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Tassa di soggiorno a Francavilla, Confartigianato: ‘Una follia’

Chieti. “Una vera e propria follia l’istituzione della tassa di soggiorno a Francavilla al Mare. In un momento difficilissimo dell’economia, con il turismo cittadino che ha subito un autentico tracollo, invece di studiare soluzioni per il rilancio del territorio si pensa di poter fare cassa su quelle poche persone che ancora scelgono Francavilla di trascorrere le vacanze a Francavilla. Un provvedimento che vanifica tutti gli sforzi che noi operatori stiamo facendo tra mille difficoltà”. Così il presidente territoriale di Confartigianato, Denis Iezzi, a proposito dell’introduzione della tassa di soggiorno a Francavilla al Mare.

 Se la decisione di far slittare a dicembre l’entrata in vigore dell’imposta è “solo un palliativo che non risolve nulla”, per Confartigianato la questione è più ampia e riguarda il rilancio del turismo cittadino “che deve partire da azioni e provvedimenti ad hoc e non da tasse che vanno a penalizzare chi sceglie la nostra città”.

 “Sappiamo bene – aggiunge Iezzi – che il numero di turisti, cioè chi viene a villeggiare a Francavilla, è sceso drasticamente e noi operatori stiamo cercando di fare qualcosa per risollevare le sorti del turismo cittadino. Tassare chi viene qui, portando con sé soldi e, quindi, consumi, non ha nessun senso. Francavilla, tra l’altro, non offre più quello che offriva prima in termini turistici. Di conseguenza, ogni sforzo doveva essere finalizzato a migliorare l’offerta turistica, con l’obiettivo di ricreare un indotto e rendere la città una destinazione. Solo dopo un percorso molto più ampio potrebbe avere senso ipotizzare una tassa di soggiorno. L’amministrazione comunale, invece, cosa vuole fare? Penalizzare quelle poche persone che ancora scelgono Francavilla?”

 Confartigianato lancia quindi un appello all’amministrazione: “Il Comune ci ripensi ed elimini l’imposta, studiando, piuttosto, iniziative per un reale rilancio del turismo. In caso contrario è almeno necessario garantire trasparenza e condivisione sull’utilizzo degli introiti, in una logica di collaborazione con gli operatori e con le associazioni, veri protagonisti del sistema, che troppo spesso sono costretti a subire tali decisioni”, conclude Denis Iezzi.