Pescara, Sospiri difende le incompatibilità di Alfredo D’Ercole

SOSPIRIPescara. Incompatibilità del neo assessore ai lavori pubblici Alfredo D’Ercole per alcuni contenziosi con il Comune. È l’accusa della minoranza consiliare del centro-sinistra pescarese, alla quale sono dirette le dichiarazioni di Lorenzo Sospiri, capogruppo del Pdl al Comune, che questa mattina ha convocato una conferenza stampa proprio per affrontare il tema delle incompatibilità.

L’opposizione comunale, infatti,  sostiene che l’incompatibilità dell’assessore D’Ercole derivi dalla presenza di un contratto professionale stipulato con il Comune prima della nomina e di un contenzioso in cui D’Ercole, dopo aver vinto in prima battuta, sarebbe stato appellato dal Comune.

Questa mattina, pertanto, Sospiri si è rivolto al centro-sinistra chiedendo perché non sia stato allora sollevato lo stesso quesito quando l’onorevole Vittoria D’Incecco chiamò in causa il Comune di Pescara per un risarcimento danni in seguito ad un’alluvione. Si tratta del 1999 e del 2005, anni in cui la D’Incecco ricopriva rispettivamente le cariche di consigliera comunale di opposizione e di assessore comunale. Il Tribunale rigettò in prima istanza la richiesta, ma Vittoria D’Incecco presentò appello e la causa, oggi, sarebbe ancora aperta.

“E il capogruppo del Pd Alessandrini” ha continuato, poi, Sospiri “deve spiegare perché non ha mai chiesto e sollecitato le dimissioni dell’ex sindaco plurindagato. Il Pd deve ricordare che, per essere credibile, la politica non può essere a corrente alternata”.    
Secondo il capogruppo del Pdl, insomma, si tratterebbe di un dibattito più politico che amministrativo, soprattutto perché Alfredo D’Ercole avrebbe rimosso le due condizioni sotto accusa all’accettazione della carica, rinunciando all’incarico professionale e anche alla costituzione in giudizio contro il Comune. Al contrario, le cose sarebbero andate diversamente per Vittoria D’Incecco.

“Nel ’99” sottolinea, infatti, Sospiri, “Vittoria D’Incecco ha portato in giudizio il Comune di Pescara chiedendo il risarcimento del danno subito dal proprio studio medico, in via Fonte Romana, a causa di un’alluvione avvenuta l’anno prima. Danno quantificato in circa 18 milioni di vecchie lire e che, a detta della D’Incecco, era stato causato dal mancato funzionamento della rete fognante. Nel 2005, il giudice ha respinto la richiesta e il 4 ottobre la D’Incecco, nel frattempo nominata assessore alle Politiche sociali del Comune di Pescara, ha presentato appello. Vale la pena ricordare che nel 2005 sedevano in consiglio comunale anche Del Vecchio, Di Pietrantonio e D’Angelo, questi ultimi come assessori, che dunque ben conoscevano tale situazione di incompatibilità che si era determinata per l’assessore D’Incecco, una persona seria evidentemente indotta in errore da un corto circuito amministrativo. Non può però evidentemente essere credibile una politica che, quando si trova in opposizione va dal prefetto o scrive in Procura e, quando è in maggioranza, nasconde le carte al caldo delle coperte”.

 

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