Risorse ai comuni per far ripartire il mondo dello spettacolo: la lettera del sindaco di Pineto

Pineto. Il sindaco di Pineto Robert Verrocchio ha indirizzato una lettera al Ministro alla Cultura Dario Franceschini e al Ministro al Turismo Massimo Garavaglia con la richiesta di supportare il settore dello spettacolo dirottando risorse mirate ai comuni turistici.

La missiva è stata inviata anche al Presidente nazionale e regionale dell’ANCI, rispettivamente Antonio De Caro e Gianguido D’Alberto, al Presidente Autonomie Locali Italiane (ALI), Matteo Ricci, al Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, all’Assessore regionale al Turismo, nonché coordinatore nazionale degli assessori regionali al Turismo Daniele D’Amario oltre che alle associazioni di categoria.

“Con la presente in qualità di sindaco di una città turistica, Pineto (TE) e anche grazie all’esperienza maturata nel mio ambito professionale (prima dell’incarico politico che ricopro sono stato operatore del mondo dello spettacolo e dell’organizzazione di eventi) desidero esprimere alcune considerazioni relativamente all’esigenza di intervenire per supportare gli operatori del mondo dello spettacolo che tanto hanno sofferto e soffrono le conseguenze legate alla pandemia da Covid-19. A mio modesto parere non si raggiunge l’obiettivo di far ripartire il settore solo con piccoli ristori agli operatori. Occorre concentrare risorse sulla ripartenza. Trasferire risorse specifiche e mirate ai comuni, in particolare a quelli turistici, rappresenterebbe una risposta concreta a tutto il mondo. Sono i comuni, i soggetti dotati di spazi e strutture locali organizzative, che più di altri soggetti privati, potrebbero oggi pianificare medi e grandi eventi nel rispetto dei protocolli stringenti previsti. Quindi, se da una parte è importante prevedere adeguati e puntuali ristori per tutto il settore, dall’altra, l’economia principale di questa filiera è legata alla ripartenza durante la stagione estiva prossima e agli eventi legati anche alla promozione culturale e turistica delle varie località. I mesi di giugno, luglio, agosto e settembre sono quelli in cui questo settore deve poter lavorare, ha il diritto di lavorare. Propongo quindi, di stanziare, un supporto economico di compartecipazione straordinaria e immediato agli enti pubblici, quindi ai comuni che dimostreranno secondo determinati criteri, di essere in grado di programmare per i prossimi mesi estivi eventi artistici di medio grandi dimensioni nel rispetto dei protocolli vigenti. Le sole risorse comunali, purtroppo, non lo consentono. L’imposta di soggiorno, in questo particolare periodo, non garantisce economie adeguate agli enti per organizzare iniziative di qualità. Questa azione sarebbe di immediato impulso per l’intero settore”.

“Come sapete, – prosegue la lettera – tra le filiere più colpite dalla pandemia, c’è quella degli eventi, dei concerti e degli spettacoli. Molti sono gli artisti che nelle ultime settimane stanno cercando di raccontare una silenziosa crisi che ha colpito il loro mondo. Si tratta di un settore multisfaccettato che oltre al grande panorama degli artisti, coinvolge una filiera complessa di professionalità diverse che da sempre ha saputo accendere i riflettori sugli artisti, ha saputo dare voce, colore e suono a cantanti, attori, ballerini, musicisti, ecc. Parliamo, appunto, oltre che di artisti, di tecnici audio, luci, video e scenografie, di operatori della sicurezza, di addetti ai palchi e alle strutture di copertura, di addetti ai generatori di corrente, alle transenne, alle sedie, ma anche dei facchini e molto altro ancora. Sono tutte maestranze, purtroppo solitamente inquadrate in contratti atipici, di tipo subordinato, che si accendono solo durante i giorni di lavoro attivo. Per questo motivo, molti artisti e molte di queste maestranze sono state escluse dagli indennizzi del governo, «non potendo accedere né alla cassa integrazione né ai contributi dell’Inps per via di contratti subordinati che, però, prevedono la retribuzione, appunto, solo per le giornate di lavoro effettivo davanti o dietro al sipario». Assomusica, associazione di produttori e organizzatori di spettacoli di musica dal vivo, ha stimato che sono 250 mila gli addetti al settore live impossibilitati a lavorare a causa delle misure di contenimento del contagio, e che sono circa 570 mila gli operatori impiegati dietro e davanti alle quinte. I 500 bauli sistemati davanti al Duomo di Milano, e quelli sistemati a Roma in Piazza del Popolo, portati da artisti, tecnici, facchini e organizzatori, raccontano, in modo composto e rispettoso, una crisi, un’Italia che si è sempre contraddistinta per la cultura, per la musica, per l’arte, ma che ora è ferma, in stallo. Che è chiusa, appunto, all’interno in tanti bauli. I bauli sono però anche un messaggio importante, di un settore che ha voglia di ripartire, di migliaia di operatori che vogliono tornare a lavorare, di tornare su di un palco e contribuire a regalare emozioni in un momento di preoccupazione. Un supporto economico di compartecipazione straordinaria e immediato agli enti pubblici potrebbe essere una strada da perseguire per ridare linfa a tutto il settore”.

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