento in cui bisogna concertare le modalità di vita e di governo tenendo nella debita e dovuta considerazione le analisi e le aspettative del territorio inteso nella sua più ampia pluralità e rappresentanza.
La nomina del commissario ad acta da parte di governo e ministero dell’Ambiente risponde all’esigenza di chiudere la fase di studio e proposta per aprire quello della governance. Il comparto agricolo deve essere il settore produttivo più attenzionato perché risulta essere quello potenzialmente più esposto ai rischi di pagare dazio, in termini di reddito ed occupazione, se non particolarmente tutelato e salvaguardato rispetto all’importante funzione sociale che svolge. La Copagri ritiene e considera imprescidibile che si coniughi, all’interno del nuovo Ente, la dizione di “Parco Agricolo” proprio per caratterizzare ed evidenziare l’importanza preminente del comparto. La Copagri ritiene importante chiarire gli aspetti contenuti nella legge quadro nazionale di riferimento (394/91) perché troppo restrittivi nei termini così come concepita all’epoca della sua promulgazione e, in attesa di modifiche e miglioramenti già in itinere in Parlamento che anche Noi vogliamo e sollecitiamo, sarà nella stesura delle norme tecniche di attuazione che bisogna dettagliare con chiarezza quale tipo di agricoltura sarà permessa all’interno del perimetro del Parco. La Copagri ritiene che le metodologie e le tecniche colturali siano rispettose degli usi e costumi locali così come si faccia esplicito riferimento alle normative attuali vigenti e che queste non siano solo contemplate nella fase iniziale e di avvio ma diventino strutturali. La normativa corrente fa riferimento a quella dell’U.E. che, per convenzione, ritiene nell’ambito dell’ agricoltura integrata tutte le aziende dal 1° Gennaio del 2014. A questa metodologia dovrà far riferimento la dizione “usi tradizionali” contenuta nella legge quadro di riferimento (394/91) lasciando alla libera iniziativa del singolo agricoltore di scegliere quella più selettiva e restrittiva del metodo di agricoltura biologica.
Nella governance del Parco necessario sarà prevedere un luogo ed un momento di concertazione vincolante con le rappresentanze dei portatori d’interesse e, tra questi, anche quelli del comparto agricolo. Il Parco deve contenere all’interno infrastrutture che favoriscano la realizzazione di maggiore attrattiva turistica e possibilità di “valore aggiunto” alle produzioni tipiche del territorio teatino come l’olio extra vergine di oliva ed il vino”.

“Infine – conclude la nota – il Parco Nazionale della “Costa Teatina” è stato istituito con l’articolo 8, comma 3 della Legge 93/2001. Solo ed esclusivamente una norma di modifica o soppressione legislativa approvata dalla maggioranza dei componenti il Parlamento Nazionale potrà modificare l’iter avviato per la perimetrazione, la formalizzazione delle norme tecniche di attuazione e di gestione del costituendo Parco.