Giulianova resta in zona rossa: l’ira di Costantini

Giulianova. Sulle voci che in queste ore si stanno diffondendo su una possibile proroga della zona rossa per il Comune di Giulianova interviene il sindaco Jwan Costantini, in merito anche alle ultime comunicazioni fornite dalla Asl di Teramo, che evidenziano un numero di contagi esigui rispetto a quello di qualche giorno fa.

“Giunge voce, attualmente non ufficiale, che il nostro Comune potrebbe restare in zona rossa per un’altra settimana – dichiara il primo cittadino – dobbiamo precisare che, sommando il numero dei postivi degli ultimi giorni, il nostro totale di contagi in città, ad oggi, è di 164 su una popolazione di circa 24 mila abitanti ed un RT di 0,68. Da quando è stata decretata, per noi, la zona rossa (lunedì 19 aprile) sono 29 i nuovi cittadini positivi al Covid-19. Facendo riferimento a questi dati, molto simili a quelli di altre località limitrofe e non sottoposte alle nostre stesse restrizioni, ci aspettiamo che tali decisioni, prese sulla pelle dei cittadini, commercianti e delle attività in generale che da troppo tempo soffrono ed arrancano in un periodo di enormi difficoltà economiche, vengano ben ragionate e valutate con la massima scrupolosità. Non capiamo davvero, inoltre, perché la Asl si ostini ad inserire nel numero generale dei contagi attuali, anche altri casi di venerdì 16 aprile, che sono già stati interessati dal precedente provvedimento restrittivo”.

“Ci chiediamo – aggiunge – come la nostra città, che è la capitale del turismo ricettivo in Abruzzo e che vive di un indotto prevalentemente legato al commercio e alla ristorazione, possa restare in zona rossa con un RT di 0,68”.

“Ci teniamo a ribadire che abbiamo sempre accettato con serenità e senso di responsabilità ogni decisione che ci è stata imposta ma, questa volta, se verremmo riconfermati in zona rossa (presa di posizione che riteniamo assolutamente severa rispetto ai nostri dati), invitiamo i commercianti, gli albergatori, i balneatori e tutte le attività in difficoltà a partecipare ad una manifestazione pubblica, assolutamente pacifica, sotto gli uffici dell’azienda sanitaria locale”, conclude Costantini.

 

 

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