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Pescara, in piazza contro la Buona Scuola di Renzi ma il fronte studentesco è spaccato VIDEO-FOTO

Pescara. Sono scesi in strada anche a pescara gli studenti in protesta contro la Buona Scuola del governo Renzi. La manifestazione del Collettivo Studentesco ha attaccato le riforme del ministro Giannini e ha “appiccicato” davanti alla sede della Provincia dei post-it con la richieste di strutture sicure e adeguate. Ma c’è anche la versione degli “eretici”.

Il giorno è quello stabilito dagli studenti di tutta Italia per protestare insieme, nelle ore precedenti all’approvazione del decreto Buona Scuola, quello con cui Renzi e il ministro Giannini riformano il sistema dell’istruzione pubblica. I luoghi sono quelli che i cortei pescaresi ripercorrono da decenni: piazzale della Madonnina, piazza Italia con le sedi di Comune e Provincia, corso Vittorio Emanuele e il gran finale in piazza Sacro Cuore. Ogni tappa, però, ha rappresentato un punto nodale della protesta degli oltre 100 giovani delle scuole superiori.

Alla partenza dal porto sono iniziati i cori contro la svendita della scuola pubblica e le sovvenzioni agli istituti paritari privati. Tra fumogeni e striscioni, il corteo si è fermato davanti al Municipio, dove decine di post-it sono stati attaccati per ribadire le richieste per un centro di aggregazione giovanile. All’ingresso di Palazzo dei Marmi, invece, i ragazzi hanno lasciato una maxi-lettera per il presidente della Provincia di Marco affinché svolga sopralluoghi in tutte le strutture scolastiche per garantirne la sicurezza e scongiurare nuovi crolli, come avvenuto al De Cecco, e allagamenti, come pochi giorni fa è accaduto al Misticoni-Bellisario a causa delle piogge eccessive.

La pioggia è stata protagonista anche nella seconda parte dello sciopero studentesco, ma non ha fermato la marcia su corso Vittorio Emanuele per raggiungere la piazza finale, dove un flash-mob ha messo in sequenza un minuto di silenzio, a simboleggiare “l’imbavagliamento che il Governo vuole imporre con una riforma dall’alto che non tiene conto delle esigenze degli studenti”, e un enorme grido collettivo che ha fatto risuonare ancora una volta la voce del Collettivo Studentesco.

LA VERSIONE DEGLI “ERETICI” DEL MARCONI

 

Fuori dal coro, però, si dicono gli studenti del liceo Marconi. Il rappresentante d’istituto e di Consulta Manuel Di Pasquale fornisce la versione degli “eretici” che hanno boicottato la manifestazione di questa mattina: “A differenza del Collettivo Studentesco Pescara, vogliamo qualità e non quantità”, afferma, “i principali organizzatori delle proteste pensano più alla gloria personale, mondana e alle medaglie, piuttosto che a un cambiamento radicale del sistema, visto che la rivoluzione, prima di tutto, deve essere morale. La maggior parte degli studenti si è stufata di come la situazione venga monopolizzata da un collettivo apparso dal nulla, che non è nulla sulla carta e a cui interessa solo farsi vedere”

“Non vengono considerate proteste alternative, visto che disponiamo di moltissimi mezzi”, prosegue Manuel Di Pasquale, ” ma secondo loro si deve scendere per forza nelle piazze. Vogliamo uomini liberi e non servi, coscienze e non numeri, produttori e non prodotti Vogliamo ragazzi da sensibilizzare in maniera seria, i quali – conclude il rappresentante del Marconi – possano lavorare su qualsiasi fronte, da quello sindacale a quello politico-sociale”.

Foto e video: Saverio Gileno-Collettivo Studentesco Pescara