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Basso Sangro, rischio default per i Comuni obbligati alla compartecipazione per prestazioni socio sanitarie

Fossacesia. I Sindaci dell’Ente di Ambito Sociale n. 23 Basso Sangro denunciano le gravi conseguenze che ci saranno sulle famiglie e sui Comuni che, a partire dal 1 gennaio, a seguito del decreto regionale n. 92/2014, sono obbligati a compartecipare alla spesa per le prestazioni socio sanitarie in regime residenziale e semiresidenziale.
La denuncia è partita oggi, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta nella Sala Consiliare del Comune di Fossacesia, alla quale hanno partecipato tutti i Sindaci e rappresentanti dei 14 Comuni dell’Ente di Ambito Sociale n. 23 Basso Sangro: Fossacesia, Castel Frentano, Frisa, Santa Maria Imbaro, Treglio, Rocca San Giovanni, San Vito Chietino, Pollutri, Torino di Sangro, Mozzagrogna, Casalbordino, Paglieta, Villalfonsina, Sant’Eusanio del Sangro.

L’allarme lanciato è stato unanime. “Le famiglie dei disabili, già gravate da notevoli carichi assistenziali, saranno costrette ad affrontare anche i costi elevatissimi previsti per la cura dei propri cari in regime residenziale o semiresidenziale.” – hanno dichiarato i Sindaci dell’Ente di Ambito Sociale n. 23 Basso Sangro. “Si tratta di categorie deboli sulle quali in questa maniera cade un’ulteriore mannaia”.

Inoltre il decreto n. 92/2014 prevede che qualora la famiglia non sia nella condizione economica di pagare il ticket previsto, dovrà essere il Comune di residenza dell’assistito a farsi carico dei costi. Da proiezioni effettuate, sull’EAS n. 23 graverebbero 140 assistiti, per una spesa complessiva pari ad 1.400.000,00. “E’ una follia” – proseguono i Sindaci intervenuti – “E’ noto che i Comuni non sono nelle condizioni finanziarie per poter sostenere oneri così gravosi. A voler dare qualche dato il Comune di Fossacesia dovrà versare per l’anno 2015 € 125.000,00, quello di Castel Frentano € 277.000 00, Casalbordino € 120.000,00, Frisa € 34.000,00, Mozzagrogna € 117.000,00, Paglieta € 86.000,00, Pollutri € 108.000,00, Rocca San Giovanni € 92.000,00, San Vito Chietino € 147.000,00, Santa Maria Imbaro € 130.000,00, Sant’Eusanio del Sangro € 94.000,00, Torino di Sangro € 65.000,00, Treglio € 11.000,00, Villalfonsina € 21.000,00 ”.

“Il nostro non vuole essere un attacco alla Regione Abruzzo, ma una richiesta di aiuto affinchè sostenga le famiglie ed i Comuni nell’affrontare questa situazione” – concludono i 14 Sindaci riuniti – “Invitiamo la Regione ad assumere un coordinamento sociosanitario serio fra tutti gli attori coinvolti, così da poter concordare di concerto una strategia che se da un lato permetta alla Regione di rispettare quanto previsto dalla norma, dall’altro non metta in ginocchio le famiglie, i Comuni e le strutture sociosanitarie.