Laboratori Gran Sasso, dati Arta: trimetilbezene ed esano nelle acque scaricate

Nelle acque in uscita dai laboratori del Gran Sasso a febbraio 2019 l’ARTA ha riscontrato la presenza di 1,2,4 trimetilbenzene, la stessa sostanza usata nell’esperimento Borexino in sala C, ed esano, un solvente in generale tossico e pericoloso per gli ambienti acquatici.

 

L’agenzia regionale ha trovato l’esano in due campioni raccolti l’11 febbraio 2019 nel punto di campionamento GS-S30 “Laboratorio INFN” (campione 494 con concentrazione 6,99 microgrammi/litro) e,  più a valle, nel punto GS-S4 “Imbocco nord galleria autostradale” (campione 492, concentrazione 1,42 microgrammi/litro). L’1,2,4 trimetilbenzene è stato trovato quattro giorni dopo, il 15/02/2019, nel campione 555 raccolto nel punto GS-S30 “Laboratorio INFN” (concentrazione 0,3 microgrammi/litro).

 

Si tratta di acqua non utilizzata per scopi idropotabili che però va ad alimentare i corsi d’acqua del Parco nazionale del Gran Sasso.

 

“Ricordiamo che attualmente quasi 100 litri al secondo precedentemente captati per l’acquedotto del teramano nella zona dei laboratori sono mandati a scarico (comunque rilasciati in ambiente) dopo gli interventi di ASL e Procura”, si legge in una nota del Forum H2O. “Quest’ultima l’anno scorso ha ritenuto di dover sequestrare la sola rete acquedottistica sotto al pavimento dei laboratori.

 

Intanto vorremmo sapere se altri contaminanti siano stati riscontrati nei mesi successivi. Su questo aspetto chiediamo massima trasparenza, assicurando una completa e pro-attiva informazione ai cittadini. Inoltre sarebbe interessante avere una spiegazione sul come queste sostanze abbiano raggiunto l’acqua.

 

Come Mobilitazione per l’Acqua del Gran Sasso riteniamo che sia solo l’ennesimo campanello d’allarme che arriva dalla montagna che fornisce l’acqua a 700.000 persone. Quelle che commentiamo oggi sono contaminazioni limitate ma come sappiamo possono accadere fatti ben più gravi, come nel 2002 con la fuoriuscita di decine di litri di 1,2,4 trimetilbenzene o peggio, come ormai ammette lo stesso Piano di Emergenza Esterno della Prefettura.

 

Riteniamo veramente incredibile che siano disattese norme chiarissime e di buon senso quali quelle dell’Art.94 che vietano lo stoccaggio di sostanze pericolose vicino alle acque usate per scopi potabili e obbligano all’allontanamento immediato di quelle esistenti (come del caso delle 1.292 tonnellate di 1,2,4 trimetilbenzene usate in Borexino e 1.000 tonnellate di acqua ragia usate in LVD).

 

È inquietante che gli stessi solleciti della Regione, ente competente per il rispetto della norma in questione, scivolino via senza che accada nulla. Arrivando, poi, alla vera e propria beffa per i cittadini, quella di far mettere a scarico ben 100 litri al secondo di preziosissima acqua invece di attuare semplicemente gli obblighi di legge.

 

Constatiamo come neanche quella che appare come una “moral suasion” della procura stia dando i suoi frutti, visto che la Regione il 25 gennaio 2019 aveva dato tre mesi all’INFN per consegnare almeno i progetti per l’allontanamento e siamo a fine ottobre, nove mesi dopo, e sul sito della Valutazione di Incidenza Ambientale della Regione non appare alcunché.

 

Resta poi tutta la questione della messa in sicurezza dei tunnel autostradali, altra vicenda su cui bisognerebbe fare chiarezza, a partire dal rispetto del D.lgs.264/2006 sugli standard di sicurezza fissati dalle normative comunitarie sulle gallerie, con il termine per l’adeguamento scaduto inutilmente il 30 aprile 2019”.

 

 

 

Gestione cookie