Teramo, il Pd boccia la nuova Giunta. Inconferibilità per Chiarini?

Una Giunta come una “collezione moda primavera-estate”. E’ stata definita così dai rappresentanti del Pd di Teramo la scelta del nuovo esecutivo che ha presentato ieri il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, al termine di un lungo periodo di riflessione a cui l’aveva indotto la crisi innescata da una parte della sua stessa coalizione.

“Sono riusciti nell’impresa di peggiorare il livello precedente”, ha commentato Gianguido D’Alberto, capogruppo del Pd, “e, dopo il blocco dell’attività amministrativa per questi due mesi, il risultato avuto è davvero scadente. Oltre a non esserci le riduzioni di assessorato tanto sbandierate, l’esecutivo non non ha neanche i rappresentanti dei gruppi consiliari e si regge solo sull’appoggio esterno di Teramo soprattutto”.

Un fallimento sulle spalle dei teramani, dunque, che ha avuto i punti più bassi nelle nomine di Franco Fracassa e Roberto Canzio, a dimostrazione, secondo il Pd, che erano solo le poltrone che interessavano Brucchi, per rimediare qualche voto in più per l’approvazione del bilancio. Per D’Alberto, infatti, Fracassa e Canzio mancherebbero di credibilità visto che fino a ieri avevano sostenuto di non voler votare il bilancio ed ora addirittura entrano in Giunta. Inoltre la rotazione delle deleghe è stata definita una vera e propria “bufala”, con gli stessi nomi spostati solo come pedine, mantenendo al potere gli stessi gruppi.

“Delle due l’una”, prosegue D’Alberto, “o gli assessori erano pessimi e allora avrebbero dovuto essere mandati a casa, oppure, se erano bravi, non si capisce il motivo per cui è stato necessario cambiare le deleghe, costringendo la città ad un nuovo immobilismo, prima che si possa ricominciare ad avere una normale attività amministrativa”.

Discorso diverso, invece, per quanto riguarda la nomina di Marco Chiarini, “di tutt’altro spessore”, conferma D’Alberto, che però definisce questa scelta solo “un’operazione di facciata”, visto il capitolo di bilancio di cui dispone, ovvero 0 euro, e i suoi rapporti molto stretti con questa amministrazione. “Ci chiediamo” aggiunge il capogruppo del Pd, “se sia stato richiesto il parere dell’anticorruzione viste le consulenze che Chiarini ha prestato al Comune riguardante la sua attività svolta per il Castello Della Monica e se non si configuri un’ipotesi di inconferibilità dell’incarico”.

E non poteva mancare un messaggio ai rappresentanti della lista Teramo soprattutto che, seppur fuori dalla Giunta, assumono ora il ruolo di ciambella di salvataggio del Brucchi-ter.

“Nonostante le loro tre richieste” continua D’Alberto, “ovvero la riduzione degli assessorati, la discontinuità e la qualità, nessun obiettivo è stato raggiunto, per cui se si pensa di poter avere ancora credibilità e coerenza bisogna che ci sia uno scatto di orgoglio da parte di tutti i consiglieri per far cessare questa agonia”.

Un avviso chiaro, dunque, che lo stesso Maurizio Angelotti, segretario del Pd di Teramo vuol far recapitare a Dodo Di Sabatino, che in passato aveva avuto un primo approccio anche con il Pd per dei possibili percorsi post-Brucchi, al quale è implicitamente fatto un out-out in vista delle prossime elezioni.

Obiettivo del Pd, ora, è quello di chiedere la riduzione del 50% delle indennità di Giunta per finanziare interventi da destinare alla disabilità, così come è stata annunciata battaglia dura alla richiesta di modifiche dello statuto comunale per la questione dei consiglieri delegati. “Non accetteremo nessuna forzatura al regolamento”, conclude D’Alberto, “solo per consentire a Brucchi sistemare i problemi interni alla sua coalizione”.

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