Pescara: dragaggio, la rabbia dei marinai in uno striscione sul porto

striscione_dragaggioPescara. L’interruzione prolungata dei lavori di dragaggio del porto provoca, giorno dopo giorno, danni economici ingenti a danno di operatori commerciali, pescatori e di tutti i settori che ruotano intorno alla marineria come ristoranti e attività commerciali. L’insofferenza dei marinai è racchiusa in uno striscione esposto davanti al mercato ittico che dice: “Dragare il porto”.

Un enorme telo bianco con una scritta blu, che riprende i colori della Pescara calcio, copre per intero la struttura del mercato ittico. Dopo i ritardi nell’invio dei risultati sulla qualità dei fanghi da smaltire e l’ultimatum del commissario straordinario Guerino Testa, i pescatori lanciano un ultimo disperato appello, affidandolo a un enorme striscione che recita così: “Dragare il porto”. Poche parole, ma cariche di rabbia a causa dei rinvii prolungati e delle operazioni di pesca ridotte al minimo: appena quattro o cinque dall’inizio del 2012 coma ha raccontato il comandante della Capitaneria di Porto Luciano Pozzolano.
Le accuse di inesattezza piovute sulle analisi dell’Arta e i giorni in più richiesti dal laboratorio di Brescia che ha eseguito i test per conto della Procura dell’Aquila spingono il direttivo di Pescara della Lega Nord Abruzzo a chiedere al sindaco Luigi Albore Mascia e al commissario straordinario Testa di presentare il conto dei danni economici causati dall’interruzione del dragaggio secondo il principio che “chi ha sbagliato deve pagare”. “All’esito delle analisi demandate all’Ispra sui fanghi del fiume Pescara”, sottolineano dalla Lega nord, “il sindaco Albore Mascia e il commissario straordinario Guerino Testa devono tutelare in sede legale gli interessi della città di Pescara. Qualora emergesse l’inesattezza delle analisi sulla cui base gli organi giudiziari aquilani hanno adottato i drastici provvedimenti dalle drammatiche conseguenze per la nostra città, occorreranno spiegazioni molto circostanziate sulle ragioni che hanno indotto a demandare ad un laboratorio bresciano una scelta così’ devastante. In caso contrario l’Arta locale risponderà nelle sedi appropriate”.

Intanto, in consiglio provinciale, rimbalzano una serie di interrogativi presentati dall’opposizione al presidente Testa, accusandolo di essersi disinteressato, nel corso degli anni, delle condizioni del fiume Pescara. “Quali sono gli elementi che hanno portato a scartare l’acquisto di una draga?”, si chiede la consigliera provinciale dell’Italia dei Valori Antonella Allegroni, “perché non si è pensato a creare una filiera virtuosa di interventi che parta dal problema e arrivi alla soluzione che non sia un inutile tampone e che sia capace di produrre nuove economie?”.
“Chi poteva immaginare”, prosegue Allegrino, “che avendo a disposizione tanti tecnici intorno, il commissario non fosse in grado di trovare una soluzione che andasse oltre l’emergenza. Perché, rabbia o non rabbia, la situazione al porto canale di Pescara è questa. E il solo digiuno sul tema dragaggio, temo sia la situazione in cui questa paralisi sta conducendo la marineria e tutto l’indotto turistico ed economico collegato”.
“Alla comunità servono fatti”, conclude perentoria, “se Testa non è in grado di produrli, denunci chi ha colpe e si dimetta, come fino ad oggi ha solo ventilato”.

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