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Lifestyle

Shein e Temu banditi dallo Stato, si allarga l’indagine sulla tossicità dei prodotti: il risultato mette i brividi

I prodotti Shein e Temu ancora sotto indagine, il rischio relativo alla possibile tossicità dei loro prodotti allerta le autorità.

È possibile acquistare una comune maglietta al costo di tre euro e ricavarne un prodotto di qualità? Ebbene, la risposta è no. La strategia di marketing che si nasconde (non troppo efficacemente) dietro il fast fashion implica la realizzazione di milioni di capi per poter garantire la sostanziosa richiesta, in tempi relativamente brevi e tramite l’utilizzo di materiali di bassissima qualità.

Shein e Temu ancora sotto indagine: potrebbero essere banditi – foto: ansa – abruzzo.cityrumors.it

Laddove un qualsiasi prodotto commercializzato costi particolarmente poco, ciò nasconde sfruttamento della manodopera ed escamotage di produzione che si riversano inevitabilmente sul consumatore. Le autorità tengono d’occhio Shein e Temu da qualche anno, soprattutto in seguito alle innumerevoli sponsorizzazioni sulle piattaforme social in tutto il mondo.

Le immagini che ritraggono i dipendenti stremati, addormentati a terra e circondati da centinaia di migliaia di imballaggi destinati alla spedizione hanno indignato l’opinione pubblica. Qualcuno ha poi rimproverato l’eccessiva attenzione rivolta alle due società, ricordando che esistono moltissimi altri negozi che possono essere inseriti nella categoria del fast fashion, tra cui Zara, Stradivarius, Bershka e così via. Nondimeno, per ora i controlli parlano chiaro: occorre limitare l’acquisto dei prodotti Shein e Temu.

Shein e Temu ancora sotto indagine

Le autorità sudcoreane hanno analizzato le componenti dei diversi prodotti venduti dal colosso cinese: scarpe, giacche in ecopelle, capi di abbigliamento per neonati e così via. L’analisi dei tessuti ha rilevato la presenza di ftalati in misura 229 superiore ai limiti europei. Si tratta di agenti chimici altamente cancerogeni e potenzialmente dannosi per la salute riproduttiva del consumatore. In altri è stata rilevata la formaldeide, una sostanza che viene utilizzata generalmente nell’ambito dell’edilizia.

Shein e Temu segnalati dalle autorità: l’indagine sul fast fashion – abruzzo.cityrumors.it

Di fronte alle scoperte delle autorità sudcoreane, OkoTest – rivista tedesca che tutela il consumatore – è intervenuta con ulteriori stime generali. In particolare ha denunciato la presenza di cadmio, piombo, antimonio, naftlalene e ftalati categoricamente vietati nei tessuti dei capi di abbigliamento per i neonati. Eppure, nonostante i report periodici riguardanti i nuovi studi sui prodotti Shein e Temu, la vendita globale aumenta di anno in anno e con lei le emissioni dannose per l’ambiente.

Il fast fashion ha prodotto attualmente circa l’83% del CO2 in più rispetto allo scorso anno, ragion per cui la Commissione Europea sta valutando l’ipotesi di limitare l’accessibilità nel continente del colosso cinese. Per il momento infatti i suoi prodotti non sono soggetti a dazi e quindi attirano la clientela che intende risparmiare legittimamente sull’acquisto.