Renzi all’Aquila, le dichiarazioni del giorno dopo

L’Aquila. ‘La sciatteria istituzionale di coloro che hanno organizzato la visita di Renzi all’Aquila desta stupore e imbarazzo’. Lo sottolineano, in una nota, il Vice Presidente del Consiglio regionale Paolo Gatti e il Presidente emerito della Regione Gianni Chiodi.

‘Se si fosse trattato di visita istituzionale del Presidente del Consiglio dei Ministri – spiegano – sia pure dopo ben 18 mesi dall’assunzione del ruolo, un tempo decisamente lungo rispetto all’attenzione che dovrebbero meritare la Regione Abruzzo e soprattutto la città capoluogo terremotata, sarebbe stato d’obbligo invitare i rappresentanti dei cittadini abruzzesi, ovvero i Consiglieri regionali democraticamente eletti, e non solo quelli del centrosinistra.

La conclusione è che la veloce, velocissima visita, o è stata quella del segretario del PD, che ha tenuto un breve discorso ai suoi, evitando il confronto sia con i cittadini che con i rappresentanti eletti della comunità abruzzese, oppure è stata una pessima prova di ineleganza istituzionale e scarso rispetto nei confronti dei cittadini.

In fondo, data l’inconsistenza complessiva della visita in termini di impegni politico amministrativi, così come risulta dai resoconti, poco importa di sapere in quale veste sia transitato di sfuggita il premier-segretario di partito, e meno ancora di sapere a chi vada attribuita la brillante organizzazione della comparsata.

Confidiamo solo che vengano risparmiate ai cittadini abruzzesi le abituali, ridondanti, tautologiche e bulimiche dichiarazioni dei rappresentanti del PD sulla straordinaria importanza di un evento semplicemente inutile’.

‘Gli impegni assunti dal Premier Renzi nel corso della visita all’Aquila, rappresentano una sfida per chi, in Abruzzo, ricopre incarichi politici e amministrativi’. A dirlo è il Presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio, che si sofferma in modo particolare su quel “Patto con le Regioni”, illustrato da Renzi a conclusione dell’incontro con i rappresentanti delle amministrazioni locali, delle forze sociali e dell’Università.

Il “Patto”, infatti, introdurrà nuove modalità di collaborazione tra lo Stato e gli Enti locali che saranno in grado di sviluppare delle progettualità, attraverso azioni sinergiche e procedure certe.

‘Procedure, che spesso – osserva Di Pangrazio – sono venute a mancare in questi anni, rallentando iniziative che avrebbero potuto portare importanti benefici per i territori e le comunità. L’Assemblea regionale, nell’ambito delle proprie prerogative istituzionali, è pronta a dare la massima collaborazione alla Giunta affinché l’Abruzzo sia la prima Regione a sottoscrivere questo patto con il Governo nazionale, come auspicato dallo stesso Renzi.

Sono sicuro che tra un anno, in occasione della prossima visita in Abruzzo del Premier, potremo confrontarci con i risultati concreti ottenuti dalle politiche nate dalla collaborazione tra Governo regionale e nazionale’.

‘Spiace registrare che la visita del Presidente del Consiglio all’Aquila si sia dovuta svolgere in maniera incompleta. Lo scopo principale di questa era infatti ”far toccare con mano” a Matteo Renzi lo stato dell’arte della ricostruzione della città, ma per motivi di sicurezza questo non è stato possibile’. Lo afferma il Consigliere regionale del PD Pierpaolo Pietrucci.

‘Ci si è dovuti limitare – aggiunge – alla pur utilissima riunione di lavoro su temi operativi come la questione dell’esenzione delle tasse per le imprese del cratere sismico, la proroga dei precari in forza agli uffici della ricostruzione e nei diversi Comuni, le risorse finanziarie costanti e garantite negli anni, il potenziamento delle infrastrutture. Spiace ancora di più prendere atto che la mutilazione della visita si sia verificata per la messa in campo di proteste e dimostrazioni che niente hanno a che fare con la ricostruzione del capoluogo, almeno in larghissima parte. Delle ragioni delle proteste di ieri ho il massimo rispetto.

