Pescara, omicidio Neri: al setaccio la sua abitazione. Nessun indagato

Ad una settimana esatta dal ritrovamento del corpo di Alessandro Neri, 29 anni, di Spoltore, ucciso con due colpi di pistola, il giallo per risalire al responsabile non è stato ancora risolto mentre le indagini proseguono a tutto campo. Al momento non risultano indagati.

Questa mattina Carabinieri e Guardia di Finanza, sono intervenuti infatti nella villa in Via Londra a Villa Raspa, su input del Procuratore Capo Serpi e del Pm D’Agostino per capire cosa facesse Alessandro dopo aver lasciato il suo incarico nell’azienda vitivinicola di Orsogna.

Al lavoro anche gli specialisti del Ris. Accertamenti peritali in atto dopo il sequestro di ieri delle due autovetture del nonno di Alessandro, ma che sembrerebbero in uso di Gaetano Lamaletto junior, cugino di Alessandro, in volo per gli Stati Uniti quando il cugino è scomparso.

Gli esami puntano a stabilire l’eventuale compatibilità con le tracce di pneumatico rilevate lungo il sentiero che porta al luogo dove è stato trovato il corpo di Alessandro.

I carabinieri del capoluogo adriatico stanno ascoltando i familiari di Alessandro: si tratta del padre Paolo Neri e del fratello del giovane Massimiliano. Con loro anche il marito della sorella del padre. Mentre il papà era già stato ascoltato nei giorni scorsi, per il fratello, rientrato ieri sera da Miami, si tratta della prima volta.

Johnny Margiotta, consigliere del Cram – Consiglio Regionale Abruzzesi nel Mondo – Venezuela. “La storia di questa famiglia in Venezuela appartiene soltanto alla famiglia stessa, quindi non possiamo entrare nel merito. Aspettiamo che le forze dell’ordine facciano le loro ricerche e facciano chiarezza sulla vicenda. Personalmente non ho avuto rapporti specifici con la famiglia di Alessandro – prosegue Margiotta – però ho diversi amici che conoscono queste persone e che le considerano persone perbene, che hanno fatto tanto in Venezuela e tanto anche in Italia, perché in qualche modo riportiamo sempre in Italia una parte del lavoro fatto in Venezuela. Siamo molto scossi e sentire queste notizie ci fa rabbrividire, perché psicologicamente siamo già molto provati”. “Sono rientrato in Italia ad agosto per ritrovare un pò di pace, per stare più a contatto con la semplicità della vita in Abruzzo, dove tutto è tranquillo e genuino – conclude Margiotta -. Non so cosa raccontare a mia moglie, venezuelana, alla quale nel luglio scorso dissi di prendere le valigie e andare via, perché in Abruzzo certe cose non le avremmo più vissute, e invece una volta arrivati qui ci siamo trovati a dovere fare i conti con certe notizie”.

L’associazione VenEuropa, presente al funerale di Alessandro Neri. “Saremo presenti al funerale di Alessandro, con la bandiera del Venezuela, per rendere omaggio al rapporto che la famiglia Lamaletto ha con la nostra patria d’origine”, ha detto Maria Claudia Lopez, esponente dell’associazione VenEuropa, componente dell’Osservatorio Emigrazione per il Venezuela del Cram Abruzzo e amica di amica di famiglia dei genitori di Alessandro. “Questo è il momento di tacere ogni sentimento o impressione personale che non aggiunga nulla alle indagini e che si risolva nel pettegolezzo. Come italo-venezuelani che vivono in Abruzzo – prosegue Lopez – stiamo anche pensando di dare vita ad una fiaccolata, ma vogliamo farla in accordo con la società civile pescarese e nel rispetto dei tempi della famiglia”. “Auspichiamo”, conclude Lopez, “in nome dei principi di civiltà e umanità, che la verità possa emergere al più presto”.

 

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