Pescara, salta il Consiglio comunale sulla Tari. Manca la maggioranza

La maggioranza della Giunta pescarese targata Marco Alessandrini, manca all’appello del Consiglio comunale indetto sulla Tassa rifiuti e fa saltare la seduta.

“La maggioranza del sindaco Alessandrini anticipa le vacanze di Natale. All’appello hanno risposto in appena 9 consiglieri di maggioranza, quelli delle liste civiche. Assente in blocco, tranne un’unica eccezione, il Pd, persino il Capogruppo e il Presidente del Consiglio comunale, assenti i consiglieri di Sinistra Italiana, gli stessi che tengono sotto scacco la stessa maggioranza sul tema del finto mercatino etnico. Segno di sciatteria, incuranza, superficialità e disattenzione, giocate sulla pelle dei cittadini”, hanno duramente commentato i consiglieri di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Pescara Futura.

“Oggi era veramente difficile credere ai nostri occhi, che scrutavano dei banchi della maggioranza desolatamente vuoti per una seduta consiliare non di routine, ma che addirittura avrebbe dovuto determinare l’approvazione della Tari, dopo la correzione dei macroscopici errori della macchina amministrativa di maggioranza fatti emergere dal centrodestra, e l’apertura della discussione sul bilancio, da chiudere, al massimo, entro domattina, dunque parliamo di due atti fondamentali per il Governo cittadino – hanno ricordato i consiglieri del centrodestra – e invece nulla”.

“A mancare”, continuano, “erano proprio i rappresentanti del Pd, dal Presidente del Consiglio Pagnanelli al Capogruppo Presutti, presenti solo le liste civiche. Chiaramente, salvo problemi politici che il sindaco Alessandrini dovrebbe giustificare alla città, tale comportamento ci sembra la testimonianza della sciatteria di una maggioranza politica che, dopo tre anni e mezzo, non ha neanche compreso la rilevanza del proprio ruolo e delle proprie responsabilità”.

Seduta posticipata a domani. “Siamo già andati personalmente dal Segretario generale per rappresentare la nostra obiezione: quella sul bilancio è una sessione del Consiglio ordinaria, non ci sono scadenze imminenti, ovvero non c’è l’urgenza, non ci sono ragioni indilazionabili che giustificano una convocazione d’emergenza dunque, a nostro avviso, quella seduta non si può svolgere, perché lo prevede il regolamento che va rispettato e il Segretario generale si è riservato di rileggere il regolamento e di verificare tale improcedibilità”.

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