Mi sarebbe piaciuto vederne altrettanto da parte dei fratelli abruzzesi di fronte al dramma di una città e un territorio che a poco a poco si rialza, vuole mostrare ferite e cicatrici ma anche energia e capacità al Capo del Governo. Una città che ha la volontà e il tanto atteso (sei anni) diritto di concordare direttamente con il premier gli interventi necessari per un ulteriore fase, quella decisiva, della ricostruzione. Una protesta avrebbe avuto senso da parte di chi lo avesse ritenuto tra gli aquilani, perché ieri si è parlato delle questioni che i cittadini dell’Aquila hanno vissuto sulla propria pelle.

Inoltre proprio perché ho rispetto e comprendo le ragioni delle battaglie ambientali per cui si è protestato ieri, dico che anche la modalità scelta per evidenziarle è del tutto sbagliata – prosegue Pietrucci – con gli scontri e il rumore ci si confina nel lembo della protesta estrema, è un errore strategico, tanto più se si considera che questo Consiglio e questa Giunta regionale hanno mostrato di saper ascoltare la giustezza di quelle argomentazioni.

Da Presidente della Commissione Ambiente posso dire che assieme all’Assessore Mario Mazzocca si è profuso e si continuerà a profondere il massimo sforzo politico e istituzionale per impedire che prevalgano scelte scellerate e poco rispettose dell’ambiente e del territorio su questioni come Ombrina Mare, gasdotto Snam, Centrali a Biomasse, solo per citarne alcune. Siamo e saremo schierati senza se e senza ma, come abbiamo dimostrato di sapere fare finora, sia in Commissione Ambiente che nelle Conferenze dei servizi romane.

Una Commissione Ambiente, peraltro, che da Presidente ho sempre cercato e sempre cercherò di ‘aprire’ all’esposizione delle ragioni dei comitati e delle voci critiche. Di quei comitati, di quelle voci critiche ho fatto parte, per tanti anni. Non rinnego certo la mia storia e la mia esperienza ora che sono un rappresentante istituzionale’.

‘L’Italia dei valori, in riferimento ai fatti accaduti nel corso della visita del Premier Matteo Renzi a L’Aquila, esprime solidarietà ai cittadini aquilani ed alla città – per lo sfregio patito da parte di una netta minoranza che ha protestato in maniera incivile – e, parimenti, alle forze dell’ordine per l’ottimo lavoro svolto, pur dovendo lamentare un ferito tra le loro risorse a fine giornata.

Vorremmo ricordare che l’IdV ha partecipato a manifestazioni di protesta civile al fianco dei vari comitati nei territori delle altre province e sempre nel rispetto della legalità e dell’ordine pubblico.

I cittadini aquilani non possono tollerare che dei manifestanti, anche per giuste cause, si abbandonino ad atti di violenza, con il lancio di sassi ed uova: la violenza non deve mai prevaricare la ragione. Chi ripagherà la città dei danni patiti?

Ancora una volta L’Aquila viene portata alla ribalta nazionale in una connotazione negativa, anche a dispetto dei tanti cittadini intervenuti alla manifestazione.

Una riflessione va fatta: tante forze politiche hanno espresso disappunto per la mancata visita di Renzi nella nostra città ironizzando più volte a riguardo in Consiglio Comunale. Alla luce di quanto è accaduto c’è da chiedersi perché volevano Renzi in città? Per un sereno confronto o per tendere un’imboscata?

È quanto si chiedono i tanti cittadini facenti parte di quella maggioranza silenziosa che si indigna per la violenza e per i danni arrecati alla nostra città. Non siamo certamente contrari alla manifestazione di dissenso, che sono il sale della democrazia, siamo sicuramente contrari ad ogni forma di violenza , favorevoli alla legalità e a chi lavora quotidianamente per farla rispettare’, si legge in una nota dell’Italia dei Valori.

