Pineto: esplode la rabbia del genitore che aveva chiesto la settimana corta

“A Pineto i genitori non allineati col sistema scolastico costituito, valgono meno di zero e su di essi si possono dire le peggiori fandonie e ci si può – a quanto pare – permettersi di nominare il sottoscritto col l’epiteto di “personaggio”. Ma questa volta sono stati fatti i conti senza l’oste”. A parlare è un genitore di alunni iscritti a scuola a Pineto che, secondo quanto riportato dal Preside dell’Istituto comprensivo e dall’assessore all’istruzione del Comune, avrebbe richiesto, per la sola classe frequentata dal figlio, la settimana corta (negata da scuola e Comune).

“A Pineto”, continua il papà, “l’assessore Mariani invece di dare spiegazioni di come gestisce politicamente l’ambito scuola e i fondi (non spesi) per migliorare veramente la vita dei nostri figli nell’ambiente scolastico, racconta di quanto è brava e buona a portare avanti il suo mandato. Io le rispondo che non basta essere bravi e buoni, per fare l’assessore! Il bla bla della politicante raggiunge toni risibili quando già venni a sapere che neppure era presente alla votazione come docente al collegio dei docenti – pensate un po’ – per votare contro la settimana corta, dopo che aveva ostentato collaborazione come politica vicino alle esigenze dei genitori. Ma al suo attacco verso me – citato ben tre volte nell’articolo –  le ricordo che non sono stato io a dire che le scuole sono fatiscenti, bensì su Facebook, una docente piuttosto imprudentemente fece un post in data 11/5/18 che riporto testualmente e per intero nella sua primissima versione:

Apro FB e vengo bersagliata da una raffica di critiche rivolte a noi insegnanti perché abbiamo bocciato la settimana corta nel nostro Istituto. Se i genitori hanno espresso le loro motivazioni, peraltro valide e degne di essere ascoltate, è bene che si conoscano anche le nostre, che siamo gli “addetti ai lavori”. Premetto che il mio pensiero rispecchia quello di tante altre colleghe e colleghi! Tengo ad informare la comunità tutta che, a settembre, quando ci riuniamo per la progettazione del lavoro annuale e per stabilire l’orario dei docenti, tra di noi c’è una vera e propria battaglia per poter avere il sabato libero. Da questo si deduce che alla proposta della settimana corta dovremmo esultare tutti di gioia!!! Giusto? Assolutamente no, perché noi insegnati che crediamo nella vera scuola e suo alto valore educativo e formativo, non abbiamo pensato al nostro tornaconto personale, ma alla ricaduta didattico-educativa che tale organizzazione avrebbe potuto avere sui nostri alunni. Ormai tutti sanno che nella scuola sono stati operati tanti tagli e che le risorse economiche sono scarsissime, perciò ci viene proposto un modulo settimanale di sole 28 ore, distribuite in 5 giorni, con due rientri ( dalle 8:10 alle 15:25) e visto che, tutte le discipline devono avere pari dignità didattica, ci potremmo ritrovare a svolgere musica (con tutto il rispetto per tale attività) la mattina e italiano o matematica nel pomeriggio! E poi consideriamo soprattutto che:
– le strutture edilizie delle nostre scuole sono molto fatiscenti;
– gli arredi sono tutti “sgarrupati”;
– molte aule ospitano tra i 24/25 alunni, che non hanno grande libertà di movimento e di azione;
– non tutte le scuole sono dotate di palestra;
– nessun edificio scolastico ha aule da adibire ad attività laboratoriali.
Alla luce di tutto questo ci sembra di tenere gli alunni “parcheggiati”, “ingabbiati” e di tarpar loro le ali. Certo, se avessimo avuto strutture architettoniche tali da garantire un ambiente a misura di bambino e un potenziamento del monte ore, da parte di tutto il collegio docenti ci sarebbe stato un sì corale.

