A che età si può dire di essere diventati vecchi? Dagli scienziati arriva un’inattesa rivelazione alla luce dei nuovi stili di vita.
Essere anziani nel 2023 non è come esserlo stati in passato. Ecco cosa è cambiato e quando si può dire di essere entrati nell’età più matura della vita.
Che l’Italia non sia un paese per giovani lo dicono i dati. A partire dall’unità d’Italia (1861) infatti gli over 65 sono passati dal 4,2% fino al 23,8% della popolazione (dato riferito al 2022). Un movimento esattamente inverso ha fatto la popolazione più giovane: se nel 1861 gli under 15 erano il 34,2% oggi sono il 12,7%.
Una popolazione sempre più vecchia che però grazie al miglioramento delle condizioni fisiche e cognitive arriva a un’età più avanzata decisamente più arzilla e in forma – sia sul piano fisico che su quello mentale – rispetto alle generazioni del passato.
A che età si diventa veramente anziani
Per questo motivo la Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG) ha proposto di ridefinire l’età anziana, alla luce del fatto che gli anziani di oggi sono in migliori condizioni rispetto agli anziani di ieri.
Secondo i geriatri italiani oggi una persona va considerata anziana a partire dai 75 anni di età. Infatti i sessantacinquenni odierni spesso sono in buona forma fisica e mentale. Lo mostra uno studio della London School of Economics, dal quale emerge che due terzi degli over 65 italiani non si sentono affatto anziani.
Una percezione confermata anche da un’indagine dell’Università svedese di Goteborg, che evidenzia come rispetto a 30 anni fa i settantenni attuali siano molto più attivi. Merito di un più elevato livello di cura, istruzione e attività.
L’attivismo della popolazione più anziana trova un’ulteriore conferma anche nei dati economici. Secondo il rapporto “Scenario Longevità. Rapporto 2023” di Assolombarda i senior generano circa un quarto della spesa totale delle famiglie italiane, alla quale contribuiscono con oltre 184 miliardi di euro.
Dati analoghi provengono dal fronte occupazionale. Se guardiamo all’occupazione over 50 tra 2010 e 2022 ci accorgiamo che è cresciuta dal 26% al 39% sul totale degli occupati. Sempre il rapporto di Assolombarda evidenzia l’apporto sempre più rilevante dato da quelli che sono stati ribattezzati “longennials”, sempre più a loro agio nell’uso delle tecnologie digitali e con un importante potere d’acquisto.
Si parla già dell’Italia – prima nella Ue per età media, con 48 anni – come di un perno importante della cosiddetta “longevitiy economy”. Ma basterà per dare un futuro al nostro Paese? Una domanda che prima o poi (più prima che poi) andrà seriamente affrontata.