‘Vi segnalo dichiarazioni del Questore dell’Aquila Terribile all’ANSA che poi sono rimbalzate sulla stampa.

“Durante momenti di tensione che si sono verificati oggi pomeriggio all’Aquila una donna poliziotto è rimasta ferita al volto riportando fratture multiple al setto nasale”. Si legge in una nota della segreteria del Questore del capoluogo abruzzese, Alfonso Terribile, diffusa in serata. “La donna – è scritto ancora – è stata spinta durante uno dei due tentativi, posti in essere da numerosi appartenenti al mondo anarco-insurrezionalista provenienti da altre province della regione, di sfondare con violenza i cordoni delle Forze dell’ Ordine posti a tutela di zone e obiettivi considerati sensibili”

Basta andare sul sito di Repubblica dove c’è un video che mostra chiaramente come e’ caduta sbattendo la faccia l’agente a cui facciamo gli auguri di buona guarigione. Le immagini smentiscono inequivocabilmente il questore (attenzione dal secondo 0.8): http://video.repubblica.it/politica/renzi-contestato-all-aquila-fuori-dall-abruzzo/210063/209190
Assurdo e’ stato il tentativo di impedire con spinte e calci ai cittadini che protestavano di avvicinarsi al centro dell’Aquila. Io ero in prima fila con lo striscione No Ombrina che aprì la manifestazione di Lanciano e non ho visto anarcoinsurrezionalisti al mio fianco.

Non c’è bisogno di essere anarcoinsurrezionalisti per indignarsi per il si del governo a Ombrina, al metanodotto Snam, al dilagare di inceneritori e centrali a biomasse e a tanti altri provvedimenti contro l’ambiente, il territorio, la scuola, la sanità pubblica, i diritti dei cittadini e dei lavoratori. I cittadini e le cittadine che ieri hanno manifestato cantavano Bella Ciao e la Costituzione nata dalla Resistenza garantisce loro il diritto di fischiare un presidente del Consiglio prepotente e i suoi camerieri* della politica abruzzese. Ieri non c’erano anarcoinsurrezionalisti ma abruzzesi incazzati.
Gli esponenti del PD abruzzese lo sanno bene perché hanno manifestato al fianco di quegli abruzzesi, a L’Aquila e sulla costa, salvo fare il contrario quando sono andati al governo.

E’ stata una bella giornata di lotta. In poche ore siamo riusciti a organizzare una protesta efficace contro Renzi e il circo Takimiri dei suoi lacché abruzzesi. Sarebbe stato gravissimo se dopo aver dato il via libera a Ombrina il Presidente del Consiglio avesse trovato ad accoglierlo solo le lingue penzolanti degli esponenti del PD abruzzese capitanati dal Presidente D’Alfonso e dalla senatrice Pezzopane. Fortunatamente c’è un altro ??#Abruzzo? che non si arrende e difende il suo mare e il suo territorio.
E’ solo l’inizio. La prossima volta saremmo molti di più’, afferma in una nota Maurizio Acerbo di Rifondazione Comunista – L’Altra Europa con Tsipras’.

“Guardando le immagini di Renzi cacciato da L’Aquila, ho provato orgoglio per i cittadini della mia regione. La loro protesta è sacrosanta: soltanto un politico che ha perso il contatto con la realtà poteva pensare di usare L’Aquila come passerella mediatica.

Gli abruzzesi sono stati abbandonati dalla politica dopo il terremoto del 2009, sono stati avvelenati dal disastro ambientale della discarica di Bussi (per il quale ancora nessuno ha pagato, ma non finisce qui…) e sono stati derubati persino del loro mare, svenduto alle multinazionali del petrolio.

Vorrei stringere la mano a chi ieri ha fatto capire che ormai Renzi è il benvenuto soltanto nei salotti degli amici affaristi, come quello della Compagnia delle Opere di “Comunione & Ricettazione”.

