Vaccinazioni domiciliari degli over 80: fate presto. La lettera

Riceviamo e pubblichiamo.

Con la presente vorrei esprimere il mio disappunto e la mia grande preoccupazione per la ritardata vaccinazione degli ultraottantenni della provincia di Teramo e della Regione Abruzzo che hanno optato per la vaccinazione domiciliare, causa problemi di mobilità. Mia madre, Maria Tucci, nata nel 1929, residente a Colonnella invalida civile al 100%, vive in condizioni di alto rischio, giacché la sua badante deve ogni giorno uscire per comprare prodotti alimentari e farmaceutici, e quindi rischia di contagiarsi e portare dentro casa il virus Covid-19, soprattutto in questo periodo di altissima contagiosità del virus, causa le diverse varianti.

 

Non immaginavamo che i responsabili della ASL di Teramo non rispettassero i criteri di priorità anagrafica e di condizione di salute raccomandati sia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e sia dal governo italiano. Difatti, la Regione Abruzzo sta vaccinando le forze di polizia e i professori di 30, 40, 50 e 60 anni dimenticandosi e mettendo in secondo piano migliaia di ultraottantenni che per problemi di mobilità hanno optato per la vaccinazione domiciliare (prevista dalle stesse ASL). La Regione e le ASL dovrebbero essere trasparenti e spiegare alla popolazione ultraottantenne abruzzese perché non rispettano i criteri previsti. Tale situazione di immotivato ritardo sarà responsabile di ulteriori decessi di persone anziane che non hanno altra possibilità di difendersi se non quella di essere vaccinati al più presto possibile.

 

Perché ingrandire ancora di più quel gigantesco numero di morti che ha ormai superato abbondantemente le 100.000 unità? Tuttavia, speriamo che la nostra voce, la voce dei cittadini, conti qualcosa e che sia possibile, nel giro di una o due settimane, provvedere a compiere quello che è previsto nella legislazione nazionale, in modo da proteggere una delle categorie di persone più a rischio in questo momento.

 

Mauro Serapioni, domiciliato a Colonnella e Docente presso il Centro di Scienze Sociali e Salute dell’Università di Coimbra, Portogallo.

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