Le anticipo Assessore, giusto per non ritrovarsi nuovamente in difficoltà che lo stesso post, in seguito, è stato riveduto e corretto senza i mobili sgaruppati – come piaceva dire al maestro Dell’Orta – ma ormai troppo tardi… a nostre mani lo screen shot del modificato. A tal proposito assessore, mi perdoni se attendo le sue scuse pubbliche ma credo che siano dovute vero?”.

Passata in rassegna la posizione dell’assessore Mariani, il papà si focalizza sul preside dell’Istituto.

“Poi c’è Avolio, dirigente che si fa dirigere dai suoi stessi docenti, che racconta una sua finta realtà per dimostrare (solo a se stesso) di essere dalla parte del giusto. Inventa leggi per cui, chi non vota avrebbe diritto più della maggioranza; in quanto sommando quei voti con quelli che hanno votato contrario, tali voti, messi insieme, potrebbero superare quelli della maggioranza stessa. Uno strano modo di intendere la democrazia. Platone si farebbe un fracco di risate a sentire questa fola; se non arrabbiarsi per la manomissione. Ma per sua sfortuna i documenti esistono, carta canta, tutti qui pronti per farli leggere a chi di dovere. Non ultimi articoli di giornale dove esprimeva il 70% come consolidato, quindi direi che sarebbe difficile tornare sui suoi passi caro preside. Vero? E poi perché dire che noi si voleva una scuola a tempo pieno solo per i bambini che arrivavano dal S. Giuseppe. Perché ha raccontato questa fandonia? Appena la vedrò, se avrà il coraggio di farsi guardare negli occhi – visto che l’ultima volta che ci ha firmato i nullaosta aveva gli occhiali da sole sul naso – sarà la prima cosa che le domanderò. Per fortuna io scrivo tutto e quella domanda sta nella lettera di fine febbraio che mandai anche al provveditore dott. Nardocci e magari in futuro mi rivolgerò anche al dott. Tozza, fino al MIUR a Roma. Mettere Pineto sulla bocca di tutti a volte fa muovere i monti… chissà…

Ma torniamo al discorso. Ricordo a questi “personaggi” (giusto per usare la stessa delicatezza usata nei miei confronti) che far finta di avere ragione, non vuole dire avere ragione. Come dimenticare poi, quei tranquilli genitori del Consiglio di Istituto, completamente avulsi dal mondo circostante o soggiogati dalla casta vigente, che votano all’unanimità contro il desiderio stesso della maggioranza dei genitori pinetesi pensando di aver fatto il giusto… Mah! Per me questo resterà sempre un vero mistero! Solo la similitudine al vassallaggio verso docenti e dirigenza sarebbero una risposta. Amen. Così è andata. (Per il momento). Comunico, che il Comitato permanente dei genitori pinetesi per la settimana corta ha chiesto, un incontro con le forze politiche dell’opposizione disposte affinché della questione se ne discuta in al Consiglio Comunale.

Invece Avolio darà spiegazioni, se necessario, si diceva, perfino al Ministero di Pubblica Istruzione sino a che non chiederà scusa a quei genitori, costretti a sovraccaricarsi di costi pur di portare i figli in una scuola diversa, dove si parli di programmi e di metodi di insegnamento e non di locali sgaruppati, in paesi che seppur adiacenti, distanti comunque; solo perché a Pineto “I genitori sarebbe meglio che non ci stessero neppure nella scuola!” (testuali parole di Avolio che dimentico dei Decreti Delegati e dei diritti dei genitori e della presenza mia e di un’altra mamma, si lascia scappare abietta, la frase). Alcuni di noi, invece preside, chiedono a gran voce di far parte della scuola, anche in contraddittorio se necessario e senza il bisogno di comprare di tasca propria le lavagne o i computers facendo le collette (Perché caro preside, quando ci si fa comprare le lavagne e i pc, non si può pensare più di comandare nessuno. Succede in tutte le famiglie sa? Sentiremo cosa ne pensano i suoi colleghi sopra di lei. (Poi, vede, un inciso, lei stesso almanacca sul numero dei nulla osta? Sei. Forse sette. Forse otto o dieci… Fossero stati anche due caro preside, perché in questo caso, non conta il numero, ma le motivazioni. Perché sinceramente ad un certo punto abbiamo pensato in molti: Ma chi ve vole! Senza settimana lunga, corta e tempo pieno (Ma non il tempo pieno a pagamento con insegnanti della cooperativa bimbumbam, ma degli insegnanti della scuola stessa) e sgaruppamenti vari… insomma, siamo ormai un paese di quasi 15.000 abitanti; s’immagini un po’ come siamo cresciuti preside.