Ma bisogna anche ricordare che la scena di ieri è conseguenza di un profondo degrado istituzionale: assistere a un presidente del Consiglio trattato così dai cittadini è un evento triste per tutta l’Italia.

Non ci dà nessun piacere constatare che le cose vanno male. Saremo felici invece quando vedremo il prossimo Premier accolto da abbracci e applausi, senza scorta e dopo aver fatto qualcosa di concreto per tutti gli italiani. E ovviamente sarà un cittadino eletto a 5 stelle”, è quanto sostiene in un post su Facebook Gianluca Castaldi, capogruppo M5S al Senato.

‘Ieri abbiamo assistito per la prima volta all’arrivo nella nostra città del premier Matteo Renzi. Non sappiamo se la visita è dovuta a un nuovo miracolo celestiniano o a un interesse sempre più immediato di recuperare consenso. Come forza Italia Giovani non possiamo che condividere i motivi di sdegno dei nostri concittadini, critichiamo le scelte del nostro premier sulle politiche ambientali e sulle politiche giovanili fallimentari, ma soprattutto sulla sua assoluta sottomissione ai diktat dell’Unione Europea, che umiliano le aziende cittadine imponendo la restituzione delle detrazioni fiscali risalenti al periodo post-sisma.
Ci ha fatto piacere constatare come la sinistra in Italia riesca brillantemente a governare e ad essere opposizione di se stessa, notando con curiosità come tanti componenti della protesta siano poi in realtà elettori, sostenitori, se non addirittura membri del partito democratico locale e regionale. Pensiamo comunque che la protesta da un lato dimostri la diffusa impopolarità del premier, ma dall’altro sia abbastanza inutile, perché inutile è il nostro premier: i suoi slogan e le sue promesse hanno dato dimostrazione in Italia di essere meno solide di quelle di un marinaio e la sua influenza in Europa sia pressoché nulla.
Inoltre non possiamo fare a meno di evidenziare come gli stessi “eroi” politici delle rivolte popolari degli anni scorsi, divenuti famosi per la lotta contro i governi del passato, oggi siano stati i primi ad accogliere il premier nonostante il suo governo stia dando alla città minore vicinanza, minori finanziamenti e minore stabilità.
E’ lecito pensare che le loro proteste siano solo strumentali, degne dei migliori sudditi di partito: questo è il PD aquilano’, conclude invece Leonardo Scimia di Forza Italia Giovani

‘La manifestazione di ieri a L’Aquila ha confermato la grande indignazione degli abruzzesi verso l’operato del governo Renzi che invece di amare l’Italia e la sua bellezza sta solo difendendo a spada tratta gli interessi dei petrolieri e le loro trivelle.
Ombrina mare, vogliamo ricordarlo, è solo uno dei progetti petroliferi che il Governo vuole imporre alle comunità italiane. Trivelle stanno arrivando nelle Marche e in Romagna, le prospezioni fino al Salento e nello Ionio, altre trivellazioni di fronte la Sicilia. Tra poco potrebbe arrivare il via libera ad Elsa2 davanti a Francavilla al mare.

L’Adriatico non deve diventare una distesa di piattaforme dove basta un solo incidente per mandare sul lastrico decine di migliaia di operatori turistici, della pesca e dell’agricoltura di qualità. Ricordiamo che Ombrina mare, per stessa ammissione dell’azienda, darebbe lavoro, forse, a 15 persone. Un ristorante della costa assicura maggiore occupazione! Un progetto che prevede la piattaforma, 4-6 pozzi e la meganave raffineria da 330 metri ancorata per 25 anni a pochi chilometri da una costa, quella teatina, che sta conoscenza un boom di presenze turistiche. Un impianto che prevede comunque grandi emissioni in atmosfera e che in situazioni similari, secondo la bibliografia, può comportare perdite di idrocarburi in mare anche durante il normale funzionamento. Ricordiamo che nel 2011 una nave simile perse 40.000 barili di petrolio in mare di fronte alla Nigeria, con macchie di greggio che hanno ricoperto decine di chilometri quadrati di mare. Nel 2015 ne è esplosa un’altra di fronte alle coste brasiliane. Dovremmo accettare tutto questo per cieca fedeltà a Renzi e al suo sostenitore Chicco Testa?

