Chieti. Oggi 28 luglio è in programma una riunione del Consiglio dei Ministri per definire il contenuto del decreto di riforma del sistema camerale. Questo prevede la riduzione del numero e delle funzioni attribuite alle Camere di Commercio, la soppressione delle sedi secondarie non essenziali, il taglio del personale di almeno il 15%, percentuale che sale al 25% del personale adibito alle funzioni di supporto per le Camere di Commercio accorpate.
La riforma del Sistema camerale che il Governo vuole chiudere in questi giorni estivi è un danno per le imprese italiane, per i professionisti e per i lavoratori delle Camere, che dispongono di professionalità uniche nel sistema della pubblica amministrazione italiana.
Questo è quanto sottolineiamo con forza. In un periodo storico -economico in cui sarebbe necessario potenziare gli strumenti a supporto del mondo del lavoro, e quindi rafforzare le Camere di Commercio, il Governo vuole ridurle a enti burocratici che non saranno più in grado di offrire servizi moderni alle aziende italiane. Ma la strada di riforma della pubblica amministrazione deve essere lastricata di innovazione, non di tagli indiscriminati.
Per far ripartire il sistema imprenditoriale italiano, le Camere di Commercio vanno invece rafforzate, con servizi nuovi e innovativi, che vadano a sommarsi ai servizi attualmente esistenti, per rispondere alle imprese che chiedono celerità e innovazione. Per questi motivi chiediamo al Governo, a tutti i parlamentari e alle forze politiche che hanno a cuore il futuro delle imprese italiane, di modificare subito il decreto di riforma che passerà in Consiglio dei Ministri il 28 luglio, che crea soltanto disservizi al sistema imprenditoriale, e chiediamo di riscriverlo, focalizzando su innovazione, ampliamento di servizi, mantenimento del personale e delle sedi territoriali.
Gli imprenditori, come evidenziano ripetute indagini e testimonianze, hanno trovato nel sistema camerale (presente in ciascuna provincia e quindi vicino al proprio territorio) e nella professionalità dei suoi lavoratori, competenza, onestà e imparzialità, e apprezzati servizi a titolo gratuito o con un costo molto inferiore a quello di mercato.
Con questa riforma in atto, i servizi che il Sistema camerale non fornirebbe più alle imprese, da subito, sarebbero questi: certificati d’origine; carnet Ata; contributi e finanziamenti alle imprese, per fiere o eventi per il sistema turistico locale o la promozione dei prodotti tipici; sostegno all’internazionalizzazione; consorzi garanzia fidi; corsi di formazione alla nuova imprenditoria e imprenditoria femminile; organizzazione di convegni e seminari gratuiti su tematiche di interesse per le imprese; supporto alle pmi per l’accesso al credito, tramite servizi di microcredito; supporto alle imprese per l’innovazione e la digitalizzazione; consulenza per la fatturazione elettronica; consulenza per deposito marchi e brevetti; approfondimenti sui vari settori economici; accesso al mercato unico europeo ed alla programmazione di spesa 2014-2020della Ue.
Riteniamo, pertanto, che il Sistema camerale debba essere potenziato, attribuendo servizi nuovi e aggiuntivi rispetto a quelli già esistenti, per farne il fulcro della ripresa economica del Paese, cosa che consentirebbe anche il mantenimento di sedi e personale. Questo è quanto deve passare nel Consiglio dei Ministri del 28 luglio, questo è quanto chiediamo.