Si attendeva l’ordinanza del Consiglio di Stato in relazione all’illegittimità del rinnovo delle cariche per presidente e componenti di giunta negli enti camerali, per via dei numerosi mandati già espletati e, ora che questa decisione è stata presa, l’Api di Teramo attende risposte chiare dall’ente teramano.
L’associaizone delle Piccole e medie industrie della provincia di Teramo, che già in passato aveva presentato diverse istanze per segnalare l’anomalia dovuta al numero consecutivo degli incarichi nella Camera di Commercio affidati alle stesse persone, incassa un punto importante e attende di vedere quali decisioni saranno prese anche negli uffici teramani.
Il Consiglio di Stato, infatti, ha confermato la sentenza del Tar di Reggio Calabria che disponeva illegittima la rielelezione del presidente arrivato al suo quarto mandato, sentenza che era stata presa a modello dall’Api di Teramo vista l’analogia con l’elezione teramana del presidente Giandomenico Di Sante e del componente di giunta Gloriano Lanciotti.
“C’è bisogno di autocritica”, si legge in una nota del presidente dell’Api Teramo, Alfonso Marcozzi, “noi imprenditori siamo buoni ad attaccare la politica che è dedita ad accaparrare poltrone ma, guarda caso, in un consesso che dovrebbe essere composto esclusivamente di imprenditori (ci sono anche i direttori!) gli imprenditori si comportano nello stesso modo, forse anche peggio. L’API Teramo è contro questa logica”.
Per questo l’Api, che ha detto di non voler abbassare la guardaia a proposito, attende risposte, invitando i consiglieri a domandarsi se ci sia legittimità sui risultati delle ultime elezioni.
Inoltre, visto il progetto di una nuova sede della Camera di Commercio di L’Aquila, prevista a Bazzano, ci si chiede se non sia davvero indispensabile realizzare una nuova costruzione quando, in vista dell’accorpamento, a Teramo c’è già una sede di proprietà, grande abbastanza per contenere anche gli uffici aquilani.