Invece, il motivo è, che avete perso autorevolezza agli occhi di alcuni di noi che sgamatovi, qualcuno ha preso la porta – e non per altro state tranquilli – ma perdonateci se vi riteniamo non più molto affidabili, e come tali come possiamo lasciarvi i nostri figli? Ad insegnare loro cosa? La bugia? Il sotterfugio? La furbizia? L’epiteto detto su un giornale con tanto di cognome come tentativo di soverchiare, forti di una posizione privilegiata? E tutto quello che insegniamo noi a casa? L’onestà. La lealtà. Il comportarsi bene con il compagnuccio? L’ascoltare l’amichetto triste? Oppure e non ultimo: metterci la faccia fino in fondo, se si pensa di aver ragione Metterci il nome e il cognome… E qui, superi se stesso capendomi al volo in quel che tento dirle… Sinceramente, dove andrebbe a finire tutto questo insegnare ai nostri piccoli, consegnandoveli con amore genitoriale tutte le mattine?

Infine, non vi permettiate mai più di trattare in questo modo i genitori; cittadini che chiedono che le cose migliorino! Non vi permettiate mai più! Perché quella è stata la buccia di banana sulla quale siete scivolati! La spocchia! La pretesa di non essere mai messi in discussione! Attaccare così spudoratamente un genitore che ne rappresenta molti altri… non ve lo permetto anche a nome di tutti gli altri! E proprio alla luce di questo articolo, che invece vi prometto che andremo sino in fondo e se necessario anche in Procura. Documenti alla mano, bilanci alla mano, articoli di giornale, post su Facebook e maleducazioni reiterate. E vedremo se sarete ancora così bravi con i vostri bla bla a spiegarci perché a fronte dei cambiamenti che chiediamo nella scuola pinetese le vostre risposte sono da anni, dico anni, solo continui no al cambiamento naturale delle cose e/o ai soldi che si potevano spendere ma che non si sono spesi mai o ancora che forse non ci sono già più e speriamo di essere quanto meno smentiti da qualche banconota messa da parte…

E poi, l’avevo detto a qualcuno tempo fa, che non mi sarei fermato davanti nessun ostacolo. Io vado avanti, so di avere ragione nel diritto ad una scuola che contenga tutte le esigenze (Lo fanno negli altri paesi qui vicino, non si capisce perché Pineto no) e forse qualcuno mi darà una mano e così non sarò mai solo. Quindi mi firmo, non come Comitato permanente dei genitori pinetesi per la settimana corta, anche se ne avrei un ampio permesso, ma come desideravo fare dalla prima parola che ho scritto su questa in risposta all’articolo che vi ha resi per tutta la lettura persone che per ruolo, ci si auspicherebbe eccellenze, ebbene quindi, mi firmo con nome e cognome: Santoro Franco detto Fabio.

Ovviamente pronto sempre a perdonarvi, attendo Vostre. E non complicate ciò che avete già complicato… cerchiamo insieme di migliorare veramente il comprensorio di Pineto avvicinandovi con più garbo alle esigenze di tutti, i bambini prima di tutto, i loro genitori, gli insegnanti, il resto degli addetti e non ultima, la sicurezza, la mensa, lo scuolabus e i servizi intorno. In una parola sola: il dialogo. Che a voi pare di portare avanti ma che, a quanto pare, così come pensate voi non è… a molto presto”.

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