Negli ultimi anni si è acceso sempre più il dibattito sulla Cannabis, in particolare la cannabis legale. Se la marijuana è sempre stata stigmatizzata per la sua caratteristica di provocare una sensazione di “sballo”, la cannabis light è ora particolarmente richiesta per tutte le sue proprietà benefiche.
Il principale componente della cannabis legale è il cannabidiolo, meglio conosciuto con l’acronimo di CBD. Esso costituisce generalmente il 40% dell’estratto totale ed è il principio attivo più ricercato dagli utilizzatori di questi prodotti.
Infatti, i consumatori non cercano l’effetto psicoattivo causato dalle varietà di cannabis che contengono un’elevata percentuale di THC. Diversamente, sono interessati alla condizione di relax che induce il CBD.
Il CBD offre moltissime proprietà curative e prima su tutte è quella di curare l’ansia in modo naturale, combattere la depressione e alleviare lo stress.
Molti e recenti studi hanno dimostrato le capacità curative del CBD, il quale rappresenta una risposta naturale a patologie che affliggono la maggior parte della popolazione.
A differenza dei prodotti chimici, i quali comportano dipendenza e assuefazione, nonché l’insorgere di problematiche derivanti da un uso prolungato, i rimedi naturali sfruttano componenti che lavorano già in sinergia all’interno delle piante e che possono quindi potenzialmente portare gli stessi benefici all’interno dell’organismo umano senza contrindicazioni.
Il CBD è in grado di agire sul sistema endocannabinoide umano regolando i cicli fisiologici che riguardano emozioni, sonno e umore. Ripercorriamo insieme le ricerche realizzate sulla cannabis per curare l’ansia, analizzando il modo in cui agisce sull’organismo.
Dallo studio della Washington State University di Pullman…
Un team di ricercatori dell’Università di Pullman ha voluto dimostrare la capacità della cannabis di alleviare i cosiddetti “disorders” legati ai sintomi di ansia, stress, panico e malcontento. Questi stati d’animo, purtroppo, sono gli stessi contro cui molti di noi combattono quotidianamente.
Gli scienziati hanno cercato di dimostrare come diverse concentrazioni di CBD e THC influenzino questi stati d’animo restituendo all’organismo una sensazione di benessere.
Lo studio è stato realizzato su un campione di circa 1.400 persone affette da questi disturbi. Il campione selezionato avrebbe dovuto fare uso di cannabis per poi rispondere a una serie di domande su un’app che permetteva di quantificare, su una scala da 1 a 10, i loro stati d’animo.
Si parla in questo caso di “esame naturalistico”. Questa metodologia ha permesso ai ricercatori di osservare le risposte dei partecipanti nella vita reale e non negli ambienti asettici di laboratori o ambulatori.
Le risposte messe a confronto sono state più di 12.000 e da queste è emersa una certezza. Rispetto a studi precedenti nei quali era stato impiegato solamente il THC, con questo studio più recente si è dimostrato come l’utilizzo di cannabis ad alto contenuto di CBD e basso in THC ha ridotto significativamente le condizioni di ansia, depressione e stress.
Dopo l’uso di cannabis, i pazienti hanno percepito una diminuzione pari al 50% della depressione e al 58% di ansia e stress.
La cannabis per curare l’ansia e la depressione è quella legale, approvata dalla normativa italiana proprio perché presenta elevate concentrazioni di CBD e una ridotta componente di THC, il principio attivo responsabile dell’effetto psicoattivo.
…allo studio dell’Università di San Paolo
Come nello studio precedente, anche in questo secondo caso i ricercatori si sono appoggiati a un’applicazione per smartphone chiamata “Releaf App”. L’app in questione ha permesso di monitorare gli effetti causati dalle diverse quantità e fenotipi di cannabis.
