Acqua del Gran Sasso contaminata: Wwf e Mercante chiedono chiarezza alla Regione

“Si faccia chiarezza su quello che è successo e sul sistema di sicurezza dei Laboratori dell’Infn”. A chiederlo alla Regione Abruzzo è il Wwf Abruzzo a seguito della notizia di ieri sull’emergenza acqua che ha riguardato la provincia di Teramo.

Per l’associazione ambientalista, infatti, quanto accaduto sembra riportare il calendario indietro di 13 anni quando “si visse la fase più preoccupante della gestione dei Laboratori di Fisica Nucleare sotto il Gran Sasso”.

“Fu proprio il Wwf”, ricorda Dante Caserta, vicepresidente del Wwf Italia, ritornando alla battaglia portata avanti contro la realizzazione della terza galleria sotto il Gran Sasso, “a rendere noto l’elenco delle sostanze presenti nei Laboratori, poste quindi vicinissime alla falda acquifera che rifornisce tre province abruzzesi. E fu sempre il Wwf a evidenziare le carenze nella gestione degli esperimenti condotti nei Laboratori attraverso la pubblicazione di documenti e di scambi interni tra i ricercatori. Dapprima fummo accusati di allarmismo, ma poi arrivò l’incidente con il trimetilbenzene, diventato famoso come Borexino, del 16 agosto 2002 che evidenziò tutta la fragilità del sistema di gallerie, laboratori e punti di approvvigionamento di acqua presenti nel Gran Sasso”.

A seguito di questo episodio ci furono denunce, sequestri e procedimenti penali e si avviarono interventi per la messa in sicurezza del sistema. E da sempre il Wwf continua a chiedere una informazione puntuale di quanto accadeva sotto la montagna, soprattutto in merito alla presenza di determinate sostanze necessarie per gli esperimenti e l’inquinamento dovuto al transito degli autoveicoli nelle gallerie autostradali.

E, in attesa dei necessari approfondimenti, Luciano Di Tizio, delegato Wwf Abruzzo, contesta il ritardo con cui la notizia di ieri è uscita fuori, con un inaccettabile ritardo di tre mesi.

“Possibile”, chiede infatti, “che solo a dicembre si venga a sapere di qualcosa che sarebbe successo a settembre? È questa la trasparenza che si vuole dare ai cittadini su un bene prezioso come l’acqua? In questo caso non ci sarebbe stata la somministrazione di liquido contaminato, come invece avvenne per alcuni anni in val Pescara a causa dei veleni della discarica di Bussi officine. Stando alle dichiarazioni dei responsabili del Ruzzo , l’acqua fornita ai cittadini è stata sempre potabile. Resta tuttavia la pessima abitudine di non informare tempestivamente i cittadini, che non possono essere trattati come bambini da tenere all’oscuro dei problemi per non preoccuparli”.

Per questo motivo dal Wwf arriva la richiesta chiara alla Regione non solo “di adoperarsi perché si accerti con puntualità che cosa è accaduto a settembre e quali sono i reali livelli di sicurezza dei Laboratori”, ma anche di impegnarsi a d attuare sempre una informazione chiara e immediata a tutti i cittadini.

 

 

La posizione di Riccardo Mercante (M5S). “Davvero sconcertante il silenzio della Regione e della Asl sullo sversamento di sostanze inquinanti dai laboratori dell’INFN nella condotta del Gran Sasso ed altrettanto sconcertante che la Ruzzo reti minimizzi l’accaduto con la scusa che si tratti di un episodio accaduto la scorsa estate. L’inquinamento comunque c’è stato ed è necessario spiegarne le conseguenze e gli effetti”. Queste le parole del Consigliere del M5S, Riccardo Mercante, che ha depositato una interrogazione alla Giunta diretta a far luce sui recenti accadimenti ed a conoscere le reali condizioni della sorgente del Gran Sasso. “Ci sono voluti più di tre mesi – ha spiegato Mercante – per essere informati dello sversamento di sostanze tossiche, che sembrerebbero le stesse che, nel lontano 2003, determinarono lo stato di emergenza ambientale, da parte dei laboratori del Gran Sasso. Nessuno, Asl e Regione in primis, si è degnato di far sapere ai cittadini cosa stava accadendo e tantomeno che le acque destinate all’uso quotidiano fossero inquinate. Una omissione gravissima visto che, in questo caso sono in gioco la salute e l’incolumità pubblica ed era, quindi, un preciso dovere, da parte delle Autorità, informare tutti sin dalla scorsa estate, da quando, cioè la Asl ha constatato l’inutilizzabilità delle acque.

Per anni – ha continuato Mercante – ci hanno decantato i pregi e le qualità delle acque della sorgente del Gran Sasso. Adesso, invece, si scopre, e solo perché hanno dovuto dichiarare lo stato di emergenza idrica, che le acque sono inquinate, che non sono sufficienti a coprire l’intero fabbisogno e che bisogna ricorrere ad altri bacini previo trattamento nel potabilizzatore di Montorio al Vomano. Ci obbligano, in sintesi, a pagare di più per avere in cambio un’acqua di minore qualità.

Ritengo, pertanto – ha concluso Mercante – che sia ora, alla luce di quest’ultimo gravissimo accadimento, che Regione, Asl e Ruzzo reti, che fino ad ora sono state piuttosto reticenti sull’argomento, ci spieghino chiaramente come stanno davvero le cose e se e con quali rischi sia possibile per i cittadini continuare ad utilizzare l’acqua del rubinetto. Domande puntuali, quelle contenute nella mia interrogazione, alle quali la Giunta questa volta non potrà sottrarsi”.

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