Pineto, scoperte piante rare sul litorale tra Scerne e Villa Fumosa

Pineto. Diverse specie di piante molto rare sono state scoperte in un tratto litoraneo di grande valenza naturalistica che si estende per circa 2 km a nord del centro abitato di Pineto, tra le località di Villa Fumosa e Scerne.

Lo rendono noto l’associazione Paliurus e la SOA, Stazione Ornitologica Abruzzese.

“Oltre alla rilevanza paesaggistica per la presenza di un’ampia zona di continuità tra il mare e le colline retrostanti, sul litorale abruzzese questa località assume quindi una grande importanza dal punto di vista floristico e vegetazionale, sia per la quantità di specie presenti che per le caratteristiche delle stesse”, dicono le associazioni ambientaliste. “Conferma di ciò è avvenuta a seguito di un dettagliato sopralluogo svolto circa un mese fa dal prof. Fabio Conti dell’Università di Camerino, tra i massimi ricercatori specialisti di flora spontanea a livello nazionale, il quale ha rilevato il buon grado di conservazione dell’area e l’abbondanza di diverse specie rare”.

E ancora: “Nella lettera che il Prof. Conti ha inviato agli enti preposti, a livello locale e nazionale, egli ha elencato le piante di maggior interesse conservazionistico rilevate. Tra queste il Verbasco del Gargano (Verbascum niveum subsp. garganicum), specie protetta dalla Legge regionale N° 45/1979 ed endemica dell’Italia centro-meridionale, lo Sparto delle sabbie (Calamagrostis arenaria subsp. arundinacea), lo Zigolo delle spiagge (Cyperus capitatus ), l’Eringio marino (Eryngium maritimum), il Finocchio litorale spinoso (Echinophora spinosa), l’Euforbia delle Spiagge (Euphorbia peplis), l’Euforbia di Terracina (Euphorbia terracina), il Papavero delle Spiagge (Glaucium flavum) e altre specie ormai molto rare in tutta la costa e incluse nelle liste rosse regionali. Sono state inoltre osservate comunità vegetali riferibili ad habitat tutelati a livello comunitario (Direttiva Habitat 92/43/CEE) classificate nei seguenti codici europei: Codice 2110 (Dune embrionali mobili), Codice 2120 (Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria – dune bianche)”.

Questi dati si aggiungono a quelli raccolti quest’anno dalla Stazione Ornitologica Abruzzese e da altre associazioni che hanno riscontrato in questo tratto la presenza di ben 5 nidi di Fratino, altra specie protetta a livello internazionale e in forte declino.

“Tutto ciò”, proseguono Paliurus e SOA, “mette in evidenza la necessità di tutelare l’integrità di questo habitat costiero di grande valore e di mettere in atto azioni per la tutela e la conservazione. È noto come ormai la costa abruzzese sia ampiamente manomessa e sottoposta a cementificazione, come ci dicono i dati dell’ultimo rapporto dell’ISPRA sul consumo di suolo in cui si evince che purtroppo l’Abruzzo è a livello nazionale la regione con i valori più elevati registrati nel 2020, in termini di incremento percentuale rispetto alla superficie artificiale del 2019, e che proprio lungo la costa si riscontrino le maggiori percentuali di trasformazione”.

“Non possiamo assolutamente perdere tale patrimonio, unica ricchezza possibile per un territorio che voglia far fronte alla crisi climatica in atto con conseguente innalzamento del livello medio marino che rende ancora più vulnerabile la costa. Servono atti concreti che guardino al futuro dell’uomo in equilibrio con la natura e che preservino l’identità dei luoghi, tanto apprezzata dai turisti che in questo tratto di spiaggia trovano un paesaggio unico e una percezione di solitudine che altrove è ormai persa”.

Per questo le associazioni Paliurus e SOA hanno chiesto un incontro all’amministrazione locale per sapere come intendono proteggere e tutelare un’area scientificamente e naturalisticamente così interessante.

 

 

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