Sorprende l’accoglienza ossequiosa e docile con cui gli amministratori regionali abruzzesi hanno accolto il premier a L’Aquila. Timidi accenni nei loro discorsi per non innervosire il manovratore di turno, un potere, però, dopo quanto visto a L’Aquila, sempre più vuoto. Non c’erano sostenitori di Renzi in piazza. Rivendicare e pretendere scelte opportune per il territorio dovrebbe essere l’unico intento degli eletti a vario titolo in Abruzzo. Stridono le loro timidezze rispetto alla determinazione del popolo abruzzese che da anni sfila in enormi manifestazioni da decine di migliaia di persone per poter scegliere quale futuro assicurare al proprio mare, alla propria terra e all’economia. L’arroganza del potere si sta trasformando pericolosamente in assenza della politica e di democrazia. Siamo sempre più distanti dal perseguire quella “democrazia ad alta intensità” di cui hanno parlato i vescovi abruzzesi nel loro documento contro il Decreto Sblocca/Sporca Italia.

In poche ore, con pochissimo preavviso e con un tam tam sui social, si è formata una manifestazione di centinaia di cittadini che per l’ennesima volta ha fatto quello che avrebbero dovuto fare gli amministratori regionali e i parlamentari abruzzesi. Insieme con i comitati aquilani, di Sulmona, di Avezzano, con gli studenti e i lavoratori, siamo riusciti almeno ad ottenere la fuga di Renzi, un premier di un grande paese, dalla porta di servizio, laddove gli amministratori regionali presenti non hanno dimostrato di essere in grado di incidere sulle scelte governative che potrebbero trasformare la regione verde d’Europa in una regione “nera petrolio”. Una manifestazione a viso aperto, solo con le nostre bandiere e con le nostre idee da portare avanti, con inutili momenti di confusione e tensione che hanno determinato alcuni feriti, connessi probabilmente allo scarso preavviso che Renzi, pur di evitare contestazioni, ha dato alle stesse forze dell’ordine. A tutti, dai manifestanti e alla poliziotta che è inciampata nella concitazione (come dimostra chiaramente e in maniera inequivocabile il video pubblicato su repubblica.it http://video.repubblica.it/politica/renzi-contestato-all-aquila-fuori-dall-abruzzo/210063/209190), auguriamo, ovviamente, una pronta guarigione.
Noi vogliamo tutelare le spiagge e la qualità dell’Adriatico che già oggi è in forte sofferenza dal punto di vista ambientale e che certamente non può subire altre forme di pressione antropica. Vogliamo evitare nuove tragedie come quella dell’esplosione del gasdotto di Mutignano avvenuta pochi mesi fa. E’ normale che per portare il gas in nord Europa senza alcun vantaggio per gli abruzzesi si debba far passare il grande gasdotto SNAM sulla faglie sismiche dell’aquilano, tra le più pericolose d’Europa? Anche su questo non vediamo alcuna indignazione nei confronti del potere romano e, soprattutto, quella rottura nei rapporti politici doverosa quando un governo va contro gli interessi dei cittadini. In altri tempi, con manifestazioni come quella di Lanciano con 60.000 persone, il Governo e i partiti avrebbero fatto marcia indietro correndo ad annunciare il blocco dei progetti petroliferi durante la manifestazione stessa. Constatiamo che la democrazia sta facendo passi indietro ed è questo che dovrebbe preoccupare.
A L’Aquila, in ogni caso, abbiamo dimostrato di essere cittadini, non sudditi e, al contrario di altri, di amare profondamente la nostra terra e il nostro mare’, si legge in una nota del Coordinamento No Ombrina.

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