Questo studio, meno imponente a livello numerico, è stato condotto su 27 volontari, in questo caso però “sani”, che ricevevano 300mg di CBD trenta minuti prima della registrazione del test. Anche da questi risultati è emerso che il CBD può essere utilizzato con successo per trattare i sintomi di ansia e depressione, e (attenzione!) senza alterare il normale ciclo del sonno dei pazienti.
Questo è il punto fondamentale, la cannabis, infatti, permette di ottenere gli stessi risultati previsti da farmaci quali ansiolitici o antidepressivi ma escludendo tutti gli effetti collaterali che questi comportano.
Ansiolitici e antidepressivi sono come dei sedativi per il sistema nervoso. Infatti, più che guarire il disturbo, lo sopprimono momentaneamente. Inoltre, è importante sottolineare che questi farmaci possono aiutare in un primo periodo, ma se la cura dovesse dilungarsi troppo, c’è il rischio di aumentare la vulnerabilità alla ricaduta nel momento dell’interruzione.
Al contrario, la cannabis per curare l’ansia, la depressione e lo stress non attenua le conseguenze ma risolve il problema alla radice. Il sistema endocannabinoide è responsabile di funzioni e processi come la riproduzione, la memoria, l’appetito, l’umore e anche il sonno.
Il CBD, agendo sul sistema, riequilibra i cicli biologici che per cause esterne sono stati alterati. Non fa altro che permettere all’organismo di fare ciò che dovrebbe se fosse in perfetta forma. Tra i benefici del CBD, essendo un prodotto naturale, c’è proprio quello di riequilibrare un organismo stressato.
La ricerca sulla cannabis per curare l’ansia
Tra i principali effetti della cannabis legale troviamo proprio quelli relativi alla cura dell’ansia, un disturbo di cui la popolazione soffre sempre di più.
I primi test sulle proprietà del CBD nei confronti dell’ansia sono stati condotti dal National Institute on Drug Abuse, il quale ha testato gli effetti terapeutici del CBD contro il cosiddetto disturbo d’ansia generalizzato. I primi esperimenti con risultati positivi sono stati condotti sui ratti.
Nello studio sono stati coinvolti animali affetti dai classici sintomi che si verificano in concomitanza con l’ansia come, ad esempio, una più alta frequenza cardiaca. L’utilizzo del CBD ha provato come questi sintomi si riducessero notevolmente, portando beneficio all’organismo interessato.
Tuttavia, questo non è stato l’unico studio condotto in relazione alla cannabis per curare l’ansia. Oltre alla forma di ansia generalizzata, sono state condotti esperimenti relativi ad altri disturbi che comportano stati ansiosi come il disturbo post-traumatico e il disturbo d’ansia sociale.
In particolare, sono diversi gli studi che si sono interessati del disturbo da stress post-traumatico, particolarmente diffuso negli States. Il CBD, grazie alla sua capacità di agire sul sistema endocannabinoide, migliora la qualità del sonno inducendo l’organismo a un sonno più profondo e regolare, curando così l’insonnia e riducendo l’incidenza di incubi. I disturbi del sonno sono molto diffusi tra i soggetti che soffrono di disturbo da stress post-traumatico.
Chi soffre di questa patologia spesso assume appositi farmaci e la scienza ha provato che il CBD non produce particolari effetti collaterali se combinato con altri farmaci tradizionali.
Molto efficace si è dimostrata la cannabis per curare l’ansia anche nel campo del disturbo d’ansia sociale. Uno studio specifico ha somministrato una dose di CBD e una di placebo a un determinato numero di soggetti e coloro che hanno assunto cannabis light hanno provato una riduzione immediata del disturbo.
Cannabis light contro l’ansia e i disturbi neurologici
Le proprietà del CBD non solo sono in grado di curare i disturbi d’ansia fini a se stessi, ma anche altre patologie neurologiche e disturbi comportamentali.
