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Inchiesta Terre d’Oro, l’Altra Chieti: i nodi vengono al pettine

Chieti,. “Non sappiamo se il sindaco Di Primio sia effettivamente colpevole di qualche reato nell’ambito dell’inchiesta che il Corpo forestale e la Direzione Antimafia stanno portando avanti con l’operazione ‘terre d’oro’ e le ‘corruzioni’ inerenti il Progetto Megalo’ 3 e, quindi, non condanniamo nessuno a priori aspettando che gli inquirenti portino a termine il loro importantissimo lavoro.

 

Comunque, prima o poi tutti i nodi vengono al pettine”. A parlare e’ il coordinamento cittadino di “l’Altra Cheti”. “Ma di certo c’e’ che il sindaco Di Primio e la sua Giunta municipale di allora (Febbo, Bevilacqua, Colantonio, De Matteo, D’Ingiullo, Giampietro, Melideo, Russo e Viola) il 16 ottobre 2013 hanno adottato una delibera di Giunta (n. 1673/2013) che autorizzava il Comune ad affiancare e sostenere il ricorso, dinnanzi al Tar sezione di Pescara, presentato dalla societa’ AKKA Srl (il cui proprietario e’ cliente del nostro sindaco) contro il provvedimento del Genio Civile di Pescara che aveva espresso parere negativo alla realizzazione di Megalo’ 3.

 

 

Indubbiamente – rileva l’Altra Chieti – un atto politicamente, amministrativamente, economicamente e socialmente sconsiderato e molto raro a vedersi: un Comune che appoggia gli interessi di un privato contro una decisione di un altro organo pubblico che ha la pertinenza e la giurisdizione in materia di salvaguardia ambientale e sulla incolumita’ dei cittadini. Roba da non credere! Ma nella vicenda, ancora in corso, dei cosiddetti ‘Megaloidi’, come ebbe a definirli piu’ di un anno fa il consigliere del Prc di Chieti Riccardo Di Gregorio, lo stesso sindaco Di Primio ha dato il meglio di se stesso.

 

 

Infatti – prosegue il coordinamento cittadino – invece di preoccuparsi e lavorare al recupero ed alla valorizzazione del morente centro storico o delle tante aree e quartieri degradati della nostra citta’ il sindaco e la sua Giunta hanno continuato e continuano a sostenere progetti di ulteriore cementificazione di aree nei pressi del fiume Pescara che andavano salvaguardate ed invece sono diventate oggetto, tramite il Prusst, di una gigantesca operazione speculativa portata avanti anche a fronte di inadempienze e incapacita’ dei privati ed ai miserrimi corrispettivi che avrebbero dovuto realizzare per la collettivita’.

 

 

A nulla sono valsi finora anche gli ‘avvertimenti naturali’ come le consistenti piogge del dicembre 2013 che avevano portato alla chiusura forzata dell’attuale Megalo’ per quasi due giorni a causa degli allagamenti e della persistenza del fango. Auguriamo sinceramente al sindaco di uscire penalmente pulito da questa vicenda ma, come amministatore (al pari dei suoi colleghi di Giunta, siano essi di Forza Italia, Udc o altri) – ommenta infine l’Altra Chieti – queste storie rafforzano il giudizio di profonda incapacita’ ed inettitudine, per non dire altro, finora dimostrata nell’amministrare la nostra Citta’”.