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Era tutto così bello, ma ora non me lo ricordo più: ecco perché dimentichi i tuoi sogni subito

Quante volte capita di fare un sogno che ci fa star bene, ma man mano che ci svegliamo i ricordi sembrano svanire? Il motivo.

Per molte persone questa situazione potrebbe risuonare familiare: ci si sveglia di buon umore – o di pessimo umore, in base al sogno – e si ha l’estrema certezza di aver sognato qualcosa in grado addirittura di aver influenzato il nostro stato d’animo. Eppure, nel momento in cui ci impegniamo nelle prime operazioni quotidiane, i ricordi sembrano come volatilizzarsi, lasciandoci giusto qualche breve traccia sfuocata.

Sogni e memoria: il motivo per cui svaniscono i ricordi dopo il sonno – abruzzo.cityrumors.it

Questa è una condizione più comune del previsto, ma ciò che desta ancor più curiosità è il fatto che altre persone hanno ricordi ben delineati di ciò che sognano, o, noi stessi, in altre occasioni ricordiamo alla perfezione il sogno fatto. In questo marasma di variabili, solo una domanda viene spontanea: perché dimentichiamo i sogni che facciamo? A provare a dare una risposta è stata – ancora una volta – la scienza.

Perché dimentichiamo i sogni quando ci svegliamo?Dal ruolo dell’ippocampo a quello del lobo temporale

Di teorie sui sogni ce ne sono ad oggi molteplici, anche se la scienza non è riuscita a dare una risposta esaustiva o, quantomeno, unanime. Quello che sappiamo parte da diversi concetti neuroscientifici, che si sviluppano intorno al sonno. Durante il riposo, infatti, attraversiamo diverse fasi, e i sogni si concentrano soprattutto nella fase REM.

In questo momento, il nostro cervello è molto attivo, quasi come se fossimo svegli. Tuttavia, non tutte le funzioni sono operative: l’ippocampo, che è il nostro archivio della memoria, resta in stand-by, non registrando correttamente le immagini e le sensazioni che viviamo nei sogni.

Il cervello e il modo in cui elabora le informazioni durante il sonno – abruzzo.cityrumors.it

Ecco perché, nonostante il cervello elabori informazioni complesse e bizzarre nei sogni, una volta svegli ci sembra che questi svaniscano nel nulla. Di base, il sonno non è un processo uniforme, ma alterna momenti di profondo riposo e altri di intensa attività mentale, come il REM. La difficoltà di ricordare i sogni è legata anche ai rapidi passaggi tra le fasi del sonno.

Il nostro cervello, in queste transizioni, si trova come ‘disconnesso’ dalla realtà onirica e, quando ci svegliamo, i sogni sfumano come fossero nebbia al sole. Il tempo passato tra l’ultimo sogno e il risveglio influisce molto: se ci svegliamo subito dopo una fase REM, possiamo avere più chance di ricordare frammenti di sogno; altrimenti, è come se quei ricordi venissero cancellati.

Un altro motivo molto discusso dalla comunità scientifica sul perché dimentichiamo i sogni è che il cervello non li considera prioritari. Se riflettiamo bene, molti dei nostri sogni sono assurdi o surreali, senza una logica evidente, e proprio per questo il cervello li classifica come non rilevanti.

Visto il continuo afflusso di input che riceviamo costantemente, il nostro sistema di memorizzazione tende a privilegiare le informazioni utili o significative: eventi reali, dettagli che possono essere utili per la nostra sopravvivenza o che hanno un impatto emotivo forte. I sogni, invece, spesso rientrano nella categoria delle esperienze ‘non essenziali’, per cui vengono rapidamente dimenticati.

E se volessimo ricordarli? In realtà, esistono alcune tecniche che possono aiutarci a ricordare meglio i sogni. Un esempio è tenere un diario dei sogni: appena svegli, possiamo annotare tutto ciò che ricordiamo, anche solo frammenti o sensazioni. Anche il semplice fatto di ripetersi l’intenzione di ricordare i sogni prima di addormentarsi può aiutare in tal senso.

Daniela Guglielmi

Potrei dire di essermela cercata, ma la verità è che la scrittura ha trovato me. Classe '94, scrittrice per caso e oggi redattrice a tempo pieno. La mia avventura con la scrittura è iniziata per gioco, quando qualche anno fa ho mollato tutto per ritrovare me stessa. Da allora collaboro con diverse riviste e blog, trasformando un semplice passatempo in una carriera a tempo pieno. Non amo la superficialità: mi nutro di approfondimenti e cerco sempre di andare oltre l'apparenza delle cose.