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Economia e Finanza

Licenziamento automatico arriva un nuovo strumento a favore del datore di lavoro, ma può usarlo solo in questo caso

Si aggiorna il licenziamento automatico, con un nuovo strumento a favore del datore di lavoro. Ora può usarlo solo in un caso: ecco le novità. 

Il licenziamento automatico viene fatto dall’azienda ai danni del lavoratore dipendente reo di aver avuto dei comportamenti lesivi molto gravi tanto da mettere in pericolo gli interessi societari. È immediato e senza preavviso, e implica la perdita del posto di lavoro senza ottenere il diritto all’indennità di preavviso e all’indennità di licenziamento.

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Licenziamento automatico arriva un nuovo strumento a favore del datore di lavoro, ma può usarlo solo in questo caso – abruzzo.cityrumors.it

L’articolo 2119 del Codice Civile ha spiegato che il licenziamento per giusta casa c’è per furto, atti di violenza, comportamenti disdicevoli, mancato rispetto delle norme aziendali o dei doveri contrattuali e mancato rispetto della fiducia riposta dall’azienda.

Il legislatore ha apportato delle modifiche alla disciplina delle dimissioni volontarie e della risoluzione consensuale del rapporto di lavoro con la L. 13 dicembre 2024, n. 203. Introducendo così un nuovo strumento utilizzabile dal datore di lavoro per licenziare in tronco il proprio dipendente. Tuttavia, ci sono delle considerazioni da fare.

Licenziamento automatico, la novità per il datore di lavoro: ecco chi rischia

Con la modifica della disciplina, si prevede che il datore di lavoro può licenziare in automatico il dipendente per assenza ingiustificata per più di 15 giorni. Il lavoratore potrebbe salvarsi dal licenziamento per giusta causa solo nel caso in cui dimostri che l’assenza era giustificata da fatti imputabili al datore di lavoro o da cause di forza maggiore, ma questo deve farlo entro un termine stabilito.

Licenziamento automatico, la novità per il datore di lavoro: ecco chi rischia – abruzzo.cityrumors.it

La risoluzione del rapporto di lavoro deve comunque essere comunicata alla sede territoriale dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL). Quando il datore di lavoro comunica l’assenza ingiustificata all’INL, il rapporto professionale si considera risolto automaticamente. Tuttavia, è bene ricordare che l’INL deve verificare la veridicità della comunicazione inoltrata dal datore di lavoro e deve essere completata entro 30 giorni dalla ricezione del comunicato.

Se l’INL accerta che il datore di lavoro ha inoltrato una comunicazione non veritiera o che il dipendente ha una giustificazione valida per l’assenza, il rapporto professionale verrà ripristinato; in caso contrario, si considera risolto. Se la verifica va a buon fine, il datore di lavoro può procedere con la comunicazione UNILAV per la fine del rapporto di lavoro. Se, invece, ci siano gravi inadempienze del datore di lavoro, l’ispettorato ha il potere di riqualificare le dimissioni, come appunto dimissioni per giusta causa.

In sostanza, come si può notare, è stato pensato un meccanismo più semplice e semplificato per la risoluzione del rapporto lavorativo nel caso in cui ci dovessero essere assenze ingiustificate per più di due settimane. Il datore di lavoro è sollevato da oneri legati ai licenziamenti disciplinari, ma garantisce al contempo un controllo e una verifica maggiore dell’INL per evitare abusi di potere.

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Impugnare il licenziamento automatico: ecco come fare

Nel caso in cui il lavoratore dovesse ritenere ingiusto che ci sia stato un licenziamento per giusta causa, può tranquillamente impugnare e fare ricorso al tribunale del lavoro entro due mesi dalla comunicazione della risoluzione professionale.

Impugnare il licenziamento automatico: ecco come fare – abruzzo.cityrumors.it

Per procedere, bisogna fornire delle prove e documentazioni che facciano luce sulla realtà dell’assenza e di come questa sia stata per giusta causa.

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Il giudice può decidere diverse cose in base alla gravità delle violazioni e al caso specifico. In ogni caso, gli esiti principali sono: reintegro sul posto di lavoro, nel caso in cui il licenziamento è un risultato discriminatorio o non giustificato; è prevista anche la possibilità di un indennizzo economico, nel caso in cui il reintegro non è appropriato o possibile per varie vicissitudini, per questo il tribunale predispone un risarcimento economico.

Isabella I.

Classe 1993. Ha una laurea magistrale in Studi Politici e Internazionali e un Master in Comunicazione. Offre una lente d’ingrandimento sulla società attraverso uno sguardo sulla società: dall’economia alla politica, senza tralasciare il gossip. Ama il cinema e la musica, arti che hanno sempre sciolto quesiti latenti.