Uno studio ha valutato le proprietà del CBD su bambini autistici, somministrandogli una dose ad alto contenuto di CBD e basso in THC. In base al Caregiver Global Impression of Change, a seguito del trattamento, il 61% dei soggetti interessanti ha sperimentato una riduzione notevole delle esplosioni nei comportamenti con un netto miglioramento di problemi collaterali come ansia e comunicazione, nel 37% e nel 47% dei pazienti rispettivamente.
Diversi studi sono stati condotti per testare le proprietà del CBD nei confronti dell’epilessia. Sia sugli animali che sugli esseri umani sono state provate le qualità anticonvulsionanti, attestando che il CBD è un principio attivo naturale sicuro per chi soffre di questo disturbo.
Ancora, le proprietà del CBD si sono mostrate efficaci nella cura del morbo di Parkinson. Uno studio che ha trattato con CBD pazienti affetti dal morbo per 3 mesi consecutivi ha dimostrato come gli interessati, alla fine del trattamento, avessero ridotto significativamente i disturbi derivanti dalla malattia, senza peggiorare le funzioni motorie.
Ulteriori studi sono stati condotti nel campo della schizofrenia, provando che il CBD ha effetti antipsicotici ma senza causare effetti collaterali né di per sé e nemmeno se abbinato ad altri farmaci per il trattamento del disturbo.
La cannabis come risposta per curare la depressione
Gli studi sulla cannabis per curare la depressione sono ancora agli albori. Tuttavia, pare che il CBD agisca sul sistema endocannabinoide e, in particolare, sulle funzioni dell’umore.
Attraverso il medesimo meccanismo visto nei confronti dell’ansia, anche per quanto riguarda l’umore il CBD si occupa di riequilibrare quei cicli che hanno vissuto uno scompenso all’interno dell’organismo.
I recettori dei cannabinoidi sono chiamati endocannabinoidi, ossia mediatori lipidici che costituiscono il sistema endocannabinoide. Gli endocannabinoidi regolano tantissimi processi umani come la cognizione umana, le emozioni e l’attività motoria e hanno una composizione chimica simile a quella della cannabis. Ecco perché vengono attivati dal CBD e dal THC contenuti all’interno della pianta.
Ad aver testato l’interazione dei cannabinoidi sul sistema sono stati gli scienziati dell’Università di Buffalo Research Institute od Addictions (RIA),i quali hanno studiato sia depressione che stress cronico. È emerso come le sostanze chimiche prodotte dal cervello siano simili a quelle contenute nella pianta di cannabis. Dai risultati raccolti, gli scienziati hanno dedotto che le componenti della cannabis possono essere utili per la soluzione dei disturbi appena citati.
Le ricerche sono state inizialmente condotte sugli animali. Gli scienziati hanno notato che lo stress cronico riduceva la produzione di endocannabinoidi da parte del cervello, la quale conseguenza era uno stato di depressione. L’uso dei composti derivanti dalla cannabis è riuscito a colmare questo gap riducendo la depressione e ristabilizzando lo stato d’animo del soggetto in questione.
Come vedi, il CBD è in grado di risolvere un problema anche grave alla sua radice, invece di limitarsi ad assopire i sintomi.
Esistono dei rischi?
Sono in molti a chiedersi se la cannabis contro la depressione sia responsabile di eventuali effetti collaterali, tra cui la stessa acutizzazione dello stato depressivo. In realtà, ad oggi non esistono abbastanza prove del fatto che esistano effetti collaterali gravi.
È stato condotto un sondaggio, uno dei pochi realizzati negli Stati Uniti, sui benefici della cannabis. I risultati sono stati incoraggianti, dato che il 71% dei pazienti ha riportati solo vantaggi e nessuna controindicazione, mentre il 6% ha riportato un’irritazione alla gola e il 5% è stata semplicemente preoccupata di essere arrestata, nonostante la cannabis medica fosse legale nello stato delle Hawaii dove è stato condotto il sondaggio.
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