Milioni di persone in tutto il mondo soffrono di malattia di Parkinson. La mancanza di cure efficaci nel tempo e l’insorgenza di effetti collaterali spesso gravi, spingono sempre più pazienti alla ricerca di trattamenti alternativi. Tra questi c’è sicuramente la Cannabis Terapeutica. Ma la Cannabis è davvero efficace nella malattia di Parkinson?
Le malattie neurodegenerative -il Parkinson e il morbo di Alzheimer sono le più diffuse- sono caratterizzate da una progressiva perdita della funzionalità neuronale. Per queste malattie, l’infiammazione, la risposta immunitaria in generale e lo stress ossidativo sono tra i fattori principali che causano danni e disfunzioni dei neuroni.
La Cannabis e i cannabinoidi –THC, CBD e THCV principalmente- hanno proprietà anti-infiammatorie e anti-ossidanti ormai stabilite da decenni di ricerche e ciò contribuisce al loro effetto neuroprotettivo. [1]
La neuroprotezione indotta dalla Cannabis si esplica anche attraverso altri meccanismi:
Inibizione della trasmissione glutammatergica nel cervello e conseguente riduzione dell’eccitotossicità (un fenomeno di tossicità neuronale conseguente all’esposizione a concentrazioni relativamente alte di acido glutammico, un neurotrasmettitore);
Miglioramento della funzione della barriera emato-encefalica, che protegge il cervello da sostanze esterne;
Regolazione del flusso ematico cerebrale;
Riduzione del danno conseguente a lesioni cerebrali traumatiche;
Regolazione della morte cellulare programmata.
3. CANNABIS E CANNABINOIDI NEL CONTROLLO DEI MOVIMENTI
Oltre a indurre effetti neuroprotettivi, il Sistema Endocannabinoide è espresso anche in molte aree del cervello che controllano i movimenti. I recettori CB1 si trovano in grandi quantità nella substantia nigra e nei gangli della base del Sistema Nervoso Centrale (SNC). Qui troviamo anche concentrazioni elevate di endocannabinoidi, soprattutto anandamide. I recettori CB2 non sono molto espressi nel SNC, anche se sono stati trovati in molte cellule non-neuronali, come astrociti e microglia, con funzione di protezione immunitaria.
I ricercatori dell’Università del Colorado hanno recentemente dimostrato che attivando i recettori CB1 presenti sugli astrociti del midollo spinale, si riduce il tremore in modelli animali di tremore essenziale. [2]
Il THCV, un fitocannabinoide presente in minori quantità nella pianta di Cannabis, dotato di proprietà anti-infiammatorie e anti-ossidanti, migliora i sintomi del Parkinson in modelli animali, probabilmente attraverso l’interazione con i CB2. [3]
Anche altri recettori del Sistema Endocannabinoide, come i GPRs e TRPs, sono implicati nellaneuroprotezione e nel controllo dei movimenti del corpo.
Uno studio del 2014 in un modello animale di Parkinson, ha dimostrato che la deplezione del recettore GPR6, un recettore simile ai recettori cannabinoidi GPRs, presente nei gangli della base, induce un aumento della dopamina nel cervello e un miglioramento dell’attività motoria, soprattutto della discinesia indotta dalla levodopa. [4] Qualche anno dopo è stato dimostrato che il CBD agisce come agonista inverso del GPR6 e per questo potrebbe essere utilizzato come potenziale trattamento per il Parkinson. [5]
4. PARKINSON E CANNABIS: DAGLI STUDI PRECLINICI AGLI ESPERIMENTI SULL’UOMO
Uno studio pilota britannico del 2001 ha mostrato che il nabilone, un analogo sintetico del THC, era in grado di ridurre la discinesia indotta da levodopa. [6] Lo studio però è stato effettuato su un ridotto numero di pazienti [7] e non prevedeva il confronto con il placebo.
Un altro studio britannico del 2004, randomizzato e con placebo, con 17 partecipanti, ha invece mostrato che la Cannabis, seppur ben tollerata, non induceva miglioramenti nella discinesia e nel parkinsonismo.
Per restare nell’ambito accademico, queste testimonianze sono supportate da varie survey, sondaggi effettuati con criteri scientifici ben precisi.
L’ultimo in ordine di tempo è stato pubblicato qualche mese fa sul Journal of Parkinson Disease, ad opera dei ricercatori dell’università di Amburgo, in Germania.
Per valutare il punto di vista della comunità parkinsoniana tedesca, sono stati analizzati 1.348 questionari. L’uso di Cannabis è stato riportato da 8.4% dei pazienti. Di questi, la maggior parte sono più giovani dei non utilizzatori, vivono in grandi città e conoscono meglio gli aspetti legali e clinici della Cannabis Terapeutica. La riduzione del dolore e dei crampi muscolari è stata riportata da più del 40% dei consumatori di Cannabis. Più del 20% ha riportato miglioramenti nella rigidità/acinesia, immobilità, tremore, depressione, ansia e sindrome delle gambe senza riposo. Il miglioramento dei sintomi è stato riportato dal 54% degli utenti che hanno assunto CBD per via orale e dal 68% che hanno inalato Cannabis contenente THC. Rispetto all’assunzione di CBD, l’inalazione di THC è stata riportata più frequentemente per ridurre l’acinesia e la rigidità. Non sono stati riferiti particolari effetti collaterali. Il 65% dei non consumatori si è dichiarato interessato all’utilizzo di Cannabis Terapeutica. [12]
7. PARKINSON E CANNABIS: CONCLUSIONI
TROVATE WEEDY SHOP AD ALBA ADRIATICA SUL LUNGOMARE MARCONI 128, ASCOLI PICENO in via Cesare Battisti 24 e SAN BENEDETTO DEL TRONTO in via Piemonte 103/B APERTI H24 E ATTIVI CON LE CONSEGNE A DOMICILIO E/O SPEDIZIONI. IL TUTTO GRATUITAMENTE! BASTA CHIAMARE O SCRIVERE AL NUMERO 3248169597.
Per restare aggiornato www.weedy-shop.com oppure segui la pagina Instagram e facebook @weedy_shop_h24_alba_adriatica.