Teramo, il Collettivo Malelingue verso lo sciopero globale transfemminista

Il Collettivo Malelingue aderisce allo Sciopero Globale Transfemminista lanciato da NonUnaDiMeno con un’iniziativa che ci vedrà il 5 marzo a Teramo, in piazza Orsini, dalle ore 16.30 e con la partecipazione l’8 marzo al corteo organizzato dal Collettivo Fuori Genere a L’Aquila.

“Lo sciopero è per tutte. Sarà un momento fondamentale di lotta intersezionale e di aggregazione. Un momento in cui si darà voce a tutte, a tutte le invisibilità per far sì che avvenga un cambiamento collettivo che contrasti un sistema che frammenta le nostre vite. Scioperiamo insieme dal lavoro produttivo, riproduttivo e di cura, da specismo, abilismo, razzismo, dai generi e dai consumi, dalla precarietà lavorativa, dall’invisibilità della salute mentale, dalla devastazione ambientale e da molte altre problematiche che questa società continua ad ignorare”, dicono in una nota.

“Lo sciopero è lo strumento che scegliamo per esprimere il nostro rifiuto ad essere sfruttate da una società che si basa su un modello di produzione capitalista che vuole mantenere lo status quo assoggettandoci agli imperativi patriarcali di famiglia, maternità e divisione sessuale del lavoro. Siamo con tutte, le soggettività più oppresse, le classi meno abbienti, le lavoratrici e i lavoratori precari, le/gli studenti, dalla scuola primaria all’Università, i/le migranti. Nella scuola e nelle università pretendiamo investimenti, ci rivolgiamo a studentə che da più di due anni stanno lottando per poter avere un’istruzione che apra possibilità di autodeterminazione e non solo un destino precario. Rivendichiamo il reddito di autodeterminazione, il salario minimo e il permesso di soggiorno europeo. L’8M è l’occasione per gridare insieme che non è possibile porre fine alla violenza se il razzismo continua. Vogliamo che sia riconosciuto il diritto di tuttə alla salute in tutte le sue componenti. Chiediamo maggiori finanziamenti alle strutture, ai presidi sanitari territoriali. Vogliamo che l’accesso all’interruzione di gravidanza sia garantito per quello che è: un nostro diritto non discutibile. Vogliamo che i centri antiviolenza abbiano fondi necessari allo svolgimento delle loro attività, affinché possano essere attivi, efficaci, con personale preparato e formato, con sportelli di ascolto e spazi transfemministi. Vogliamo che i nostri corpi grassi, non conformi, non bianchi, disabili, trans, queer, fluidi non siano più discriminati; le persone lgbtqai+ infatti nell’ultimo anno hanno subito ancora più pesantemente la violenza delle istituzioni che hanno affossato una legge già di per sé insufficiente”.

E ancora: “Portare la lotta femminista e transfemminista nei posti di lavoro non è mai stato facile e oggi è ancora più complicato perché tante di noi un posto di lavoro non ce l’hanno più, lavorano in casa, o non sono nemmeno riconosciute come lavoratrici. Crediamo che i sindacati della concertazione non possano più restare indifferenti né voltarsi dall’altra parte. L’8M può essere un grande momento per far sentire la nostra rabbia, i nostri bisogni, le nostre richieste, insieme a quelli di tantə che in tutto il mondo, quello stesso giorno, sciopereranno e scenderanno nelle piazze insieme a noi”.

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