Esame di Stato, proteste anche a Teramo. La Flc Cgil: “Siamo con gli studenti”

Anche in provincia di Teramo gli studenti e le studentesse delle principali scuole superiori sono scesi in piazza contro le nuove modalità dell’esame di Stato 2022 e per protestare contro l’alternanza scuola lavoro. La FLC CGIL Teramo è stata al loro fianco e chiede alle istituzioni di ascoltare la loro protesta.

“Si è trattato di manifestazioni pacifiche nelle quali c’è stata la rivendicazione che non siano gli studenti a pagare le conseguenze di tre anni di didattica discontinua, in presenza, a distanza, mista. Tre anni in cui le misure del Governo non hanno saputo fronteggiare tempestivamente l’emergenza sanitaria minando il diritto all’istruzione e facendo ricadere tutte le difficoltà di gestione in tempi di pandemia, sugli studenti e sul personale scolastico, che hanno sempre dimostrato un grande senso di responsabilità – hanno detto dal sindacato – Non c’è nessun ritorno alla normalità, come, invece, dichiarato dal ministro. Non sono stati normali né quest’ultimo anno, né quelli precedenti. Sarebbe stato opportuno coinvolgere gli studenti in questa scelta, così come sarebbe stato opportuno ascoltarli nei giorni scorsi in occasione delle legittime proteste per la morte dello studente Lorenzo Parelli, deceduto mentre stava facendo in azienda un percorso di alternanza scuola-lavoro. Nessun ascolto, anzi botte e cariche della polizia quando  ci sono state manifestazioni di protesta per questo triste evento. L’alternanza scuola-lavoro deve essere un’opportunità di crescita, di consolidamento dell’autonomia personale, uno strumento di apprendimento non una forma di addestramento o di lavoro non pagato o, peggio, di rischio per incuria e scarse tutele”.

E ancora: “Le nuove modalità dell’esame di stato, che ripropongono una seconda prova scritta, ignorano completamente tre anni scolastici discontinui, fatti di quarantene, DaD, e didattica mista. Ascoltiamoli dunque, così come ci chiedono e costruiamo con loro una riflessione su ciò che serve per riportare, realmente, la scuola al centro del dibattito pubblico. Per continuare a costruire insieme percorsi di scuola lavoro che diano capacità, dignità professionale, autonomia, che siano realmente una chiave per aprirsi al mondo”.

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